1.Chi sei, da dove vieni e che musica proponi.
Mi chiamo Paolo Farina, ho vissuto in Puglia, in provincia di Bari, fino all’età di vent’anni, poi per circa un anno in Germania, nella zona di Stoccarda (facendo alcuni viaggi in autostop in Olanda, Belgio e Francia), e ormai da molti anni sto a Milano.
Attualmente, con il mo progetto Vallone, propongo una musica che può essere considerata “canzone d’autore”.
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di te?
Il panorama musicale italiano avrebbe avuto bisogno di me già diversi anni fa, nel senso che molte delle canzoni che ho scritto prima e durante il periodo ’74-’77 in cui ho collaborato come autore con Alessandro Colombini (considerato ancora oggi il produttore musicale italiano per eccellenza), col passare tempo si sono rivelate sempre più attuali. Purtroppo ad un certo momento (nel ’78) ho deciso di lasciare la musica per dedicarmi completamente all’insegnamento, per circa vent’anni. Però tutte le canzoni che avevo scritto e che ho continuato comunque a comporre, con il passare degli anni sono diventate per me così importanti da spingermi a ricominciare alla fine degli anni ‘90.
3.Se tu fossi una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare come strada da percorrere per arrivare al tuo sound?
Il mio sound è molto variegato, discograficamente nel corso degli ultimi tredici anni ho “frequentato” generi musicali diversi. Dal 2002 al 2010 ho realizzato tre album (tutti usciti con etichette e distributori) con un mio progetto chiamato Etnoritmo, che miscelava il dialetto pugliese dei miei testi con vari generi musicali, dall’etno all’elettronica, passando per il reggae e la canzone d’autore.
A maggio del 2014 è uscito per AMS/BTF il mio disco prog Humana Prog – Fiori Frutti Farfalle, che in realtà avevo ideato, composto e registrato con il gruppo GAS (Gruppo Acustico Sperimentale) nel periodo ’72-’73 su un’audiocassetta che ho ritrovato per caso qualche tempo fa.
Il 16 aprile scorso è stato pubblicato il mio primo cd da cantautore, Multiversi, con il progetto Vallone, ma io sto già lavorando al mio prossimo album che sarà un disco di canzoni blues.
Gli artisti del passato e del presente che ho seguito e seguo con attenzione ed interesse sono tantissimi e molto diversi per epoche e generi musicali, ne cito solo alcuni: Lucio Battisti, Claudio Rocchi, PFM, Banco, Le Orme, Alan e Jenny Sorrenti, Stormy Six, Area, Matia Bazar, Edoardo Bennato, Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Claudio Lolli, Lucio Dalla, Pino Daniele, Ivano Fossati, Vasco Rossi, Fabrizio de Andrè, Samuele Bersani, Jovanotti, Neffa, Eugenio Bennato, Enrico Capuano, 99 Posse, Sud Sound System, Gang, La Rosa Tatuata, Enzo Avitabile, Mauro Ermanno Giovanardi (ex La Crus), Paolo Benvegnù, Cesare Basile, C.S.I., Elisa, Nathalie, Lele Battista, Luca Gemma (ex Rosso Maltese), Zibba, Mannarino, Brunori, Evasio Muraro (ex Settore Out), Piero Sidoti, l’Orchestra di via Padova, La Scapigliatura, Anna Cinzia Villani… e molti altri, tra gli italiani.
Tra gli stanieri invece: Bob Dylan (è grazie alla sua musica ascoltata alla radio nel lontano ’65 che ho deciso di iniziare a suonare la chitarra), Beatles, Rolling Stones, Pink Floyd, Jimi Hendrix, Jethro Tull, Emerson-Lake-Palmer, Crosby-Still-Nash-Young, Carlos Santana, America, Cat “Sufjan” Stevens, John Mayall, Eric Clapton, Johnny Cash, Police, U2, Radiohead, R.E.M., Jeff Buckley, Youssou N’Dour, Nirvana, The Cranberries, Beck, Coldplay, Blur, Moby, Jamiroquai, Maroon 5, Stromae, Hooverphonic… e molti altri.
4.Il brano del tuo repertorio che preferisci e perché questa scelta.
In questo momento tra tutti i miei brani preferisco Oltre (dal mio ultimo disco Multiversi di Vallone) perché è un brano completamente acustico, registrato in diretta con tre chitarre e tre voci e che riporta alla musica della west coast statunitense (www.youtube.com/watch?v=xt4DysNL2KY).
5.Il disco che ti ha cambiato la vita.
Il disco che mi ha cambiato la vita è stato sicuramente Atom Hearth Mother dei Pink Floyd che ho avuto la fortuna di ascoltare dal vivo nel ’71 (a soli un anno e mezzo di distanza dal mitico festival Woodstock) a Mannheim in Germania durante un grande festival di tre giorni con la presenza molti gruppi, soprattutto inglesi (Pink Floyd, Incredible String Band, Rory Gallagher… ).
