Gabriel Medina (già voce dei Bruxa e degli Hapnea) ha da poco dato vita al suo progetto solista, Desvelos, del quale I Think vi ha già presentato il primo singolo e soprattutto il relativo videoclip tramite la video-rotation (qui il link: https://www.ithinkmagazine.it/video-rotation-desvelos-kway/). Oggi Gabriel ci fa fare un tuffo nel suo variegato background attraverso una playlist che, come ci spiega lui stesso, ci aiuterà a “viaggiare” anche senza muoverci da casa.
Così ci racconta la scelta del tema che lega questi dieci brani da lui proposti:
“Viaggio molto meno di quanto mi piacerebbe fare ed è qualcosa che sono sicuro capiti a molta gente, magari qualcuno non può per lavoro, per la famiglia, per gli studi o per chissà quali complicazioni. Per me la meta è abbastanza indifferente, mi basta scoprire posti nuovi. A volte mi capita di sentirmi più a casa in luoghi in cui non sono mai stato, come se quasi ne avessi sentito la nostalgia per tutta la vita. I tedeschi hanno una parola per indicare questo stato di animo: “fernweh”. Se resto troppo dentro casa e dentro gli stessi ambienti arrivo a sentirmi oppresso da me stesso e da chi mi sta intorno, ecco perché dato che non ho la possibilità di fare molti viaggi, voglio condividere 10 canzoni che credo aiutino la mente ad andare altrove con questa playlist che intitolerò proprio Fernweh”.
Quindi mettetevi comodi e preparatevi al viaggio con la playlist di Desvelos!
::Playlist:: by Desvelos – “Fernweh”
Iosonouncane – Buio
Iosonouncane, all’anagrafe Jacopo Incani, è un artista che apprezzo moltissimo e questa canzone credo sia un autentico capolavoro. La magia sta nel fatto che questo brano ti lascia nel torace un gran peso emotivo, non sai se sentirti perso, allegro, nostalgico… non sai più nulla.
Dengue Dengue Dengue (ft. Sara Van) – Guarida
Consiglio a tutti quelli che vogliono farsi un bel trip di andare a sentire tutto il materiale dei Dengue Dengue Dengue. Sono peruviani e creano dell’ottimo trip hop con influenze tropicali. I loro brani sono di una psichedelia davvero particolare. Se si chiudono gli occhi sembra di essere circondati da sciamani, profumo di erbe e il tipico caldo umido dell’Amazzonia.
Radiohead – Videotape
Vuoi che il tuo cuore vada in mille pezzi? Mettiti le cuffie e spingi play. Non c’è molto altro da dire, bastano poche parole per un qualsiasi brano di In Rainbows.
Damon Albarn – Everyday Robots
Damon Albarn è uno dei musicisti che più mi hanno ispirato in questi anni, soprattutto coi Gorillaz, ma anche i suoi brani da solista come questo sono di altissimo livello. Il primo album dei Gorillaz del 2001 è stato il primo cd che ho comprato coi miei soldi delle paghette, allora avevo solo sette anni, quindi posso affermare che la voce di Damon mi tiene compagnia da un bel po’ di tempo.
Karen O – Rapt
Qualche anno fa ho visto Her di Spiker Jonze. Ho amato tutto di quel film, anche le varie soundtrack. La principale era la dolcissima The moon song di Karen O e da lì, incuriosito, l’ho cercata per il web scoprendo una serie di canzoni che sono diventate tra le mie preferite e che ti danno una sensazione di calore misto a malinconia.
John Frusciante – Mistakes
Per tornare in tema psichedelia malinconica, vi offro un altro trip particolarissimo, stavolta partorito da quel cervello geniale di John Frusciante. Con questo brano sembra di stare sotto acidi all’interno di un luna park.
Childish Gambino – Feels Like Summer
Capolavoro di un altro artista che considero geniale. Sia il brano che il video ti lasciano dentro un piccolo vuoto, soprattutto se si va ad analizzare il testo che parla di come l’uomo stia velocemente uccidendo questo pianeta senza importarsene. Childish Gambino l’ho scoperto quest’anno e credo sia entrato a far parte delle mie maggiori influenze per quanto riguarda i lavori che sto già preparando in vista di un primo album.
The Beatles – Tomorrow Never Knows
Non potevo lasciare fuori da questa playlist i maestri dei viaggi mentali. Fin da piccolo mio padre mi ha cresciuto a pane e Beatles, ma la prima volta che ho sentito questa canzone in particolare è stata circa sei o sette anni fa. Non riuscivo a credere alle mie orecchie, pensavo quasi fosse una cover di un qualche artista odierno perché quel che stavo sentendo era così contemporaneo che non mi capacitavo fosse veramente roba del 1966.
Björk – Army Of Me
Questa canzone ti mette un guinzaglio al collo e ti porta in luoghi inquietanti, pieni di gorilla e diamanti.
Verdena – Il Gulliver
Ho iniziato con Iosonouncane e finisco con i Verdena. Anche l’Italia sforna cose bellissime. Questo brano per me è stato la colonna sonora di molti momenti strani. Ascoltandolo sembra di stare in una città deserta dove all’improvviso arriva un catastrofico temporale.