Racconti dalla casa nel buio è la nuova fatica editoriale dello scrittore Andrea Pietro Ravani, pubblicata dall’editore Giovane Holden. In queste pagine dense di significati e riflessioni intime, l’autore si fa carico di narrare l’essenza della vita quotidiana attraverso una lente che svela la profondità delle emozioni e delle tensioni che spesso rimangono sommerse.
Il volume si compone di racconti vibranti che toccano vari temi, tanto che l’opera in sé sembra costruita come una serie di finestre sul malessere e sulla bellezza nascosta dell’esistenza. Ravani, con una formazione che spazia dalla filosofia alla musica, utilizza il suo ricco bagaglio di esperienze per plasmare un’opera che invita a esplorare i frammenti della condizione umana.
Un racconto che ben esplicita uno degli intenti principali di questo libro è Denti, in cui il protagonista si trova intrappolato in un’ossessione per il proprio corpo, rappresentata attraverso il dolore e il deterioramento dei suoi denti. Ravani costruisce la narrazione in modo che il dolore fisico diventi una metafora del disagio mentale: i denti, simbolo di salute e di bellezza, si trasformano in una fonte di tormento, portando il protagonista a un isolamento che si fa sempre più profondo. Il racconto colpisce per la sua capacità di descrivere con precisione lo smarrimento di chi si sente sopraffatto da qualcosa di apparentemente banale, ma che finisce per assumere proporzioni enormi nella mente. Ogni descrizione del dolore, della fragilità e dell’ossessione trasporta il lettore in un’esperienza claustrofobica, dove il corpo stesso diventa una gabbia. Tema fondamentale che richiama le opere di autori come Dostoevskij, che esplorano l’interazione tra mente e corpo e il modo in cui il disagio fisico può influenzare ogni aspetto della vita.
Un altro racconto centrale è Franz lo Scarafaggio, che affronta il tema della percezione e dell’alienazione. Franz, trasformato in uno scarafaggio non da un evento magico ma dallo sguardo sociale, è la personificazione di ciò che accade quando l’identità di una persona viene interamente definita dall’esterno. Karl, il coprotagonista, osserva Franz con un misto di disgusto e fascinazione, mentre entrambi si confrontano con le aspettative e i giudizi imposti dalla società. La figura di Franz, benché fisicamente repellente, riesce a suscitare empatia: la sua condizione rappresenta non solo il rifiuto, ma anche la resistenza. Ravani, con uno stile asciutto ma incisivo, costruisce una narrazione che sfida il lettore a guardare oltre l’apparenza e a interrogarsi su come spesso riduciamo l’altro a una caricatura basata sulle nostre insicurezze e paure.
In Carlo Manovale, il tema del tempo emerge con forza: un costruttore che ha dedicato la vita alla creazione di qualcosa di tangibile si trova a fare i conti con l’inutilità del suo lavoro. La casa, che avrebbe dovuto rappresentare un traguardo, diventa invece un simbolo di insoddisfazione, una manifestazione concreta del vuoto interiore di Carlo. La riflessione sul tempo e sulla sua inesorabilità permea l’intero racconto. Ravani descrive ogni mattone, ogni fatica, come un gesto apparentemente significativo, ma che perde valore di fronte alla consapevolezza della mortalità. Carlo, come molti dei personaggi della raccolta, incarna il paradosso dell’esistenza: siamo costantemente impegnati a costruire qualcosa, ma spesso dimentichiamo di vivere nel processo.
Ciò che rende Racconti dalla casa nel buio un’opera unica è la capacità di Ravani di intrecciare la concretezza del quotidiano con riflessioni universali. Ogni racconto offre non solo una storia, ma anche una domanda: come affrontiamo le nostre paure, le nostre ossessioni, le nostre delusioni? L’autore non offre risposte definitive – nonostante molte arrivino al lettore attraverso l’interpretazione dei racconti – ma invita il lettore stesso a confrontarsi con i propri limiti e a considerare il valore del momento presente. La raccolta di Ravani non è un’opera di evasione, dunque, ma un’opera di confronto. Con uno stile diretto e una grande attenzione ai dettagli, l’autore dipinge un quadro dell’umanità in cui il lettore può riconoscersi, ritrovando frammenti della propria esperienza in ogni racconto. Che si tratti del dolore fisico di Denti, dell’alienazione sociale di Franz lo Scarafaggio o della riflessione sul tempo di Carlo Manovale, Ravani ci ricorda che, anche nel buio, ci sono sempre storie che aspettano di essere raccontate.
Qui la scheda del libro sul sito della casa editrice: https://www.giovaneholden.it/SchedaLibro.aspx?iniziale=1325
ELIDE FERRARI