Dalla Lombardia ci giunge il corposo e pompato disco d’esordio dei Casablanca, moniker dietro il quale si celano quattro veterani della scena alternativa italiana con un curriculum di tutto rispetto. Capitanati dal bel vocione di Max Zanotti, il quartetto sforna undici pezzi a suon di chitarrone iperprodotte, verve nazional-popolare, atteggiamento ruspante da hard-rockers impenitenti, aspirazioni smaccatamente radio-friendly e tanto tanto mestiere.
Il risultato è un pasticcio, sia nelle intenzioni, sia nelle riuscita. Il problema fondamentale è che non capisco quale dovrebbe essere il senso di ondeggiare, spesso nello stesso pezzo, tra riffoni presi di peso dal manuale di “grunge per principianti” e impeti melodici da pop ultracommerciale, perché questa è spesso la formula utilizzata dai nostri. Non capisco che senso abbia un improbabile incrocio tra i Negramaro e gli Audioslave, per fare due nomi tra i tanti che vengono in mente. E di certo non aiuta la pressoché mancanza di qualsiasi tentativo di andare oltre un canovaccio standard nella costruzione dei pezzi, tra riff e melodie riciclate e assemblate senza la volontà di prendersi alcun genere di rischio e uscire dal comodo, ma mortificante, sentiero del già sentito.
Se nei pezzi tirati almeno c’è quel po’ di grinta che indora la pillola, nelle ballate o nei pezzi più “introspettivi”, la carenza di creatività risalta in maniera vividissima, la nuvola di pretenziosità che aleggia su quasi tutti i quarantacinque minuti dell’album si espande e diventa scurissima, e i peggiori mostri della canzone italiana si affacciano minacciosi…
Un album curatissimo, per carità, ma che offre davvero poco al di là della sua superficie patinata: povero di spunti e di emozioni, dubito passerà la prova del tempo.
Sito Ufficiale: www.casablancaofficial.it
Video di Gelido: https://www.youtube.com/watch?v=qrfqKOQrB9w
FRANCESCO CAPUTO