1.Chi siete, da dove venite e che musica proponete.
Il 25 aprile del 2011, stanchi della solita ritualità riformista e conformista in cui da troppi decenni è imbavagliata la festa della Liberazione, alcuni militanti operai danno vita nella città di Modena alla Banda POPolare dell’Emilia Rossa. Il nome ed il simbolo del gruppo sono una palese storpiatura blasfema, sarcastica e dissacrante del nome e del logo di uno dei simboli finanziari della degenerazione in senso capitalistico di quel cosiddetto modello emiliano che purtroppo più nulla ha né di comunista né di progressista. Definiamo la nostra musica col termine “internazionalista”. Termine che non ha bisogno di spiegazioni: attraverso e oltre ogni genere musicale e barriera culturale, cantiamo e suoniamo per unire gli sfruttati di ogni paese, colore, razza, religione contro gli sfruttatori di ogni paese, colore, razza, religione.
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di voi?
A essere sinceri del “panorama musicale” ci importa ben poco. Lasciamo ad altri i salotti buoni della musica e i loro giudizi troppo spesso servizievoli e subordinati ai diktat economici e politici delle grandi multinazionali della musica. Con il nostro far musica ripudiamo la mercificazione di quella che invece dovrebbe essere la forma di espressione umana più alta e che, perciò, dovrebbe essere libera dalle barbarie delle leggi di mercato.
L’intento della nostra Banda è stato fin dal primo momento cercare di fare politica attraverso una delle arti più belle che siano mai state scoperte. Per questo la Banda POPolare dell’Emilia Rossa non ha alcuna intenzione di usare la musica per “fare soldi”.
Come sosteneva Karl Marx “il denaro deve essere solo un mezzo per l’arte che deve essere il fine e non viceversa”.
3.Se voi foste una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al vostro sound?
Ci sono senz’altro molti musicisti che hanno segnato ed influenzato la nostra formazione musicale. Certamente tra questi, i primi in assoluto sono gli Area. Nel nostro nome il maiuscolo “POP” di POPolare è un chiaro riferimento a loro e alla loro musica rivoluzionaria e sovversiva. Ovviamente il fatto che ci abbiano influenzato non vuol dire che tentiamo di imitarli, per la semplice ragione che non ne saremmo mai capaci. Gli Area erano e sono musicisti sublimi, certamente tra i migliori al mondo, noi siamo innanzitutto metalmeccanici che hanno avuto l’ardire di imbracciare, assieme agli strumenti di lavoro, anche quelli musicali. Altri musicisti che fanno parte di noi sono senz’altro i Clash così come i cantautori di maggior spessore come De Andrè, Lolli, Ciampi, Pietrangeli, Manfredi ecc. Anche Daniele Sepe con la sua creatività così pungente e disarmante ci ha molto ispirato soprattutto nell’idea di riprendere i brani tradizionali del movimento operaio e riproporli in chiave “moderna”. In generale possiamo dire che la nostra base di partenza sono quei gruppi emiliani e partenopei che hanno costruito l’ossatura della musica più irriverente, pagana ed antisistema. Così come alcuni musicisti a livello internazionale come Woody Guthrie, Victor Jara o Atahualpa Yupanqui. Ma soprattutto ci hanno influenzato quegli eroi sconosciuti, i cui nomi non sapremo mai, che sulle montagne durante la Resistenza, o nelle fabbriche durante il biennio rosso e l’autunno caldo hanno fatto a loro insaputa la storia della musica popolare italiana componendo i migliori brani di lotta tra una battaglia e l’altra.
4.Il brano del vostro repertorio che preferite e perché questa scelta.
Difficile dirlo. Diciamo Mimma E Balella perché, ispirandosi agli scritti di Joyce Lussu, rende omaggio a due martiri partigiane delle nostre zone, Irma Bandiera (nome di battaglia Mimma) e Gabriella degli Esposti (nome di battaglia Balella).
Link su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=vNe5pt2kos0.
5.Il disco che vi ha cambiato la vita.
Il disco che sentiamo tutti i giorni da quando siamo entrati in fabbrica, quel disco che ci vorrebbe ubbidienti e reverenziali verso il padrone, ma che invece ci ha resi ribelli e rivoluzionari.
6.Il vostro live più bello e quello invece peggio organizzato.
Tanti sono stati i live che ci hanno colpito, da quello in Val Susa a quello di Lari. In termini di partecipazione e coinvolgimento certamente il più emozionate è stato quello nelle montagne di Salisburgo per il festival che celebra tutti gli anni la Resistenza austriaca.
Non ci sono stati concerti “peggio organizzati”, nel senso che suonando per lo più in centri sociali e spazi militanti non abbiamo alcuna pretesa. Certamente il concerto che ha alimentato maggiori polemiche sulla stampa è stato quello di Rieti, perché abbiamo commesso l’imperdonabile sacrilegio di suonare, nel giorno del 70° anniversario della liberazione della città dal nazifascismo, Bandiera Rossa nella piazza in cui qualche ora prima si era tenuta la processione del santo. Il punto però è che quella piazza è stata scelta non da noi ma dalla giunta del comune la quale ad oggi, chissà perché, non ci ha ancora pagato!
7.Il locale di musica dal vivo secondo voi ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove avete suonato o ascoltato concerti di altri.
Certamente un locale che merita di essere valorizzato è il Circolo El Pueblo di Pero (Milano) dove abbiamo avuto la fortuna di suonare qualche settimana fa.
Al contrario non abbiamo incontrato locali di cui ci sentiamo di parlar male.
8.Le tre migliori band emergenti della vostra regione.
Non siamo molto inseriti nell’ambiente musicale emergente, perciò non ci sentiamo nelle condizioni di dare giudizi né positivi né negativi su nessuno. Insomma, per dirla con Sciascia, “A ciascuno il suo”.
9.Come seguirvi, contattarvi, scambiare pareri con voi.
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/BandaPoPolareDellEmiliaRossa?ref=hl
Sito web: http://bandapopolaredellemiliarossa.it/
L’album Rivoluzione Permanente lo trovate qui: http://www.lafeltrinelli.it/catalogo/art/1491214.html o potete richiederlo via mail paolo.brini@gmail.com o al nostro ufficio stampa: info@deliriprogressivi.com.
10.La decima domanda, che mancava: “Fatevi una domanda e datevi una risposta”.
D: Con quali parole riassumereste il senso del vostro fare musica?
R: Con il motto del surrealista André Breton: “Indipendenza dell’arte per la rivoluzione, la rivoluzione per la liberazione definitiva dell’arte”.
DORIANA TOZZI