Il gruppo elettronico Pindar, dopo l’album di debutto Backgammon Vol.1 – La vita e il vento , porta a conclusione con Backgammon Vol.2 – Il lungo addio la parabola aperta con il disco precedente.
Entrambi gli album ricorrono alle ormai consuete sonorità elettroniche in stile Daft Punk, ma riescono a mantenere un certo livello d’originalità, accompagnata da una elevata vena poetica. Entrambi i volumi sono, infatti, come si diceva, parte di un progetto unico, dove è possibile sentire sin dal primo ascolto quanto la tecnica musicale si sposi perfettamente con una profondità di linguaggi, che fa dei Pindar una vera novità nel panorama italiano.
L’intero Backgammon è un ascolto estremamente scorrevole (entrambi gli album si esauriscono in poco più di mezz’ora) ma altrettanto profondo. I due album si dipanano senza soluzione di continuità, sono scritti e prodotti per accompagnare in un viaggio in cui ognuno ritrova un pezzo di sé: la fine di una storia d’amore. L’amore è uno dei temi cardine della musica italiana e qui i Pindar riescono a raccontarlo con una semplicità sorprendente. Le parole che compongono i testi sono pregne di poesia, riescono ad attraversare completamente il soggettivo e parlare all’universale.
I giorni della rosa è il brano simbolo di questo secondo capitolo, accompagnato da un altrettanto significativo video musicale. Tratta di tante piccole solitudini che affollano le donne e gli uomini, costretti a vivere “ad aspettare qualcosa, sfogliando i giorni come petali di rosa“.
Il sound elettrico dei Pindar coinvolge in un caleidoscopico movimento verso l’interno, verso le emozioni, anche quelle buie, che non è sempre facile ascoltare, ma rimangono lì sul fondo, pronte ad emergere. Questo stile così elettronico e futurista, falsamente distaccato, se ad un primo ascolto sembra ricalcare sonorità spersonalizzanti è chiaro invece che si tratta piùttosto di un gioco di specchi, dove nulla è come appare, ma tutto è più profondo, ricco. Il brano L’assenza affronta la volontà tipicamente umana di considerare la maliconia o l’inquietuidine, come un’arma per affrontare l’inconsistenza delle relazioni. L’umanità tratteggiata dai Pindar è in lotta, mai disilusa, è altresì convinta che ci sia sempre un modo per “venirne fuori“, per trovare il bello e la poesia anche in ciò che di poetico non ha nulla.
Tra gli artisti più interessanti in circolazione, non resta che aspettare i prossimi risvolti, attendendo con fiducia i loro prossimi album.
Guarda qui il video de I giorni della rosa:
GRETA COCCONCELLI