Il Pilastro della Terra di questo mese è un libro steso da un uomo che ebbe talmente a cuore la politica italiana e soprattutto l’unità della nostra nazione, che, salpando per essa, morì tragicamente, inghiottito dalle onde del mare.
Sto parlando del numero 690 tra i mille di Garibaldi, e cioè di Ippolito Nievo.
La sua opera più memorabile è senz’ altro Le Confessioni Di Un Italiano, romanzo che venne pubblicato postumo da Le Monnier grazie a due amici di vecchia data dell’autore (poeti anch’essi), ovvero Erminia Fuà Fusinato e Arnaldo Fusinato.
Il protagonista, Carlo Altoviti, è il ritratto del poeta. Egli vive come lui, percependo le sue stesse emozioni e indossando la stessa casacca politica da patriota. Il protagonista è preso totalmente dalla causa della liberazione italiana, in lui la dignità civile, che portò gli eroi nazionali del tempo a sacrificare ricchezze materiali spirituali per l’Italia, diviene focoso orgoglio e obiettivo da perseguire strenuamente. Egli, come probabilmente il poeta di cui è immagine speculare, è invaghito di una fanciulla, la Pisana, la quale è frivola e un po’ giuliva, ma lo affianca nel suo desiderio di diventare italiano. Un desiderio, quello patriottico, che viene spesso osservato sotto più profili. Da un punto di vista storico Carlo Altoviti è fiero di non morire da veneziano, ma morire da italiano.
Questo romanzo, che è una falsata autobiografia, racchiude tutta la potenza narrativa che possono avere i racconti di un’epoca in cui si vede sorgere una nazione. Il dinamismo non manca al romanzo e complice di ciò è il linguaggio, che si mantiene sempre su un registro medio, mai volgare, ma mai ampolloso.
Ippolito Nievo traccia, come un raffinato disegnatore, un bozzetto emblematico di un’età storica, di cui spesso non siamo consapevoli. Lo fa con passione e con convinzione. Insomma, un bel romanzo.
VITO PUGLIESE