1.Chi sei, da dove vieni e che musica proponi.
Mi chiamo Toni e ho vissuto i miei primi 23 anni nella calda e assolata Cagliari, quando ancora il business delle vacanze sarde era visto da tutti soltanto in maniera marginale e ti potevi permettere di sentire i profumi del mare abbandonandoti alla natura incontaminata senza orde di turisti assatanati… Scherzo!
Comunque a 23 anni ho intrapreso il salto nel “continente” per capire chi ero e inseguire i miei sogni. In mano avevo, oltre ai miei sogni, poco più di 200 euro, un posto letto gratuito a scadenza, la mia chitarra e poi tutto da ricostruire o costruire a seconda di come la vogliate vedere.
Bussavo alle porte dei locali per cercare qualche serata dove poter suonare, giravo l’Italia suonando nei festival e nelle strade, quando la mannaia delle multe non era così vicina.
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di te?
Non ho la presunzione di chiedermi se il panorama musicale italiano avesse bisogno di me o meno, sinceramente faccio musica ma per dei motivi miei personali: il primo perché la musica è come una panacea dei miei mali, perché è l’unico modo che mi permette di placare i miei demoni interni, di combatterli; la seconda perché sono un sognatore da sempre e quale arma migliore della scrittura e della musica per poter cercare di catturare i sogni che ognuno di noi insegue? Sono un “Predatore di sogni”! Ahahah!
3.Se tu fossi una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al tuo sound?
La musica che propongo è varia: dallo strumentale finger picking a Mike Dawes, che ho incontrato a Firenze, poi ancora Jon Gomm, fino ad arrivare al più recente Alexandr Misko, il ragazzino prodigio, passando dallo slide da ginocchia weissenborn, come Ben Harper ma non solo, John Butler Trio, Andrew Winton, fino al più recente Thomas Oliver, a Newton Faulkner, Ben Howard, ai recenti Tom Odell, James Bay, ai migliori italiani come Niccolò Fabi, Cristina Donà… Da sempre ho cercato di inseguire un mio stile per distinguermi nello sconfinato mondo dei musicisti in Italia.
4.Il brano del tuo repertorio che preferisci e perché questa scelta.
Non ho dubbi: scelgo Gravity, un brano del mio ultimo lavoro. Mi ero posto l’obiettivo di parlare dell’innamoramento con una profondità mai sentita prima, come nessun altro, poiché di testi e canzoni romantiche ne esistono a dozzine nel panorama italiano, ma l’astrazione, a mio dire, è una componente regina, fondamentale e immancabile per vivere al meglio una storia d’amore romantica.
Così, definito il centro del messaggio di cui volevo parlare, si è composta magicamente una melodia che ha seguito la scrittura del testo in maniera spontanea e diretta, e questo credo mi abbia permesso di lasciare sulle labbra delle persone il gusto del nome di Arau.
Potete ascoltare qui il brano: https://www.youtube.com/watch?v=7xTOEIj4hbo.
5.Il disco che ti ha cambiato la vita.
Qui sarò banale, io ho vissuto gli anni ‘90 in piena ondata grunge, e gli Alice in Chains, in versione unplugged, li ho adorati e ascoltati fino alla nausea, univano la mia passione per l’acustico e il gusto alternativo rock…
6.Il tuo live più bello e quello invece peggio organizzato.
Non ti parlo di un mio live singolo ma ho un ottimo ricordo al Locomotiv di Bologna, parlo degli anni attorno al 2010, quando facevo il supporter di apertura serate per tanti gruppi arrivati da oltreoceano, e mi ricordo che suonavo già con i footdrum (percussione a piede) un oggetto piccolo e semplice; molti gruppi, nonostante il tir di strumentazione tecnica, a fine serata, oltre ai complimenti, mi chiedevano sempre cos’era quell’oggetto; io divertito rispondevo sempre “Guys, this is the sardinia’s drum”.
7.Il locale di musica dal vivo secondo te ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove hai suonato o ascoltato concerti di altri.
Non ti so dire sinceramente quale sia il locale troppo sottovalutato o eccessivamente valutato. Io non mi concentro mai sulla qualità del locale ma su quello dell’artista che vado a sentire. Da parte mia non sono un viziato di locali blasonati, suono dove posso e mi adatto a tutto. Come dire, cucino con gli ingredienti che ho nel frigo e come sempre, cerco preparare piatti originali.
8.Le tre migliori band emergenti della tua regione.
Claudia Crabuzza: https://www.youtube.com/watch?v=-fXeLYgx8nw
Flavio Secchi: https://www.youtube.com/watch?v=LxFWXuVtNb8
Cladia Arau: https://www.youtube.com/watch?v=K1p-pamnnt8.
9.Come seguirti, contattarti, scambiare pareri con te.
Ecco il mio sito ufficiale: www.arau.it. Da questo sito si può avere la possibilità di collegarsi a tutti i vari social oppure contattarmi.
10.La decima domanda, che mancava: “Fatti una domanda e datti una risposta”.
D: La musica ti ha più dato o più tolto nella tua vita personale?
R: Purtroppo non so ancora darmi una risposta nonostante continui ancora a chiedermelo, perché indubbiamente la musica mi ha tolto tanto tempo agli affetti familiari, ma nonostante tutto essa continua ancora a stupirmi e coinvolgermi, perché credo che essa rappresenti semplicemente, nel bene e nel male, una parte della vita stessa, imprescindibile comunque.
DORIANA TOZZI