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Massimo Carrieri presenta il suo “Zahir” al Piano City Napoli

MassimoCarrieriZAHIRcoverIn occasione del Piano City, svoltosi a Napoli all’inizio del mese, abbiamo incontrato Massimo Carrieri, originario di Martina Franca (TA), che ha conquistato la nostra attenzione con il suo talento e la passione che riesce a trasmettere attraverso la sua musica, frutto tanto dei suoi studi (diplomatosi al Conservatorio G. Verdi di Milano in organo e composizione e in musica jazz, si è perfezionato in musica per film all’Accademia Chigiana di Siena e presso il Berklee College di Boston, studiando con docenti quali Renato Serio e Luis Bacalov) quanto delle sue collaborazioni (Antonella Ruggiero, Marco Tamburini, Cristina Zavalloni, Charles Hayward…) e delle sue varie esperienze (tra le quali arrangiamenti per alcuni programmi televisivi della Rai e per vari spettacoli teatrali) ma soprattutto del suo gusto personale sopraffino, espresso già in maniera originale, nel 2007, con il suo primo lavoro discografico, Seven, autoprodotto.

Il suo secondo lavoro, Zahir, registrato al Farina Store di Ostuni (BR) e uscito per l’etichetta Effemusic, vede il pianista e compositore Carrieri cimentarsi anche con il synth ed il berimbau, e ospita artisti quali Salah addin Roberto Re David, musicista della tradizione islamica, già noto ai lettori di I Think (qui l’intervista a lui dedicata: https://www.ithinkmagazine.it/interviste/7043-thumbnail-salah-addin.html) e la cantante salentina Imma Giannuzzi.

I Think ha avuto la fortuna di assistere, durante Piano City Napoli, alla presentazione di questo originale lavoro nella hall del Museo Pan, dove era raccolto, per l’occasione, un pubblico silenzioso ed attento.

Levante, intro lieve, vede Carrieri sfiorare i tasti del piano con una sublime delicatezza, per poi aprirsi, in Kundalini, verso suoni più decisi e corposi: accordi caldi, dita sicure e movimenti lenti ci offrono note profonde ed evocative.

Una catena metallica, lasciata cadere quasi a caso, durante l’esibizione live, sulle corde del piano a coda, offre suoni inaspettatamente arabeggianti, dagli echi e vibrazioni altamente avvolgenti.

Ne Il Silenzio Intorno, Carrieri pizzica le corde del piano con la mano, creando effetti acustici che sembrano provenire dal mondo arabo: e così, mentre la nota precedente riecheggia ancora nell’aria, le si sovrappone subito quella successiva. Il brano si “apre” in questo modo, schiudendosi come la corolla di un fiore in un fraseggio musicale poeticamente coinvolgente.

Terraross è introdotta da una serie di arpeggi, per poi crescere, alternando stop improvvisi ad un percorso che sfiora il tango, ricordando suoni della terra di Puglia, che rendono il pezzo particolarmente accattivante ed omaggiano, allo stesso tempo, la terra di origine di Carrieri.

Leaving, profondamente lenta e romantica, lascia il posto all’apertura ritmata di Lost In Her Dance, un originale dialogo tra note basse ed alte e fraseggi provenienti da terre lontane, che non ti aspetti.

Zahir, che dà il titolo al lavoro, è caratterizzata dall’inquietudine di due note che si ripetono in maniera molto incisiva; la segue Father, ricordo d’infanzia, dalla dimensione tenue e lenta, intervallata da alcuni momenti caratterizzati da note più profonde.

In Carousel D’Hiver un trionfo di note ad omaggiare e ricordare la giostra di Montmartre; dopo un attimo assaporiamo la libertà di Labyrinth, in cui l’originalità della composizione e la sua non prevedibilità, le conferiscono un sapore particolare che va a dare un valore aggiunto a tutta l’opera.

Chiusura con Under Manhattan Sky, intensa, a descrivere la permanenza e la relativa esperienza americana di Carrieri attraverso un excursus musicale di indubbio gusto e valore.

Artista intenso: da ascoltare.

DONATELLA DELLE CESE

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