1.Chi siete, da dove venite e che musica proponete.
Siamo Joseph Martone and the Travelling Souls, band italo-americana. Anime viaggianti attraverso un suono esplorando in musica mondi diversi e distanti tenuti insieme dal folk, dalla musica popolare mediterranea e dal rock del sud ovest americano.
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di voi?
Domanda particolare… Infatti da un certo punto di vista, io, Joseph Martone, vivo prevalentemente in Italia e rappresento un po’, mi sembra, nel mio “piccolo” e nella mia musica, la lunga storia dell’immigrazione, il via vai di tante generazioni di famiglie italiane. Partiti, cresciuti oltreoceano, e tornati nel mezzogiorno. Pieni di influenze, ispirazioni, separazioni, tradizioni, sapori, lingue, dialetti… un melting pot per creare un’identità specifica alla “mia anima viaggiante”, qui sul territorio italiano.
3.Se voi foste una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al vostro sound?
I nomi forti che hanno segnato la nostra strada – per non farla troppo lunga perché ce ne sono tanti – sono questi: partiamo da Bob Dylan, Tom Waits, Nick Cave, Paolo Conte ed altri più recenti come Wilco, Calexico, Mark Lanegan. Per fortuna, e ne siamo più che onorati, alcuni giornalisti in alcune recensioni ci hanno avvicinati a questi mostri sacri, e la strada continua…
4.Il brano del vostro repertorio che preferite e perché questa scelta.
In questo momento direi Wounded Love, tratto dall’ultimo EP Glowing in the Dark, uscito ad Ottobre 2015. Perché in questo periodo, Wounded Love è una semplice ballata, sincera, che ha poche pretese e racconta la vita che accade. Unisce suoni del passato a quelli di oggi, è come un punto di riferimento alla strada di cui parlavamo sopra e che continua ad evolversi avanti: https://soundcloud.com/joseph_martone_and_the_travelling_souls/wounded-love.
5.Il disco che vi ha cambiato la vita.
Live at Fillmore East degli Allman Brothers.
6.Il vostro live più bello e quello invece peggio organizzato.
Recentemente, il nostro concerto al Monk Club di Roma è stato il più bel live: grande incontro di energie, persone, e quindi il suono che cerchiamo, qualcosa di magico.
Il peggiore invece, in una località di mare cinque anni fa: organizzazione tremenda, trattati come degli animali, ed il suono che nessun musicista vorrebbe mai offrire a un pubblico.
7.Il locale di musica dal vivo secondo voi ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove avete suonato o ascoltato concerti di altri.
Domanda difficile, dipende dai generi musicali. Però vorrei almeno sottolineare l’attività del Cellar, un locale napoletano che mi sembra un po’ sottovalutato.
8.Le tre migliori band emergenti della vostra regione.
Gentlemen’s Agreement (PsychoIndustrialSamba), Bufalo Kill (Blues’n’Roll), Fitness for Ever (indie/pop/sunshine/psychedelic).
9.Come seguirvi, contattarvi, scambiare pareri con voi.
Tramite il nostro sito internet: http://www.josephmartoneandthetravellingsouls.com/ oppure la pagina Facebook dove trovate tutte le nostre attualità più fresche, sempre aggiornate https://www.facebook.com/JosephMartoneAndTheTravellingSouls.
10.La decima domanda, che mancava: “Fatevi una domanda e datevi una risposta”.
Come dicevamo all’inizio, The Travelling Souls sono composti da vari musicisti sparsi nel mondo ma con una sinergia di suoni e di anima, e tutti collegati in qualche modo alle terre dalla Campania, anche quelli non italiani. E un progetto d’incontri, dunque, di domande continue sulla propria vita e su quello che sarà. Si risponde perciò solo in musica, mettendosi l’anima al riparo dalla solitudine e contemporaneamente esponendola alle intemperie, certo che alla fine del viaggio c’è la luce. E un po’ il senso del titolo dell’ultimo EP Glowing in the Dark.
DORIANA TOZZI