Luci soffuse, divanetti di pelle, fuori un taxi giallo e un signore discreto che fuma un sigaro. Sullo sfondo una jazz band d’altri tempi. No, non è la scena iniziale di un film di Quentin Tarantino, ma la scena che si imprime nella mente ascoltando Principiante della vita, il nuovo lavoro di Andrea D’Accico alias Saintapollinaire.
Occhio, se vi viene l’istinto di cliccare play incuriositi dalla bellissima copertina, che richiama vagamente lo stile dei disegnatori “indiependenti” in voga su Instagram, potreste rimanere delusi; se invece cercate un disco che che sembri figlio illegittimo di Charlie Parker e Fabio Concato, mettetevi comodi e premete con convinzione il tasto “play”.
Sarebbe troppo riduttivo bollare semplicemente con l’etichetta “jazz” il lavoro del musicista pugliese e della sua ensable, in quanto sono molto forti richiami bossanova, latin e country/jazz à la Herb Ellis. Fa piacere poi, vedere questo genere sposare con dignità l’italiano seppur a volte in maniera più convinta di altre.
Un lavoro destinato a poche e selezionatissime orecchie, che potrebbe anche annoiare l’ascoltatore medio abituato alla “marmellata sonora” (rubo il termine a Red Ronnie) che ci propone la radio ma che sazierà piacevolmente i palati più raffinati.
D’Accico, tuttavia, non rinuncia ad un tocco velatamente pop nelle sue melodie, riuscendo così a smarcare il suo lavoro dai facili stereotipi di genere.
Un disco raffinato, mai rinunciatario e per certi versi sperimentale questo nuovo lavoro di Saintapollinaire, destinato a ritagliarsi il suo spazio tra gli appassionati ascoltatori del jazz e si spera, vista la bella qualità generale, anche nei locali dal vivo che ospitano il genere.
Menzione d’onore per la commovente Bird, dedicata all’indimenticabile sassofonista Charlie Parker.
Il profilo dell’artista su fb: https://www.facebook.com/andrea.daccico
CIRO ZERELLA