1.Chi siete, da dove venite e che musica proponete.
Siamo i Pecori Greg, veniamo da Bologna e proponiamo un rock classico, mistico e dislessico.
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di voi?
Senz’altro noi avevamo bisogno del panorama musicale italiano.
3.Se voi foste una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al vostro sound?
Il navigatore dovrebbe perdersi in una macro area rockurbanisticamente caotica i cui Juke Box diffondono Beach Boys, Beatles, Led Zeppelin, Rolling Stones, Ivan Graziani, Nick Drake, Giorgio Gaber, Mariposa, Parliament, i blues rurali del Delta, Gong, Beck, Beppe Maniglia, Blur, tant’altr*, che ossequiamo e ringraziamo sentitamente.
4.Il brano del vostro repertorio che preferite e perché questa scelta.
My awesome paperotto, è forse il brano che sintetizza trasversalmente gli stili espressi nell’album:
https://trovarobato.bandcamp.com/track/my-awesome-paperotto
https://www.youtube.com/watch?v=tDtPVk0XIOM.
5.Il disco che vi ha cambiato la vita.
La risposta a questa domanda presuppone un rigore, una certezza e una self confidence di cui non disponiamo. Diciamo che può esserci un disco che corrisponde alla colonna sonora d’ogni svolta esistenziale significativa per la vita d’gnun*. Se proprio dobbiamo indicarne uno, e comune, e che ne rappresenti quindi almeno una ventina, diremmo Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band dei Beatles. C’è dentro (secondo noi) l’esperienza e la sublimazione di tanti stati d’animo, stili e attitudini, con una plusvalenza d’euforica, divertente psichedelìa, il tutto concepito e fatto con vampe d’incoscienza e profonda saggezza, vissuto con gioia puerile e competenza magistrale. Quindi (sempre secondo noi) può andar bene per la senilità come per la fanciullezza, per la tempesta ormonale come per il matrimonio.
6.Il vostro live più bello e quello invece peggio organizzato.
Presso un Circolo di Milano, un posto cui siamo affezionati, e loro a noi vieppiù. Locale molto piccolo, accogliente, intimo e raccolto. In cinque sul palco da picnic dovevamo stare in occhio a non cavarci l’orecchio con le palette dei cordofoni. In entrambe le date che abbiam suonato costì, prendevo una buona scossa sulle labbra dal microfono. Così parte della performance consisteva nel fare un set intermedio in cui mentre io farneticavo in scioltezza, i miei compari provvedevano a una messa a terra commovente ma inefficiente, prima con corde di chitarra esauste da collegare al ponte della stessa, poi con altri ravaldoni che non ricordo. Abbiamo quasi risolto mettendo un cappuccio di stoffa al microfono (la voce aveva una bella filigrana).
7.Il locale di musica dal vivo secondo voi ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove avete suonato o ascoltato concerti di altri.
Ogni luogo che propone musica originale dal vivo gode del nostro rispetto. I diversi livelli d’efficienza, così come il premio qualità e cortesia vengono assegnati/consegnati secondo contingenza.
8.Le tre migliori band emergenti della vostra regione.
Nei Shi (https://www.facebook.com/NeiShi.Official)
Frei (http://www.freifreifrei.com)
Ottone Pesante (https://www.facebook.com/ottonepesante).
9.Come seguirvi, contattarvi, scambiare pareri con voi.
Email: pecorigreg@gmail.com
Facebook: https://www.facebook.com/pecorigreg
Twitter: https://twitter.com/pecorigreg
Il disco in streaming: https://trovarobato.bandcamp.com/album/merry-krishna-hare-christmas
YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCNL6iOLtW7eCI8kBCx0mqBQ.
10.La decima domanda, che mancava: “Fatevi una domanda e datevi una risposta”.
Come i protagonisti delle canzoni dell’album, rispondiamo continuamente a domande che non ci vengono poste, ‘sicché non possiamo farci domande cui non potremmo rispondere…
Detto questo, siamo lieti e vi siamo grati per l’attenzione concessa dall’intervista, e approfittiamo dello spazio libero per veicolare il grido di pace di Merry Krishna, Hare Christmas, un disco d’immaginari classici del rock che sotto sotto son sotto le orecchie di tutt*, e parlano, attraverso una galleria di personaggi altrettanto immaginari che tutt* conosciamo senza mai averli incrociati, del bisogno di fratellanza, pace e inclusione che vulnera i nostri tempi. Storie di ampi spazi e claustrofobia, di libertà e dipendenza, di allegrezza e inquietudine, di pubertà e senilità, di amore e soprattutto psiche, narrate con un linguaggio rock diversamente tale.
DORIANA TOZZI