“Cantastorie – Storie immaginarie nascoste dietro le canzoni”
Non più voci, non più colori, non più affanni, non più rumori. Ogni suono intorno ha ceduto al caldo e prepotente abbraccio di questa notte, che ne ha zittito fino all’ultimo decibel con il suo nero e avvolgente mantello, apostrofando la città con un austero indice posato sulle labbra della vita.
Tutto tace: le bocche hanno smesso di parlare o gridare, i clacson di suonare… C’è un gufo su un ramo: guardingo e silenzioso scruta la scena dall’alto mentre, con aria assorta, sembra ascoltare il delicato poema cantato dal vento, unica colonna sonora di questa notte senza stelle.
Il vento soffia sibilando sottile, spingendosi fin dentro ai pensieri dell’unica figura umana che, oscura e imperfetta, si staglia nerissima contro l’arancione effuso dai lampioni. È un uomo anziano. Siede sul ponte, guarda le stelle, cerca invano di ricordare le costellazioni, poi guarda in basso, dove il fiume scorre incurante del ritmo rallentato del mondo.
Guardando il candido riflesso della luna, che danza tra le leggere pieghe dell’acqua, i pensieri dell’uomo si fanno pesanti e ossessivi fino a liquefarsi e scivolare giù, uno alla volta, attraverso i suoi occhi assorti. Si sa che spesso la notte porta a galla fino all’ultimo frammento di inquietudine vestendo a festa i tormenti, dando loro uno scettro dorato, un trono su cui elevarsi al di sopra della razionalità e facendogli credere di poter governare il regno umano… E infatti i pensieri pesanti dell’uomo man mano divenuti gocce e scivolati via per irrigare ogni ruga del suo viso, si stanno ora liberando e precipitano verso il fiume.
Proprio in quel momento l’uomo scorge un’immagine in bianco e nero: sta passando proprio lì, sotto quel ponte, un ragazzino spettinato, con i vestiti bagnati ma con lo sguardo vispo di chi può ancora conquistare il mondo. Cavalca un bidone di metallo e si spinge sull’acqua con dei rami robusti. L’anziano lo vede scappare dal suo qualcosa inesorabile e con stupore gli sembra di riconoscere se stesso dentro quegli occhi vivaci e vibranti; poi vede arrivare di corsa un cane che, dalla riva che costeggia il fiume, sta seguendo il ragazzino. Sembra divertirsi, come fosse un gioco.
Inconsciamente un sorriso solleva le estremità delle labbra del vecchio, che si asciuga le palpebre mentre il ragazzo e il suo cane diventano sempre più piccoli all’orizzonte. Lì dove la vista ormai li disperde, l’uomo intravede avvicinarsi le sagome di due amanti, che si stanno scambiando effusioni e promesse. Poco più avanti un pescatore con gli occhi ancora assonnati si sta dirigendo verso il ponte per andare a lavoro, ma prima si ferma un attimo e, affacciandosi sul ponte, fuma la prima sigaretta della sua lunga giornata che sta per cominciare.
L’anziano abbassa un po’ lo sguardo stanco. Si concentra su di un bottone mancante del suo cappotto grigio e ormai logoro. Riesce finalmente a sentire il ritmico battere del suo cuore. Chiude gli occhi. Lub Dub. Lub Dub. Lub Dub. Il cuore sembra accompagnare il canto del vento con il suo ritmo. Lub Dub. Ciclico. Ostinato. Travolgente. Lub Dub. Come il fiume che scorre. Lub Dub. Come il cuore del pescatore. Lub Dub. Lub Dub. Come i due amanti che continuano a scambiarsi effusioni e promesse. Lub Dub. Come il cane innamorato. Lub Dub. Come i palpitanti sogni del ragazzino ribelle che fugge al suo destino sfidando impavido l’oscurità della notte. Lub Dub. Come il cuore del gufo solitario che scruta la vita dall’alto del suo ramo, assorto in chissà quali pensieri. Lub Dub. Lub Dub. Lub Dub. Come ogni cuore di ogni singola anima desta o assopita in questa notte che volge al termine. Lub Dub. Tutti precisamente all’unisono. Lub Dub. L’uomo ascolta meglio. Lub Dub. Ovunque. Lub Dub. Ascolta ancora. Lub Dub. Ora lo distingue perfettamente. Lub Dub. È il ritmo del mondo. Lub Dub. Senza distinzione di colore della pelle. Lub Dub. Senza razza, religione, ideale… Lub Dub. Senza maschere, ruoli, finzioni… Lub Dub. Questa è la vita. Lub Dub…
E quando l’alba timidamente si è decisa a dipingere con le sue fresche sfumature il nero del cielo notturno, ha sorpreso quell’unica figura umana, ancora oscura e imperfetta, stagliarsi nerissima contro il luccichio dell’acqua del fiume, danzante sulla riva, oscillando ipnoticamente. A ritmo. Lub Dub.
DORIANA TOZZI