Con un talento eccezionale e una grande capacità di trasmettere emozioni, l’artista Carla Pugliano ha conquistato sin da subito il nostro più fervido interesse, tanto è vero che non molto tempo fa abbiamo pubblicato un articolo a lei dedicato (che potete ritrovare qui: https://www.ithinkmagazine.it/carla-pugliano-pittura/), raccontando quel suo peculiare modo di dipingere con pennellate decise che trasformano la tela in un luogo sacro per l’anima umana. Il suo talento artistico nasce dalla sua grande passione per l’arte e dalla voglia costante di esplorare nuove idee, cercando di rappresentare la complessità dell’esistenza umana fondendo sapientemente elementi dell’arte astratta e del tradizionale figurativo.
Avendo avuto modo di incontrarla di recente, abbiamo deciso di approfondire la sua consocenza intervistandola per voi, in modo tale da comprendere meglio la sua incredibile capacità di esplorare e catturare le emozioni umane più profonde, trasformandole in potenti manifestazioni visive che sfidano continuamente i limiti dell’arte convenzionale attraverso nuove tecniche, stili e approcci che spingono la sua visione artistica ad alture sempre più elevate.
Il suo lavoro è un omaggio alla capacità umana di trasformare la materia in pura emozione ed essendo in continua evoluzione abbiamo cercato principalmente di esplorare una selezione delle più recenti opere dell’artista, offrendo un’introduzione alle sue creazioni più nuove e al suo attuale percorso artistico.
Cara Carla, qual è stata l’ispirazione preminente che ha guidato la concezione della tua nuova serie di opere?
Ho cominciato con uno stile impressionista, ma poi ho gradualmente sviluppato una maggiore predilezione nell’esprimere le emozioni attraverso la figura umana, adottando una tecnica più raffinata e concentrandomi sulla resa dei toni e dei volumi del corpo e dei volti, all’interno di un contesto più tradizionale e classico. Tuttavia, il mio istinto artistico mi ha spinto sempre più verso il desiderio di liberare il colore e la materia, portandomi a immergere i soggetti in contesti informali, in una fusione di tradizione e contemporaneità. Un esempio di ciò è il mio trittico Nemesi, dove il colore materico si plasma e ingloba i corpi.
Potresti delineare il messaggio fondamentale che intendi trasmettere attraverso queste nuove creazioni?
Attraverso una melanconica riflessione sul senso dell’esistenza e sul tempo che scorre inesorabile, desidero narrare i silenzi, le ansie, le fragilità e la solitudine, ma anche la volontà di riscatto, tematiche universali che trascendono il tempo e rimangono sospese sul filo dell’eternità. Sentimenti che, tramite la rappresentazione artistica, mi restituiscono anche un senso di profonda pace.
In che modo questa serie di opere si differenzia e si contraddistingue stilisticamente dai tuoi lavori precedenti?
Per l’uso di colori più audaci e l’introduzione di sfondi astratti, adotto pennellate più libere ed energiche, permettendo alle forme di fondersi in un vortice di emozioni che spero possano trasmettersi dall’opera all’osservatore. Attualmente, mi sto concentrando maggiormente sugli sfondi piuttosto che sulla figura in sé, sebbene continui a credere fermamente nel linguaggio dei corpi e nell’eloquenza di uno sguardo. Questo approccio mi dona una nuova emozione, poiché lascia maggiore spazio all’immaginazione.
Potresti parlare dei soggetti che hai scelto di rappresentare all’interno di questa serie?
I soggetti sono per lo più femminili, ma ho introdotto anche figure maschili che mi hanno colpita per la loro profondità emotiva, con posture dinamiche o remissive che esprimono moti interiori molto intensi.
Qual è stata l’ispirazione dietro la creazione della tua nuova proposta artistica e quali modalità e tecniche hai impiegato per realizzare questi tuoi nuovi elaborati artistici? Vi è stato un impulso o un evento particolare, personale o esterno, che ha influenzato la nascita e il processo creativo di questa serie di opere?
La mia ispirazione nasce dalla volontà di fondere due stili, l’astratto e il figurativo tradizionale, con figure immerse nel colore, rivendicando la materia sulla tecnica, come nelle mie opere più recenti. Ho poi sperimentato con due lavori in particolare, nei quali ho voluto esplorare figure abbozzate, senza volto, come se fossero di argilla, legno o materia, senza prestare attenzione ai dettagli. Trovando queste bozze molto espressive, ho abbandonato il cavalletto e ho dipinto a terra in modo più primitivo, creando le due tele dove prevale l’astratto con toni forti e carnosi. In questo momento, il mio lato impulsivo ne sentiva il bisogno ed è emerso con l’uso di spatole, spugne e altri strumenti casuali. Il cambiamento è indispensabile per me… Ho bisogno di evolvere e per farlo è necessario sfidare se stessi, anche a rischio di fallire e poi riprovare. Non dobbiamo temere l’errore perché è essenziale: ci fa cadere, ma ci permette di rialzarci con maggior vigore.
Qual è l’auspicio principale nei confronti della reazione del pubblico rispetto a queste tue nuove proposte?
Non ho particolari aspettative, ma sento sempre il calore di chi mi segue. Quando si espongono i propri lavori, si mette a nudo la propria anima e le proprie fragilità; “mostrare” serve a superare sé stessi, a vincere la propria paura. È una sfida personale, sempre. Mi piace pensare che le vibrazioni e le emozioni che ho provato nella realizzazione delle mie opere possano arrivare alla sensibilità di chi le osserva, trasmettendo così un’emozione, una riflessione, un coinvolgimento emotivo che poi mi torna puntualmente e che mi gratifica molto.
Vi è un’opera specifica all’interno di questa serie che ritieni particolarmente importante o significativa?
Nemesi Blu è un corpo femminile molto dettagliato che ho poi avuto il “coraggio” di immergere in un contesto astratto attraverso spatolate materiche che coprono la figura in alcuni punti, quasi come se stesse emergendo dalla materia, proprio come avviene nella realtà, in effetti. È una sorta di riscatto del colore.
Stai già concependo eventuali progetti futuri? Sei già immersa in nuove sperimentazioni creative?
Sì, qualcosa che mi porterà a un ulteriore cambiamento senza però rinunciare o abbandonare i miei stili. Credo che sia importante possedere il maggior numero possibile di strumenti di sperimentazione per essere preparati e poi scegliere liberamente come esprimersi senza limitazioni. Ulteriori sperimentazioni e progetti sono sempre presenti nei miei pensieri. Richiedono molte energie, ma le situazioni “comode” non le ho mai amate molto, non mi spronano. Vedremo dove questo mondo complesso, quello dell’arte, mi condurrà.
Attraverso il seguente link, potrete scoprire dove ammirare attualmente le opere di questa straordinaria artista e immergerti nel suo affascinante mondo artistico: https://www.lartechemipiace.com/2024/03/catarsi-evolutiva-la-nuova-mostra.html
GIUSEPPINA IRENE GROCCIA