Almeno una volta nella vita Lucio Battisti è entrato con la sua musica “nel cuore e nell’anima” degli italiani di ogni età ed è stato un solido punto di riferimento per numerose generazioni, tanto che a più di vent’anni dalla sua scomparsa le sue canzoni non smettono di “tornare in mente” e di conquistare gli ascoltatori, anche quelli più esigenti, grazie alla capacità di attraversare generi musicali disparati mantenendo uno stile inconfondibile. Sicuramente il Battisti più conosciuto è prima di tutto quello della fine degli anni ’60 e il magico decennio degli anni ’70, ovvero il periodo dei singoli di maggior successo, da La canzone del Sole a Acqua azzurra, acqua chiara, da Il mio canto libero a Dieci ragazze… la lista è lunga.
Non tutti però conoscono l’affascinante parabola che ha portato il giovane e schivo Lucio a diventare uno dei più grandi cantautori italiani di ogni tempo. Questa parabola è ben delineata da Donato Zoppo nel suo volume Il nostro caro Lucio – Storia, canzoni e segreti di un gigante della musica italiana (edito da Hoepli nella collana Storia della canzone italiana / I protagonisti), un testo che scorre leggero come un racconto d’avventura ma che è pure ricchissimo di aneddoti e di focus, non solo sulla complessa personalità di Battisti e sulla sua arte innovativa, ma anche sugli artisti che negli anni hanno partecipato e in diversa misura contribuito alla sua realizzazione, a partire ovviamente da Mogol fino ad arrivare a Franz Di Cioccio, Gianni Dall’Aglio, Vandelli e gli Equipe ’84, Pietruccio Montalbetti e i Dik Dik, Gianpiero Reverberi, Alberto Radius e la Formula 3, Demetrio Stratos, Ivan Graziani e molti altri che negli anni sono stati non solo collaboratori di Lucio ma spesso veri e propri amici.
Il senso dell’amicizia, l’importanza dei rapporti umani, l’urgenza di raggiungere un obiettivo artistico più che di popolarità, in pratica l’esigenza di vivere tutte le esperienze trasmesse dalla propria musica ed essere un tutt’uno con questa e soprattutto con le sue emozioni, sono i fondamenti su cui si “innalza altissima” la personalità artistica e umana di Lucio Battisti, tanto che, come sottolinea un altro dei suoi storici amici e collaboratori, Roby Matano “si vedeva che [Lucio] era nato per la musica”.
Lucio Battisti viveva la musica come un percorso in perenne evoluzione, una passeggiata in continuo divenire, alla perpetua ricerca di nuovi orizzonti, e non gli interessava crogiolarsi sui risultati raggiunti, doveva andare sempre avanti, anche correndo rischi (come nel caso del controverso Anima latina ma anche di tutta la produzione con Panella) pur di cimentarsi nell’esperienza di strade artistiche sempre nuove, spingendosi sempre oltre (“Io sono oltre”).
La continua e quasi ossessiva esigenza di sperimentare nuove forme e modi di comunicare attraverso le note era innata in Battisti, autore prolifico e acuto che non ha mai avuto alcuna intenzione di strizzare l’occhio al pubblico per compiacerlo, neanche quando incideva quelle canzoni intramontabili che gli hanno garantito una popolarità così solida da non essersi minimamente scalfita negli anni.
Sin dalle prime e più conosciute canzoni, infatti, si potevano già apprezzare esperimenti audaci negli arrangiamenti, da quelli orchestrali a quelli ridotti a pochi strumenti, da quelli ricchi di scene strumentali a quelli a più voci, da quelli legati al racconto della canzone fino a quelli in cui la voce si abbassava per mettersi alla pari con gli altri strumenti, portando per la prima volta in Italia suggestioni raccolte nella musica estera, soprattutto quella inglese e americana. La formula perfetta per Battisti era semplice e ambiziosa: “Oggi il complesso ideale sarebbe quello che suona come i Beach Boys, fa le parti vocali singole come i Beatles e i coretti come i The Mamas & The Papas”.
In poco più di 200 pagine, Zoppo riesce a restituirci tutto questo, a raccontare con chiarezza quegli anni e restituire il fuoco creativo e l’estro dilagante che si respirava all’epoca, presentando anche un’industria discografica ancora ingenua, che si trovava a vivere una rivoluzione mai vista prima, senza trascurare anche questioni apparentemente parallele alla musica di Battisti ma che, proprio per il carattere di Lucio, erano collegate al suo mondo interiore e quindi in filo diretto con la sua arte, come ad esempio il rapporto notoriamente pessimo con i giornalisti e con la stampa, l’avversità nei confronti dei concerti (che presto, nonostante sia all’apice del suo successo, smetterà di fare), il modo di porsi con i colleghi e in studio di registrazione.
Gli appassionati di Lucio Battisti troveranno in questo volume nuovi spunti per rinfrescare l’amore per un artista sempreverde, chi invece non conosce bene la sua storia, troverà in questo libro un prezioso compendio per scoprire un cantautore dalla grande personalità, che faceva della musica il suo mondo e del mondo la sua musica.
Qui la scheda del libro sul sito della casa editrice: https://www.hoepli.it/libro/il-nostro-caro-lucio/9788820386467.html
DORIANA TOZZI