Dario Stoppa, a.k.a. Bljak Randalls, a.k.a. Hyris Corp. Ltd., polistrumentista veneziano coadiuvato in questa occasione dalla tocco produttivo di Paolo Messere (Seahorse Recordings, Blessed Child Opera) e dalle bacchette ipercinetiche di Matteo Anelli, giunge al suo omonimo esordio discografico proponendoci quaranta minuti scarsi di progressive rock le cui dinamiche vengono volutamente “ingabbiate” in episodi dal breve minutaggio a onta delle tradizionali lungaggini a cui è, a torto o a ragione, associato il genere in sé.
Una generale opera di prosciugatura che comunque non impedisce al nostro di inerpicarsi in strutturazioni complesse né di ammansire i vortici solisti della sua chitarra; piuttosto, senza “scadere” in una canonica forma-canzone, rende quasi obbligata l’adozione di spunti provenienti ora dal post-rock, ora dalle arzigogolature math, ora dai krautismi più disparati che, senza sacrificare complessità e possibilità espressive, renda il tutto più velocemente assemblabile, arricchendo al contempo la resa atmosferica ed emotiva del lavoro.
Il risultato sta in una sorta di mediazione tra il Fripp più tradizionale e le esplorazioni di marca Tortoise/Gastr Del Sol, un flusso che accompagna l’ascoltatore nelle vivide dinamiche con cui il nostro dipinge i suoi brevi ma curatissimi quadri. Le atmosfere liquide di She Watches The Rain, gli echi postrock di One Million Times e la tensione tra spigolosita math e istanze più contemplative di Thames 66, sono elementi che ben rappresentano i restanti brani contenuti nel lavoro. Una gran varietà di spunti che tuttavia a volte passano senza lasciare segno, che rendono in definitiva questo album una sorta di contenitore provvisorio di bozze, suggestive e immaginifiche, ma che comunque necessitano o di una cornice generale che le dia un senso più tangibile o di essere sviluppate ulteriormente.
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FRANCESCO CAPUTO