Lo ammetto, il primo pensiero ad affacciarsi alla coscienza alla notizia di dover recensire un altro esponente della forse troppo affollata scena cantautorale-pop-indie-boh italiana è stato “oh no, un altro!“. Per fortuna ogni tanto una boccata d’aria nell’asfittico trend degli ultimi anni però arriva, e questa volta se ne fa portavoce Calvino, moniker del milanese Niccolò Lavelli con il suo primo full-length Gli Elefanti.
Già fattosi intravedere positivamente poco più anno fa con un buon ep d’esordio, il nostro riesce, sgomitando con delicatezza, se mi permettete l’ossimoro, a ritagliarsi uno spazio tutto suo dimostrando doti di songwriting e intelligenza in maniera sensibilmente più cospicua rispetto alla media delle uscite dei suoi più o meno colleghi. Merito sicuramente dell’attenzione con cui l’aspetto strumentale viene curato, e che si adagia su toni spesso morbidi e con colorazioni tenui, con un sound caldo e quasi accogliente, e che richiama da un lato certo cantautorato italiano degli anni ’70, dall’altro esperienze più moderne come Rural Alberta Advantage (specie in Gli Astronauti, a cui si aggiunge un bel po’ di elettronica povera), qualcosa degli Idaho versante meno lagnoso e qualche eco à la Black Heart Procession più movimentati e meno goticheggianti. Certo, nulla per cui gridare al miracolo, e qui e lì un po’ di piattezza emerge, ma non ne faremo una tragedia.
Ben più interessante è l’aspetto testuale della faccenda: quando la ciambella gli riesce (e non sempre avviene), l’universo delicato e introspettivo con fughe surreali di Calvino riesce sul serio a dare vita e uno spessore significativo ai brani.
In conclusione, un disco meritevole di ascolto e che lascia ben presagire, anche se a volte purtroppo emerge la sensazione di essersi un tantino auto-limitati inutilmente concedendosi soluzioni troppo rodate, e negli arrangiamenti e nei testi.
Pagina Bandcamp: http://calvino.bandcamp.com/
Singolo L’Amaro In Bocca: https://www.youtube.com/watch?v=lMR5KhaAJyg
FRANCESCO CAPUTO