I Think Magazine Bollettino ufficiale dell'Associazione Culturale "I Think"
Questo mese raccontiamo di uno dei più importanti romanzi di un popolo che il romanzo lo ha inventato: gli inglesi. Il pilastro di cui parliamo è Persuasione. L’autrice di quest’opera è Jane Austen, che scrisse questo romanzo dopo aver scritto Emma, un altro dei suoi capolavori, e poco prima di contrarre un disturbo renale, che poi l’avrebbe portata alla morte.
Persuasione, spesso sottovalutato, perché diverso dalle opere più famose della scrittrice, è la storia di una ragazza non sposata, Anne, che vive male l’atteggiamento snob del padre e delle sorelle.
Anne non avverte la conflittualità tra le classi sociali e non si preoccupa di dover intrattenere una relazione amorosa con un ufficiale della marina, che proviene da un ceto sociale meno abbiente e potente del suo.
In un’Inghilterra che considera i suoi riti tradizioni da rispettare maniacalmente, una relazione così poco convenzionale non trova spazio. O, per meglio dire, trova spazio fino a quando non interviene la persuasione (nei panni di una ricca nobildonna, Lady Russel).
Il romanzo si evolve poi con inaspettate evoluzioni. La caratteristica che colpisce è la capacità della Austen di rappresentare in maniera vivida la società del tempo, producendo piccoli affreschi letterari, assolutamente veritieri, dell’humus sociale del Regno Unito di inizio ‘800. Assistiamo ad una cornice snob, un po’ languida, attaccata ai suoi soldi, come al suo status, che ha fatto del lusso e della raffinatezza una noia in cui crogiolarsi.
Se anche la trama può sembrarci scontata all’inizio del romanzo, sicuramente comincerà a stupirci dopo aver letto la prima metà del libro. Inoltre di Jane Austen colpiscono e affascinano le cornici, in cui perdersi e in cui ritrovare così, un po’ inaspettatamente, la magia di un’epoca che sembra non poter più tornare.
VITO PUGLIESE
