Christian: la doppia faccia del potere tra violenza e misticismo
Christian di professione picchia la gente. E lo fa per un boss di quartiere della periferia romana che esercita il controllo su un complesso residenziale, dove decide a chi vanno assegnati gli appartamenti e cosa viene fatto a chi non si comporta come lui pretende. Ma quando Christian inizia a non essere più in grado di sferzare i suoi pugni, perché pare che sulle mani gli stiano comparendo le stimmate, niente sarà più come prima.
Una delle serie italiane con il cast meglio assemblato di sempre, un mix di generi che non risulta stridente ma paradossalmente naturale e fluido, un prodotto che mescola intrattenimento puro con contenuti di spessore: tutto questo è Christian, imperdibile serie con protagonista il perfetto Edoardo Pesce nei panni di un “ultimo” che diventa “primo”, girata da Roberto Saku Cinardi e Stefano Lodovichi (qui anche showrunner), ispirata alla graphic novel Stigmate di Claudio Piersanti e Lorenzo Mattotti.
Christian è un uomo che vive di violenza e soprusi e che si scopre in grado di guarire le persone, subito dopo aver ricevuto il “dono” delle stimmate. Un dono che lo porta ad essere visto con occhi diversi, sia dalla gente del quartiere, che inizia ad affidarsi a lui per ogni tipo di problema, sia per il boss Lino che, invece, comincia a temere questo nuovo tipo di potere che il suo sottoposto esercita su quella che lui ritiene essere la sua di gente.
Da qui un’interessantissima riflessione sulla doppia faccia del potere, da un lato in grado di esercitare fascino e in certi casi dipendenza, dall’altro paura, obbedienza e asservimento. Nel mezzo venature mistiche con apparizioni di angeli, preti sui generis, dipendenti del vaticano che cercano di stanare falsi miracoli, religiosità distorta e senso della fede molto personale. Una patina soprannaturale che dona personalità e originalità ad un prodotto incentrato anche sulle difficoltà delle periferie, ma che non vuole fermarsi lì, andando a concentrarsi su altri temi, raccontando il Vangelo in maniera inedita, ma molto vivida e intensa, mescolando bene e male, speranza e disperazione.
Il tutto inscritto in una cornice che, anche facendo ricorso all’arma dell’ironia, delinea perfettamente ogni singolo personaggio e ogni situazione che lo contraddistingue, partendo dalla prima “miracolata” di Christian, una tossica che dopo essere stata guarita inizia a seguirlo ovunque affiancandolo in questa sua nuova veste (splendida l’interpretazione di Silvia D’Amico). A lei si aggiungono una trans con la dipendenza da cocaina, la moglie del boss in coma da 15 anni per una resa dei conti in cui fu ferita gravemente da una famiglia rivale e la stessa mamma di Christian (straordinaria Lina Sastri) affetta da demenza senile. Irresistibile, però, risulta il personaggio di Tomei (interpretato da Francesco Colella), nei panni di un veterinario che lavora per il boss come vero e proprio medico che si prende “cura” dei vari feriti che gli vengono portati (un personaggio che con il suo carattere coriaceo e insensibile, risulta unico e indecifrabile, conquistando l’interesse dello spettatore).
Tutti insieme inizieranno a capire che una vita diversa è possibile, ma quanto saranno realmente liberi dalle maglie del, seppur mellifluo, nascosto, inconscio e invisibile potere?
Miglior Episodio 1×05 Orat et Orat
Christian viene promosso da Lino, così come desiderava da tempo. Ma gli viene chiesto di compiere un atto fin troppo violento, persino per lui. I dubbi sulla fedeltà al boss, allora, iniziano a insinuarsi in lui, fino ad arrivare a parlarne con la madre che gli apre gli occhi sulla reale natura di questa promozione e di questa richiesta.
Da qui una bella riflessione sulla differenza tra forza e speranza che sfocerà poi nel finale in cui le due entità andranno a sovrapporsi, fornendo una visione affatto manichea del concetto di potere e di fede.
Nel frattempo il personaggio interpretato da Claudio Santamaria, il dipendente del Vaticano che stana falsi miracoli, continua a indagare sulla figura di Christian, andando a ritroso fino al giorno della sua nascita, che nasconde non pochi segreti.
Infine, Christian trasforma l’atto malvagio che Lino gli aveva chiesto di compiere in un ulteriore, plateale e incredibile atto di speranza, davanti a tutti gli abitanti del quartiere, in una sequenza dalla potenza comunicativa non indifferente.
ALESSANDRA CAVISI