Dimmi che credi al destino, ennesima fatica letteraria di Luca Bianchini – che si trova attualmente in Puglia per collaborare alla realizzazione del film Io che amo solo te, tratto da un suo romanzo – è una vicenda che si snoda tra Italia e Inghilterra, e vede come città feticcio Londra, la città europea attualmente più “italiana”.
I protagonisti sono infatti quasi tutti italiani e, come accade spesso nei romanzi di Bianchini, appartengono a diverse fasce d’età. Troviamo così Ornella, che ha cinquacinque anni e alle spalle tante cadute e tante rinascite; Diego ha circa trentanni e anche lui custodisce i suoi scheletri nell’armadio e le sue perplessità; il saggio Mr. George, compagno di panchina di Ornella, è un vecchio reduce della seconda guerra mondiale; e poi c’è Bernard, il vicino di Ornella, riservato e utile come solo un vero inglese può essere.
Una storia d’amore ma anche di amicizie, che fa ridere e piangere ma soprattutto che fa pensare.
L’intreccio imbastito da Bianchini scorre veloce invitando il lettore a finire in fretta il libro per scoprire il finale, e la scorrevolezza è favorita dalla straordinaria penna dell’autore, in grado di far sposare dialogo e narrazione con grande maestria.
Il lettore divora con avidità ogni pagina di Dimmi che credi al destino perché, come nella vita vera, ogni colpo di scena, dal più lieto al più commovente, arriva improvviso e spesso imprevedibile, perché di vita vera appunto si tratta, in quanto la storia di Ornella e del suo Italian Bookshop è mutuato dalla reale vicenda di chi nella capitale britannica si occupa di una libreria italiana.
Non solo lodi però per lo scrittore torinese, perché i personaggi descritti sono troppo manicheisticamente delineati e altrettanto vittime di stereotipi, sia che si tratti di italiani che di britannici o filo-inglesi, come nel caso di Clara collaboratrice di Ornella.
Qualche lungaggine di troppo, nonché qualche digressione eccessiva rischia alle volte di far perdere il filo, poi ripreso grazie ai cliffhangers che arrivano quando ormai non ci si aspetta più niente o ci si è fatti un’idea di come potrebbe andare la storia.
Forse scritto per continuare l’onda felice di Io che amo solo te e Cena di Natale, quindi meno scoppiettante, ma comunque non meno valido, Dimmi che credi al destino è soprattutto consigliato come lettura estiva sotto l’ombrellone.
Qui la scheda del libro: http://www.librimondadori.it/libri/dimmi-che-credi-al-destino-luca-bianchini.
FRANCESCA BARILE