Simona deve crescere il suo bambino Filippo tutta da sola, destreggiandosi nel frattempo tra lavoro e vita privata, decisamente lasciata in secondo piano. Sentendosi un po’ insicura su come porta avanti il proprio ruolo genitoriale, decide di mettere tutta se stessa nell’organizzazione della festa di compleanno di suo figlio. Festa che, però, complici le nevrosi dei genitori dei compagni di Filippo, non andrà proprio nel verso previsto.
Una sorta di Carnage in salsa nostrana, con le dovute e opportune distanze dal capolavoro di Roman Polanski, Genitori Quasi Perfetti, sorretto da un ottimo cast su cui svetta una sempre perfetta Anna Foglietta nei panni di una mamma un po’ ansiosa, un po’ dubbiosa sul suo operato, termina con una scena liberatoria e conciliatoria, nel senso buono dei termini, restituendoci anche un momento di sana e non stucchevole commozione. Finale solo apparentemente stonato rispetto al mood dell’intera pellicola, ma molto azzeccato nel raccontare l'”epifania” della protagonista che capisce di doversi spogliare delle aspettative sociali che ricadono su di lei in quanto mamma single, accettando il fatto che non tutto può, ma soprattutto deve, essere controllato e incasellato.
Una dramedy che gioca molto sui toni dell’assurdo, rimanendo ironica e sarcastica per tutta la sua durata, andando a puntare la lente d’ingrandimento su una serie di realtà molto diverse tra loro, che testimoniano diversi tipi di ossessioni e fissazioni: dal lavoro, ai social, al culto dell’apparenza, al sesso, alla cultura esibita, alla vita sana a tutti i costi e molto altro.
Di gaffe in gaffe, in pratica, i genitori presenti alla festa del piccolo Filippo si troveranno a chiacchierare in maniera solo apparentemente educata e accomodante, nascondendo invece sottotraccia giudizi, critiche e opinioni non richieste, arrivando anche ad exploit impensabili visto il contesto festoso.
Non saranno da meno i bambini che, specchio fin troppo evidente dei propri genitori, arriveranno a comportarsi in maniera non molto diversa da loro, giungendo ad un punto di svolta che “sconvolgerà” i più adulti, solo apparentemente aperti di mente, ma a conti fatti rinchiusi in gabbie mentali fatte di rigidità, ansie da prestazione e convinzione di dover essere sempre perfetti e di dover dimostrare qualcosa, non solo ai propri figli, ma anche agli altri genitori.
Tutto, quindi, ruota attorno all’organizzazione della festa di compleanno del piccolo Filippo, cosa che rende Genitori Quasi Perfetti un film corale “da camera”, con diverse personalità a confronto, ma soprattutto in competizione tra loro. Una ficcante e sarcastica panoramica su una generazione di genitori, che non affoga nel moralismo, risultando semplicemente divertente, ma al tempo stesso molto veritiera.
Laura Chiossone firma una regia attenta ai particolari, in un film che per la sua stessa struttura si basa principalmente sui dialoghi e sulle interazioni tra gli attori protagonisti, giocando anche molto abilmente con una sorta di tensione latente (rappresentata soprattutto da una perdita d’acqua che cade dal soffitto goccia a goccia), che poi esplode all’improvviso, lasciando tutti di stucco e provocando le reazioni più disparate e inaspettate.
Siamo ovviamente di fronte ad un film dall’impianto prettamente teatrale, in grado però di intrattenere alla grande, scorrendo fino alla fine senza intoppi o passi falsi, al contrario della festa su cui si regge tutta la narrazione, che invece di regalare momenti di spensieratezza, porta solo a galla delle verità nascoste che non possono essere più ignorate.
Trailer del film:
ALESSANDRA CAVISI