9+1=Stile – La moda raccontata da chi la fa
In passerella con MONICA COCCIARDO
1.Chi è Monica Cocciardo?
Costumista, storico dell’arte, studiosa di storia della moda. Della moda ho fatto la mia vera passione, soprattutto della moda del passato, ma anche delle nuove tendenze, anche se la moda “che fu” ha molto più da raccontare, in quanto era una continua scoperta di ciò che oggi forse già sappiamo!
2.Cos’è per te “la moda”?
La moda è una continua evoluzione, una scoperta senza tempo, una forma camaleontica di essere, apparire, dire, fare, pensare, agire, ascoltare, emozionare. La moda ha il potere di influenzare la mente dell’intera umanità, di trasformarla, appassionarla o disgustarla, sdegnarla… impressionarla! La moda è un “costume” che segna, delinea, costruisce il nostro “essere” o “modo di essere”.
3.Cosa proponi di nuovo al mondo della moda?
Essendo appassionata principalmente di moda del passato, proporrei di riprendere l’eleganza dell’abito di un tempo, rivisitato e riadattato al nuovo mondo di oggi.
4.T’ispiri a qualche stilista/designer?
Le mie creazioni sono principalmente riproduzioni di abiti storici e, come tutti i costumisti, ho il mio “idolo”, Marie-Jeanne Rose Bertin: donna bizzarra, stravagante e potente modista. Rose Bertin è stata tra i primi “stilisti” della storia. La sua eccentricità ha conquistato l’Europa intera del XVIII secolo, ma principalmente la Regina Maria Antonietta.
5.Quando hai deciso di intraprendere questa professione e chi si rivolge a te?
Un giorno conobbi una sarta, appassionata di abiti storici, di cui vidi alcune realizzazioni che mi destarono una forte emozione. Così, per gioco, cominciai a studiare la storia della moda e i suoi modelli. Dallo studio passai un po’ alla volta alla realizzazione di alcuni modelli del ‘700 e dell’ ‘800 e da allora è diventato un lavoro fatto di passione e coinvolgimento dei sentimenti, oltre che un approfondimento dei miei studi sotto altra forma. A me si rivolge principalmente un pubblico adulto, culturalmente preparato ed esigente, desideroso di rivivere il passato attraverso i miei abiti.
6.La tua collezione più bella.
La collezione di cui vado maggiormente fiera è quella del 1700, soprattutto perché è un’epoca storica molto particolare, eccentrica e fantasiosa.
7.Il miglior evento di moda a cui hai partecipato.
Sicuramente il The Look Of The Year 2014 organizzato a Palazzo Pugliese di Trani da una nota agenzia di moda pugliese. Vedere i miei abiti ottocenteschi sfilare con tanta grazia mi ha resa orgogliosa.
8.I migliori stilisti/designer del panorama odierno.
L’intramontabile eleganza di Valentino: il fascino dei suoi abiti non conosce tempo.
Ma anche Ferragamo, rivoluzionario e creativo.
9.Infine, un consiglio a chi si affaccia per la prima volta al mondo della moda.
Il mondo della moda, per quanto stupendo e scintillante, nasconde anche molte insidie, per cui consiglio sempre di trovare il giusto compromesso per vivere al meglio questo settore. Inoltre consiglio sempre di far proprio un capo d’abbigliamento durante una sfilata, per valorizzarlo e per affascinare il pubblico.
+1.Smart question: quali sono, secondo te, gli “abiti più brutti” della storia?
Domanda insidiosa a cui però rispondo volentieri. Ritengo che gli abiti più brutti della storia siano di Rei Kawakubo, stilista del 1990. I suoi abiti sono ridicoli e impossibili da indossare. O ancora gli abiti di Yohji Yamamoto, alcuni realizzati con pezzi di legno e cerniere metalliche. Sicuramente sono stilisti originali, ma io credo che un abito debba essere soprattutto indossabile, non debba restare solo una scultura!
PITIAN
Per saperne di più, leggi anche l’articolo di Because The Style: http://www.becausethestyle.com/2015/09/09/because-to-want-to-revive-a-myth/