1.Chi sei, da dove vieni e che musica proponi.
Mi chiamo Alessandro Casalis e sono nato e cresciuto a Torino. Nell’evoluzione musicale che ho vissuto in questi anni, mi trovo oggi a presentare un progetto indipendente che raccoglie canzoni con testo in italiano e forti influenze rock, soprattutto nella versione live dei brani, dove rimane comunque un’attenzione importante ai testi e alla “parola”, caratteristica tipica dei cantautori. Perlomeno l’intento è questo…
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di te?
Il panorama musicale italiano è sempre più in fermento e le nuove soluzioni di ascolto (piattaforme streaming, free download, social network, ecc…) facilitano questo fermento in termini di diffusione, che a sua volta genera nuova curiosità, nuovi ascolti e quindi nuove produzioni.
Nonostante la discografia tradizionale sia in un momento di stallo, ci sono comunque anche all’interno del nostro Paese spazi e nuove possibilità per chi vuole portare avanti la propria proposta musicale.
3.Se tu fossi una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al tuo sound?
Musicalmente sono sempre stato onnivoro e per questo motivo diventa molto difficile individuare pochi nominativi a rappresentare un percorso che mi ha condizionato musicalmente per anni. Senz’altro ha avuto un ruolo fondamentale Lucio Battisti, come punto di congiunzione tra il “suono americano” e la cultura popolare. Senza le sue canzoni sarebbero state molto diverse tanto la scena musicale italiana passata quanto quella attuale.
Restando in Italia mi piace poi molto l’approccio alla parola e la scrittura di Daniele Silvestri.
Fuori dai confini citerei invece i Pearl Jam per l’apporto musicale che continuano a dare al rock dagli anni ‘90, ma anche per le collaborazioni e la vicinanza al panorama dei songwriters (Neil Young, Ben Harper, ecc).
Tra gli ultimi ascolti mi ha invece molto colpito Glen Hansard, peraltro in concerto a Milano qualche settimana fa. Vecchia conoscenza del rock come attore nel film The Commitments.
Per aggiungere le quote rosa, indicherei invece Elisa. Senz’altro non è una delle “coordinate” per arrivare al mio sound, ma l’approccio che incrocia il suo “caos calmo” (un taglio rock con grande attenzione agli arrangiamenti) mi piace molto.
4.Il brano del tuo repertorio che preferisci e perché questa scelta.
Senz’altro uno dei brani principali all’interno dell’album è Guardare Sempre Avanti. È una ballad con un’apertura al futuro. Una canzone di speranza. È la consapevolezza che chiunque possa risolvere la propria situazione guardando avanti. Ognuno ha modo di lasciarsi andare e fare quello che sente. Forse il messaggio può risultare semplice e banale, ma molto spesso la semplicità è la miglior soluzione: https://soundcloud.com/alessandrocasalis/guardare-sempre-avanti?in=alessandrocasalis/sets/avventure-umane-particolari.
5.Il disco che ti ha cambiato la vita.
Out of Time dei REM. Non lo ritengo il migliore della loro discografia, ma ha un forte valore affettivo. Ascoltandolo ho realizzato la potenza delle canzoni nell’arrivare al centro dell’ascoltatore.
6.Il tuo live più bello e quello invece peggio organizzato.
Mi piace molto il contesto dei concerti nei club. Offrono la possibilità di sonorità più rock pur obbligando a mantenere l’attenzione sulla qualità dell’esecuzione. Per questo motivo il live più bello è proprio all’interno di un club. Qualche anno fa ho avuto il piacere di fare l’opening act per Lalli e Pietro Salizzoli all’Hiroshima Mon Amour di Torino. Ho trovato una grande disponibilità da parte di questi due grandi artisti e grande professionalità e cortesia in tutto lo staff di fonici e organizzatori.
Una serata riuscita. Mi sono divertito molto.
Il concerto peggio organizzato risale invece a molti anni fa. Utilizzare il termine “organizzato” è un eufemismo. All’interno di una palestra comunale, nulla ha funzionato come doveva. Per certi versi era anche diventato un gioco, quasi divertente, poter immaginare quello che di nuovo sarebbe capitato a breve.
Attrezzatura mancante, allagamento di un’area parziale dello spazio fronte palco, fonici non presenti… ma anche questo è rock’n’roll!
7.Il locale di musica dal vivo secondo te ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove hai suonato o ascoltato concerti di altri.
Credo che ci siano molti locali ben strutturati e organizzati per situazioni live, molti di questi nella zona del Triveneto, che dovrebbero avere maggiore attenzione per l’impegno che viene messo da gestori e organizzatori. Su Torino mi piace molto il Blah Blah sia per la proposta artistica che per gli spazi e la situazione creata. Sicuramente uno spazio importante per la città.
Sui locali sopravvalutati, non saprei.
8.Le tre migliori band emergenti della tua regione.
Tra le band emergenti citerei Il terzo istante. Oltre alla proposta musicale, sono molto bravi nel proporsi tramite i video dei brani e le immagini. Una band completa: https://www.facebook.com/ilterzoistante.
Bianco tra la categoria dei nuovi cantautori. Senz’altro non un vero e proprio “emergente”, ma credo vada citato per i contenuti: https://www.facebook.com/Bianco/.
E poi Galapaghost. Anche in questo caso non un emergente nel senso classico del termine. L’artista texano ha però forti legami con la piemontese e lungimirante Lady Lovel Label di Ru Catania (Africa Unite e Wah Companion). Un indie-folk che nonostante la semplicità del genere, sorretto da voce e chitarra acustica, riesce ad essere assolutamente personale e mai banale: https://soundcloud.com/caseynchandler.
9.Come seguirti, contattarti, scambiare pareri con te.
Il sito dove poter ascoltare e scaricare in free download l’album è questo: http://www.alessandrocasalis.it/
La pagina facebook: https://www.facebook.com/alecasalis/
Soundcloud: https://soundcloud.com/alessandrocasalis.
10.La decima domanda, che mancava: “Fatti una domanda e datti una risposta”.
D: Quante possibilità ci sono oggi per una band o un artista di poter intraprendere una carriera da musicista?
R: Pochissime, infinitesimali. Ma questo non deve diventare, soprattutto per le band più giovani, motivo per demordere e non portare così avanti i propri progetti e presentare la propria produzione musicale.
DORIANA TOZZI