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Due chiacchiere in palude con Elisa Genghini e il suo libro “Sposerò Manuel Agnelli”

elisagenghinisposeromanuelagnellicopertinaSposerò Manuel Agnelli è un libro molto divertente scritto dall’autrice e cantautrice Elisa Genghini, un romanzo dove la scrittrice bolognese si racconta con molta autoironia. La protagonista è J., ragazza intellettuale vista in due fasi specifiche della propria vita: a venticinque e a trentaquattro anni. Per lei Manuel Agnelli è un mito, anzi, quasi un dio, rappresentate del mondo underground ma che è riuscito a emergere, senza perdere di vista le proprie origini (o quasi), nonostante il passaggio televisivo.

Il romanzo è costruito per capitoli, con un montaggio non lineare, quasi da cinema altmaniano, come certi episodi surreali e il finale tragicomico molto cinema anni ’70. Sposerò Manuel Agnelli è divertente, a tratti da sbellicarsi dalle risate, tipo quando racconta certe avventure da musicista underground, o l’episodio fragoroso della sua entrata nella band (per poter un giorno incontrare Manuel Agnelli, ovviamente), il suonare in certi posti assurdi o il partecipare a piccole rassegne in capo al mondo, per non dire di peggio.

Dato alle stampe con l’editore Pendragon nella collana Glam, curata da Gianluca Morozzi e Alessandro Berselli, Sposerò Manuel Agnelli è uscito quasi nello stesso periodo di Fuorimoda, disco pop-rock cantautorale, seconda uscita discografica della Genghini. Un’accoppiata perfetta per ritmo, intensità e storie di una donna di oggi: Elisa Genghini. Qui si può leggere cosa ci ha raccontato in proposito…

Come è nato Sposerò Manuel Agnelli?

È nato in realtà dieci anni fa. Quando ho scritto Volevo sposare Kurt Cobain o fidanzarmi per sempre con Manuel Agnelli (Coniglio editore, 2007). Ai tempi non lo potevo sposare, perché l’editore diceva che Manuel Agnelli non lo conosceva nessuno. E così ho sposato Kurt Cobain, su consiglio dell’editore. Ma sono dieci anni, o forse di più, che voglio sposare Manuel Agnelli.

Perché ancora Manuel Agnelli, ora? Dopo il successo TV…

Perché Manuel Agnelli è diventato famoso, ed ora posso sposarlo, ahahah! E dopo dieci anni dal mio primo romanzo sono successe altre cose che volevo raccontare. Ci tengo a dire che l’idea del libro l’ho avuta quando forse Agnelli era meno noto. Non sono salita sul carro del vincitore, eh, anche perché io amo molto di più i perdenti. Tipo la protagonista del romanzo, J.

Quanto c’è di autobiografico nel romanzo?

J. è una cantautrice, come me. Ha due gatti come me, lavora nel sociale come me, ha un’amica che si chiama Gargoyle, come la mia amica, un amico molto fidato che suona con lei, come me.
Le succedono cose tragicomiche, come succede a me. Eppure io non sono J. J. è il mio “bidone dell’immondizia”. Tutte le frustrazioni, le invidie, e la negatività che io non posso permettermi di provare, le faccio provare a lei. E io mi sento con la coscienza pulita. J. per me ha una funzione purificatrice. È come quei pesci che puliscono gli acquari da alghe e scorie varie. Io sono l’acquario.

La protagonista J.  è presente in due fasi specifiche della propria vita, a venticinque e a trentaquattro anni. Che differenze hai voluto mettere in luce?

J. giovane ha molti sogni ed è in un certo modo presuntuosa, vuole arrivare da qualche parte, ma senza però sforzarsi eccessivamente. J. è una perdente e in qualche modo si comincia ad intravedere già a venticinque anni.

Ritrovarla a trentaquattro anni sempre allo stesso punto, alle prese con un eterno esordio che non avviene è la conferma del fatto che in quei elisagenghini2dieci anni le cose non sono andate proprio come si aspettava, o forse, un po’ se lo aspettava. È come se fosse invecchiata senza crescere. Ma se fosse cresciuta, forse avrebbe abbandonato i suoi sogni e avrebbe fatto – forse – una vita più convenzionale.

Ma J. ha sempre voglia di buttarsi con immotivato entusiasmo in imprese fallimentari. Questo è quello che mi piace della J. del capitolo 34. Io sono cresciuta con due grandi miti. Uno è Fantozzi e l’altro è Willy il Coyote. Che sono come J.: non si arrendono mai e hanno sempre il coraggio di perdere una nuova sfida, hanno sempre un Guidobaldo Maria Riccardelli o un Road Runner contro i quali avere la peggio. Perché per loro la vita è fatta per provarci, sempre.

Leggendo Sposerò Manuel Agnelli, sembra ci sia una forte ironia nei confronti dell’underground italico, in particolare quello musicale. O mi sbaglio? Quali sono i tuoi sentimenti in merito?

Io la penso esattamente come Manuel Agnelli (quello che appare in sogno a J. nel romanzo, ovviamente). Ma penso anche se certe band che non amo e che non ritengo così “underground” hanno successo, allora hanno ragione loro. Hanno intercettato un pubblico ed un bisogno collettivo di un certo modo di fare musica e scrivere canzoni. È che anni fa c’era una scena indie/underground che si contrapponeva al mainstream. Ora tutto è contaminato, non si capisce bene quali siano i confini. Io dico solo che adesso si può ascoltare tranquillamente la musica leggera senza sentirsi degli sfigati. Non so se mi spiego… mi spiego?

elisagenghini1Certo, sei stata chiarissima. Invece tornando al romanzo, l’editore con il quale hai pubblicato il libro è Pendragon, con il quale non avevi mai pubblicato prima. Com’è avvenuto l’incontro e come hai lavorato con loro?

Il mio carissimo amico Gianluca Morozzi è uno dei curatori della collana Glam di Pendragon, quella per cui è uscito Sposerò Manuel Agnelli. Io ho proposto la mia idea e a lui è piaciuta molto. Ed è piaciuta anche all’altro curatore, Alessandro Berselli e all’editore Antonio Bangoli.

Pendragon è una piccola casa editrice che ha rapporti diretti con i suoi scrittori. È una dimensione meravigliosa che solo la piccola editoria può creare. E a me piace molto questa cosa. Con loro sto lavorando molto bene.

Quasi in contemporanea con il libro , lo scorso aprile è uscito il tuo nuovo disco, Fuorimoda. C’è qualche rapporto tra libro e disco? Sono previste presentazioni cantate del libro?

Il rapporto tra libro e disco sono io, che mi sento sia scrittrice che cantautrice. E nello stesso tempo nessuna delle due cose. Sono due dimensioni che mi piacciono molto, anche se cantare le mie canzoni forse lo preferisco.

Un altro collegamento è il Paletto dell’amicizia, che è il primo singolo del disco Fuorimoda. Nel libro si parla più o meno di come nasce il pezzo.

Progetti futuri…

Per ora vorrei godermi il frutto delle mie fatiche. E sto finendo un altro romanzo. E ho altre canzoni, vorrei fare radio. E anche un figlio. Scrivere un saggio sul “femminismo secondo me”. Tornare in Uganda, un altro disco e sono sicura che mi verranno in mente mille imprese fallimentari in cui lanciarmi con immotivato entusiasmo, del resto la vita è fatta per provarci.

Il sito ufficiale di Elisa Genghini: http://www.elisagenghini.net/www.elisagenghini.net/NEWS.html

Il sito della casa editrice Pendragon: http://www.pendragon.it/index.do

DIEGO ALLIGATORE

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