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Cantastorie: racconto liberamente ispirato a L’inno del perdersi dei Verdena

“Cantastorie – Storie immaginarie nascoste dietro le canzoni”

lassenziodegasPerché sono qui?!

Ho la testa confusa. Mi sublimo nei miei pensieri. Fumo le idee e non vedo questa stanza fredda.

Oh no, io dimentico!

D’altra parte bisognerebbe avere la bacchetta magica per governare gli avvenimenti, invece sono loro a prendere le redini delle nostre vite, che non sai mai dove andranno a concludersi nel blu.

Oggi l’ago nella mano mi fa male ma a bruciare di più dentro le mie vene è questo tempo inesorabile che scorre e non ci lascia in pace mai.

Mi sento un fiume che brulica eppure ho più sonno che mai… Ma ho troppe cose da fare prima di dormire. Non posso dormire. Non posso permettermelo. Chi ha la mia età lo sa.nebbia

Ho la testa confusa. Perché sono qui?! Mi sublimo tra le nuvole dei miei pensieri. Come nebbia mi avvolgono le domande già fatte e le risposte già avute. Non era la mia persona, non ero io. Non era con me che parlavate… ma solo col mio corpo.

Devo leggere nelle mie rughe la mia storia che ho perso. Lì la vedrò chiaramente. Troppe rughe ho sul viso. Ciascuna sarà un ricordo. Forse un ricordo perso… Forse per sempre… Forse un disegno che rivive al calore di una carezza.

Ma perché sono qui?

Cos’è tutta questa confusione che ho nella testa? Cos’è questa nebbia, questo fumo, questa assenza di me.

Ansia, ansia… anzia… ah no… Demenza degenerativa progressivamente invalidante. Mi sembra abbiano detto così poco fa. Ma non so se parlavano con me o con questa catatonica figura che occupa il letto accanto… Maledizione! Credo fosse… no… non lo so…

Non ho certezze.

Ho sempre pensato fosse avventuroso non avere certezze: questo lo ricordo perché è un pensiero che mi appartiene da sempre. Ma quando davvero di certezze senti di non averne più, quando ti fa paura anche il giorno che spavaldo si infiltra dalle tende aperte o gli sguardi incomprensibili che ti circondano, in quei momenti non riesci a trovarci proprio nulla di avventuroso, nulla di piacevole in questa totale assenza di certezze. Nulla. Ci trovi proprio esattamente il nulla che ti scruta dall’alto delle nuvole dei tuoi pensieri, dietro la nebbia delle tue idee fumanti e astratte. Dentro me vivo una realtà di cui non trovo corrispondenza negli occhi che mi guardano, negli oggetti che mi circondano, nelle parole che mi raccontano. Le parole, generalmente così concrete e solide, inaspettatamente si trasformano e diventano pennellate sfuggenti di un pittore impressionista.

nebbiaalberiI loro racconti di me non sono miei. Ero davvero io?

Mi sembra di perdermi dentro il mio corpo. Cos’ho che non va in me che non fermo più? Cos’è tutta questa confusione? Perché queste apprensive figure qui intorno riescono solo a sorridermi, accarezzarmi e inventarmi ricordi come un abito che ormai sento starmi stretto? Perché tutta la loro premura non riesce a farmi tornare nel mio abito, nel mio io che abito ora come la polvere abita questi grigi mobili?

Eppure io sono qui. Ci sono, dentro me, da qualche parte. Serve coraggio in più per ritrovarsi?

Io ci sono dentro me. Sono qui da qualche parte ma così mi sento soltanto un corpo nudo, spogliato della sua essenza… un corpo vivo ma in una vita che non riconosce.

Perché sono qui?! Vorrei essere altrove. Ovunque.

Ho la testa confusa… ma continuerò a cercarmi. Oppure a perdermi.

DORIANA TOZZI

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