1.Chi sei, da dove vieni e che musica proponi.
Mi chiamo Matteo Terzi sono un cantante che scrive le proprie canzoni e che gira l’Europa suonando per strada da dieci anni. Vengo da Milano, sono nato negli Stati Uniti, vivo in Belgio e amo l’Europa.
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di te?
Non so se il panorama italiano avesse bisogno di me, di certo io avevo bisogno di confrontarmi con lui e sono molto contento del riscontro che ha ottenuto Between us.
3.Se tu fossi una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al tuo sound?
Ho imparato ad amare la musica ascoltando di nascosto i vinili dei Beatles di papà, poi nell’adolescenza sono arrivati gli Oasis che mi hanno spinto a imbracciare la chitarra e iniziare a scrivere. Oggi mi sento influenzato da artisti che fanno songwriting puro come Damien Rice o James Bay e altri che mescolano l’elettronica con un gusto moderno come Dermot Kennedy.
4.Il brano del tuo repertorio che preferisci e perché questa scelta.
Between us, è un brano che ho avuto la fortuna di portare dal vivo durante il mio tour di apertura ai concerti di Typh Barrow in giro per tutto il Belgio, è stato fantastico vedere la gente canticchiarla in un contesto come quello dei palazzetti.
5.Il disco che ti ha cambiato la vita.
Sgt. Pepper’s lonely hearts club band, 1967. The Beatles. Non ho parole per descrivere quanto mi ha cambiato, so solo che la mia vita si divide in due. Prima di quell’ascolto e dopo.
6.Il tuo live più bello e quello invece peggio organizzato.
Il live più bello è stato l’ultimo, nel centro culturale di Amay, una sala di circa 300 persone, il mio primo sold-out, per il quale sono venuti a trovarmi diversi ospiti, tra cui Typh Barrow e Charlotte Foret vincitrice di The Voice Belgique 8, nonché Giuliano Vozella, mio chitarrista e co-autore di Between us.
Il peggiore in un locale della Calabria di cui credo di aver volontariamente rimosso il nome: mi ha fatto una testa tanta per settimane per convincermi a venire a suonare da loro, poi quando sono arrivato il locale era quasi deserto, c’erano tre persone. Io ero pronto a cominciare comunque ma il gestore è venuto da me e mi ha detto: “Beh ecco, vedi: essendo il locale vuoto il concerto non lo farei… Ti paghiamo le spese di viaggio ma non il cachet…”. Ometto di raccontarvi il finale, ma non è stato bellissimo.
7.Il locale di musica dal vivo secondo te ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove hai suonato o ascoltato concerti di altri.
Vivendo in Belgio purtroppo ho frequentato molto poco i locali di musica dal vivo della mia città, Milano, negli ultimi anni ma ricordo dei bellissimi concerti visti al Serraglio, in particolare quello dei DMA’S nel 2016.
8.Le tre migliori band emergenti della tua regione.
Penso a tre progetti molto forti che secondo me non sono ancora conosciuti come dovrebbero:
Collasso, progetto senza un genere musicale vero e proprio ma che si muove tra l’elettronica, il pop e il jazz;
Marcello Ubertone, cantautore;
Alice SPA, cantautrice belga che ho conosciuto durante la mia partecipazione a The Voice Belgique.
9.Come seguirti, contattarti, scambiare pareri con te.
Il mio sito: www.matteoterzi.com
Facebook: Matteo Terzi
Instagram: _matteoterzi_
10.La decima domanda, che mancava: “Fatti una domanda e datti una risposta”.
D: Dove ti vedi tra dieci anni?
R: In campagna a vivere con la mia famiglia, probabilmente viaggerò con meno frequenza ma la musica continuerà ad essere una parte fondamentale della mia vita.
Mi piace pensare a una casa nostra in cui scrivere nuove canzoni mentre i bimbi giocano in cortile. È un’immagine molto nitida, e già solo sapere che sto tendendo a essa mi rende felice già oggi.
DORIANA TOZZI