Luoghi abitati e poi abbandonati, come la regione di Westouter in Belgio, il quartiere aeroporto dell’Isola di S. Maria nelle Azzorre o casa Arcangeli a Bologna, sono i racconti del fotografo barese Giuseppe De Mattia. Nato nel 1980, Giuseppe ha completato la sua formazione al D.A.M.S. di Bologna e ha proseguito gli studi al Politecnico di Milano, unendo così la fascinazione per il cinema alla tecnica urbanistica. La sua prima esperienza importante la fa come documentarista per la televisione portoghese.
A Lisbona realizza il portfolio Dietro I Monti e nel 2008 è assistente di Marina Ballo Charmet sul progetto Il Parco. Sviluppa quindi quella particolare sensibilità a testimoniare il vissuto, a leggere l’assenza in uno spazio svuotato, ripudiato, a cogliere la traccia essenziale dello strappo tra prima e dopo.
Può la fotografia ispirare racconti brevi? La risposta è nel progetto sperimentale Una Leggera Corrispondenza, realizzato con lo scrittore Francesco Locane. Una serie di composizioni di immagini inviate come epistole a Francesco e di testi brevi scritti in risposta. Sono nate così le piccole storie allestite a Spazio Meme Carpi.
Dedicato alla terra d’origine, Storie Dal C.E.P. Village di De Mattia e Cristina Portolano, è il racconto visivo del degrado della costa a Sud-Est di Bari. Immagini di abusivismo e abbandono che si animano con i ricordi dell’infanzia.
La raccolta Cartoline Dalle Puglie, a cura di Fabrizio Bellomo, ha visto la collaborazione di De Mattia con Maria Guidone per la realizzazione di foto-cartoline, che sono un percorso nella Puglia turistica attraverso lo sguardo critico e curioso di dodici fotografi pugliesi irriverenti. Le foto penetrano la superficie dei simboli turistici tradizionali per mostrarne la vera natura.
Nel 2012 De Mattia è stato finalista al Premio Di Fotografia Contemporanea Francesco Fabbri a Treviso ed ha pubblicato Strada Maggiore 49 (Casa Arcangeli).
BENEDETTA CAMPANILE