Protagonista insieme a molti altri colleghi di una sorta di “collettivo” cinematografico di attori-amici che recitano in commedie più o meno demenziali, con venature bromance e con rari sprazzi di “vita vera”, Seth Rogen, sicuramente figlio della generazione Apatow, ha deciso di esordire alla regia con questo film, da lui sceneggiato e diretto insieme a Evan Goldberg, autore di altre opere ascrivibili al genere come Suxbad e Strafumati, che hanno non poche cose in comune col film di cui stiamo parlando.
Trattasi di Facciamola Finita, film in cui Rogen stesso recita insieme a molti esponenti del collettivo di cui sopra, i quali interpretano la parte di se stessi, esasperando molte delle loro caratteristiche e giocando moltissimo col metacinema e con la commistione di generi.
Tutti i personaggi che si ritrovano davanti alla macchina da presa, anche quelli che sembrano passare di lì per sbaglio, come Emma Watson o Rihanna, si divertono moltissimo a prendersi e a prenderci in giro e il merito principale di questo film che non vuole dire nulla, ma vuole farlo con stile e ironia, è che a conti fatti non risulta affatto autoreferenziale, ma coinvolge lo spettatore nello spirito spassoso che ha coinvolto senza ombra di dubbio i suoi interpreti.
I due protagonisti principali, in realtà, sono Seth Rogen e Jay Baruchel (volto noto agli amanti del tipo di commedia di cui parliamo, nonché protagonista dell’adorabile serie tv Man Seeking Woman, di cui abbiamo parlato qui: https://www.ithinkmagazine.it/passione-tv-man-seeking-woman/). Il secondo fa un viaggio a Los Angeles per andare a trovare il primo, ma non nasconde minimamente la sua idiosincrasia quasi alleniana per la città degli angeli, preferendo uno stile di vita più improntato alla gioia delle piccole cose, come stare in casa con il suo migliore amico a giocare alla playstation. Ma Seth sembra ormai entrato a far parte del mondo vanesio e in parte vuoto della città in cui vive e insiste per andare alla festa di inaugurazione della nuova lussuosissima casa di James Franco (altro protagonista di film appartenenti al filone, tra i quali il già citato Strafumati).
E mentre una serie di star e volti noti della commedia americana, tra i quasi gli imperdibili Jonah Hill, Michael Cera, Craig Robinson, Danny McBride, Jason Segel, Paul Rudd (e potremmo continuare a lungo), si divertono facendo bagordi tra alcol, battutacce volgari, droghe e tutto ciò che di “basso” possa venirvi in mente (seppur Franco, autoparodiandosi, cerca di fare l’intellettuale della situazione, dimostrandosi ovviamente l’esatto opposto), all’esterno si abbatte un’apocalisse che rischia di diventare la fine del mondo.
Ognuno di loro, ovviamente, reagirà nelle più disparate delle maniere, ma il divertimento sarà sempre la parte fondamentale di un’opera che, pur con velleità metacinematografiche, alla fine dimostra molto scopertamente la sua natura principalmente “demenziale” (così come succede, appunto, a James Franco).
Sono moltissime le star che appaiono in ruoli più o meno secondari o in piccoli cameo e anche in questo aspetto del film risiede il divertimento dello spettatore che li riconosce e si diverte a vederli descritti in maniera caricaturale, sia per quanto concerne le battute e le situazioni che li vedono coinvolti, sia per quanto attiene al loro stile recitativo volutamente autoironico (basti pensare all’esorcismo che vede protagonista Jonah Hill o alla fine che tocca al povero Michael Cera).
Alla fine di questa avventura rocambolesca che vede al centro della storia un gruppo di attori che cerca di salvarsi la vita da un attacco di non precisata natura, sarà impossibile, inoltre, trattenere le risate più smargiasse per la comparsa dei Backstreet Boys che si esibiscono, anche loro in maniera autoironica, in una loro iconica canzone.
Trailer del film:
RITRATTO DELL’ATTORE
Attore, nonché sceneggiatore, produttore e regista, è un volto noto di certo cinema comico americano, ed è da sempre al centro di pellicole di un certo tipo, che vanno dal demenziale al caricaturale.
Ha sicuramente imparato molto da Judd Apatow, re della commedia demenziale appunto, recitando per lui in film quali 40 Anni Vergine, Molto Incinta e Funny People.
Si è creato poi un’identità tutta sua partecipando a progetti cinematografici di natura diversa come Steve Jobs di Danny Boyle, The Disaster Artist dell’amico James Franco (che ritorna spesso quando si parla di lui), The Green Hornet di Michel Gondry e non solo.
La sua prima regia è il film di cui ci siamo occupati in questo articolo, ma la sua carriera dietro la macchina da presa, sempre accanto a Evan Goldberg, è proseguita con il film The Interview in cui ha diretto se stesso e James Franco (ancora lui).
Ha prestato la sua voce come doppiatore per alcuni film d’animazione importanti tra i quali Kung Fu Panda e il recentissimo Il Re Leone e ha lavorato come sceneggiatore a molte delle commedie che abbiamo già nominato, come Suxbad e Strafumati.
ALESSANDRA CAVISI