6.Il tuo live più bello e quello invece peggio organizzato.
Il mio live più bello è stato quello di tre anni fa nel teatro No’hma di Milano. Abbiamo suonato sul palco facendo da colonna sonora ad un’azione scenica con uno scrittore-attore che leggeva una sua opera e tre ballerine che sottolineavano alcuni momenti salienti dello spettacolo. Replicato due volte, lo spettacolo ci ha impegnati nei giorni precedenti con tre prove, precedute sempre da un accurato sound-check fatto da uno dei migliori giovani fonici di Milano.
Grande professionalità da parte di tutti e trattamento economico ottimo. Regista Charlie Owens. Con Livia Pomodoro (presidente del tribunale di Milano e sorella della compianta attrice Margherita Pomodoro, fondatrice del teatro) presente ad ogni spettacolo ad accogliere il pubblico, tutto rigorosamente non pagante (per partecipare agli spettacoli del No’hma basta prenotarsi sul sito del teatro www.nohma.it).
7.Il locale di musica dal vivo secondo te ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove hai suonato o ascoltato concerti di altri.
Due circoli Arci di Milano. Ancora troppo sottovalutato l’Arci Scighera, un locale capiente, con un ottimo palco, un impianto audio eccellente, con vari fonici competenti.
Il locale eccessivamente valutato secondo me è invece l’Arci Cicco Simonetta (che ha la fortuna di trovarsi in una zona centrale di Milano molto frequentata nella tarda serata, quella dei Navigli) con una sala ed un palco piccolissimi ed impianto audio ed un fonico inesistenti.
8.Le tre migliori band emergenti della tua regione.
In Lombardia ed in particolare a Milano e provincia ci sono molte band o cantautori emergenti bravissimi, però, siccome molti di loro sono miei amici e, tra l’altro, hanno partecipato ad alcune registrazioni dei miei ultimi dischi, non posso certo sceglierne solo tre.
In Puglia, mia regione di origine, ed in particolare in provincia di Bari in cui vivo per almeno sei settimane all’anno, tra le migliori band emergenti ne citerei almeno quattro:
Puntinespansione (www.facebook.com/puntinespansione)
Acquasumarte (www.facebook.com/Acquasumarte)
Nabel, giovanissimo cantautore “indie” (www.facebook.com/nabelmusic)
Davide Berardi (www.facebook.com/davideberardiofficial).
9.Come seguirti, contattarti, scambiare pareri con te.
Paolo Farina: www.facebook.com/etnoritmo – www.pugliasounds.it/it/169/etnoritmo/849/
Vallone: www.facebook.com/progettoVallone
Multiversi su Spotify: https://play.spotify.com/album/0I1bQNGIWW7tMlL4GL8mpo
Multiversi su iTunes: https://itunes.apple.com/it/album/multiversi/id983532671
10.La decima domanda, che mancava: “Fatti una domanda e datti una risposta”.
Partecipando a vari concorsi per band emergenti mi è capitato spesso di arrivare in finale e quindi di salire sul palco con i miei musicisti (tutti molto più giovani di me) insieme agli altri finalisti, anch’essi di solito molto più giovani di me (anche se in realtà l’età degli artisti cosiddetti emergenti ormai si aggira intorno ai trentacique anni). Intuendo la perplessità iniziale del pubblico nel vedermi lì a gareggiare con musicisti di ben altra generazione, ho spesso spiegato il motivo per cui alla mia “veneranda” età sono (ancora) considerato un “emergente”. Quindi la domanda è:
D: Come mai nonostante la tua “veneranda” età ti trovi spesso a gareggiare con giovani artisti emergenti?
R: A quarant’anni, come spesso succede alla gente a quell’età, ho fatto un bilancio della mia vita e mi sono accorto che ormai ne avevo vissuto almeno la metà ma non avevo ancora realizzato l’unico mio sogno importante: esprimermi con la musica! Ho quindi deciso di ricominciare da zero, dedicando da quel momento tutto il mio tempo libero solo alla musica, ed adesso, dopo 15 anni, a tutti gli effetti sono nelle stesse condizioni di un musicista che ha iniziato a vent’anni.
Di solito a questo mio breve discorso fatto sul palco prima della performance, segue un caloroso applauso del pubblico che dimostra così di apprezzare molto la scelta, pur se tardiva, di non rinunciare ai propri sogni, scelta che, ne sono sicuro, molte delle persone che hanno raggiunto il giro di boa dei quarant’anni si sono trovate ad affrontare e forse molti hanno dovuto decidere di rinunciare definitivamente alle proprie aspirazioni. Non è il mio caso, fortunatamente…
DORIANA TOZZI