1.Chi sei, da dove vieni e che musica proponi.
Mi chiamo Michele Pavanello, sono nato e vivo tra le campagne appoggiate alle rive del grande fiume, quando si apre a delta e, carico delle storie raccolte, si riversa in mare; la nebbia d’inverno e le zanzare d’estate sono un prezzo che si può serenamente pagare per assistere ad uno degli spettacoli più belli della natura. Le mie canzoni nascono qui, la mia christian music nasce qui. Indovinato? Sì, è il Polesine.
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di te?
Lo ammetto, mi hai messo in crisi con questa domanda, così dopo averci pensato e ripensato ho capito che una risposta non ce l’ho. Cerco solo di fare il mio mestiere con onestà e rispetto; non inganno chi mi ascolta, accetto volentieri il rischio di essere ignorato. Racconto le mie storie e cerco compagni di viaggio, tutto qui.
3.Se tu fossi una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al tuo sound?
Partirei da Eric Clapton e Bruce Springsteen per arrivare a Giorgio Gaber e Francesco Guccini. Wow! Detta così suona un po’ strana ma è la verità, sono le quattro gambe su cui poggia il mio tavolaccio; è li che mi ritrovo a scrivere la musica, al resto ci pensa Gesù.
4.Il brano del tuo repertorio che preferisci e perché questa scelta.
La luce siamo noi, tratta dall’ultimo EP, Vento Caldo, è un pezzo in cui credo molto. È un messaggio che rivolgo soprattutto ai giovani, ma anche a tutte le persone di buona volontà. È una scommessa che si può ancora vincere, giorno dopo giorno, con la consapevolezza di non essere mai soli. Potete ascoltarla qui: https://open.spotify.com/album/40129n4RIAS42Slg3WRw5M e qui: https://www.youtube.com/watch?v=CPl1OPTJqaA.
5.Il disco che ti ha cambiato la vita.
Stagioni di Francesco Guccini. Mi ha dato la forza e il coraggio di fare scelte molto difficili e dolorose ma che mi sono servite per voltare pagina e diventare una persona nuova.
6.Il tuo live più bello e quello invece peggio organizzato.
Il più bello pochi mesi fa, in un teatro accogliente, non grandissimo ma pieno di gente, in un clima di assoluta complicità tra musicisti e pubblico. Appena finito di suonare siamo scesi in platea e la gente non andava più via; è stato bellissimo.
Il peggiore tre anni fa circa, concerto organizzato da un’associazione di paese un po’ invisa al resto della cittadinanza, ma lo abbiamo capito troppo tardi; le altre associazioni si sono adoperate per organizzare nella stessa serata, giochi di piazza, grigliate, tombole e non so cos’altro. Insomma al concerto non c’era quasi nessuno e, mentre si suonava, sentivamo dietro le quinte gli organizzatori litigare tra loro, una tristezza.
7.Il locale di musica dal vivo secondo te ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove hai suonato o ascoltato concerti di altri.
Non ho esperienza, per il genere di musica che faccio i locali non mi chiamano. I miei concerti, con la Otto Strade Band si svolgono per lo più in piccoli teatri, chiese, sale parrocchiali e feste all’aperto, comunque all’interno di eventi appositamente organizzati.
8.Le tre migliori band emergenti della tua regione.
Per il mio genere musicale vi segnalo:
Effatà Franciscan Band – https://www.facebook.com/search/top/?q=effata%27%20franciscan%20band
Lorenzo Belluscio – https://www.youtube.com/user/lorenzobelluscio
E poi una rock band emergente della mia città, composta da musicisti molto bravi, i Grace – https://www.youtube.com/user/gracerockband.
9.Come seguirti, contattarti, scambiare pareri con te.
Ecco qui: https://www.facebook.com/michelepavanellochristianartist/ – http://michelepavanello.it/ – michelepavanello@icloud.com.
10.La decima domanda, che mancava: “Fatti una domanda e datti una risposta”.
La domanda che spesso mi sento fare è:
D: Ma perché parlare della propria fede con le canzoni, non puoi fare musica e parlare del mondo?
Allora mi piace rispondere:
R: Perché la fede va oltre, oltre il tempo e il mondo, può anche essere un viaggio tempestoso ma si approda sempre in un porto sicuro; certo ci vuole coraggio, è roba per gente tosta, al di là di ciò che comunemente e banalmente si è portati a pensare.
DORIANA TOZZI