1.Chi sei, da dove vieni e che musica proponi.
All’anagrafe (per essere certi) risulto come Giuseppe Crea, nato a Palmi (RC) e residente a Camerino (MC). La mia musica si propone di distruggere le vostre orecchie, cuffie o casse, nel momento in cui l’ascoltate ad alto volume ed a riflettere seriamente su quello che avete ascoltato.
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di te?
Esistono molte band o artisti emergenti in Italia, che hanno dato e danno sfogo alla loro libera creatività ed anche io nel mio piccolo, faccio parte di questo humus. Per entrare nell’esercito del grande panorama musicale italiano però, la chiamata è volontaria, non c’è nessuno che ti chiede di farlo, se non te stesso.
3.Se tu fossi una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al tuo sound?
I miei ascolti sono infiniti, ma sinceramente non penso ad artisti del passato o del presente nel momento in cui compongo una canzone, per me si tratta più di un confronto interiore, di qualcosa che ho dentro e che poi esce fuori. Nonostante tutto, spero di essere raggiunto da chi mi merita, alla fine niente accade per caso.
4.Il brano del tuo repertorio che preferisci e perché questa scelta.
Tutti i miei brani sono come dei figli per me, sceglierne uno è difficile, però dovendo scegliere, L’occhi dei santi (https://soundcloud.com/giuseppe-krea/locchi-di-santi) è forse quello che rappresenta meglio la summa del mio lavoro, mi piace giocare col folk smembrarlo ed amalgamarlo con altri generi.
5.Il disco che ti ha cambiato la vita.
Beat folk and Inchoerent songs… il mio!
6.Il tuo live più bello e quello invece peggio organizzato.
I live sono tutti belli, se ti danno l’opportunità di suonare e di presentarti ad un pubblico… anche quelli peggio organizzati ti mettono comunque alla prova.
7.Il locale di musica dal vivo secondo te ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove hai suonato o ascoltato concerti di altri.
Sinceramente quando entro in un locale non mi aspetto niente, per cui non li sottovaluto o sopravvaluto. La verità è che esistono tante realtà, alcune che funzionano bene, altre dove la musica dal vivo non è mai entrata, altri invece che cercano di dare spazio anche agli artisti emergenti, altri ancora si limitano a far suonare solo le cover band, altri che soffrono del tabù del sintetizzatore e poi le discoteche che a volte danno posto solo ad un determinato tipo di musica elettronica.
8.Le tre migliori band emergenti della tua regione.
Tra Calabria e Marche, faccio tre nomi che meritano menzione:
Enzo Pietropaolo (minimal house) http://www.juno.co.uk/products/enzo-pietropaolo-all-over-again-ep/595967-01/
Kòoan (electronic, avantguarde) https://soundcloud.com/kooan_experimental
Tetuan (noise rock) http://www.brigadisco.it/prodotti/catalogo/brg_045.html.
9.Come seguirti, contattarti, scambiare pareri con te.
Fb: https://www.facebook.com/Krea-977636265628657/
e-mail: giuseppe-crea@hotmail.com
10.La decima domanda, che mancava: “Fatti una domanda e datti una risposta”.
Farsi una domanda di cui si sa già la risposta non mi aiuta di certo a riflettere su me stesso, se il mio cervello si pone una domanda è perché non trova alcuna soluzione, per cui dovrei porre la domanda ma senza fornire alcuna risposta. Del resto porsi una domanda dovrebbe servire a risolvere un problema, ma se il problema non c’è, allora manca anche la soluzione. Diversamente se esiste il problema, questo è dentro di te, perciò sai anche qual è la soluzione, ed allora in questo caso, non ha senso porsi la domanda. Per cui la domanda che mi pongo e la risposta che do sono le seguenti:
D: Riuscirai a rispondere a questa domanda?
R: Mi sa di no.
DORIANA TOZZI