Whatever, disco breve, uscito per il collettivo internazionale Stock-a Production, rappresenta un cambio di rotta per i fiorentini God Of The Basement, che per la prima volta decidono di incidere i brani in italiano. Il disco si sviluppa in nove tracce che coprono poco meno di mezz’ora ed è pensato come opera unica, da ascoltare nella sua interezza. Al suo interno si mescolano elementi crossover, dub, drum and bass e trip hop.
I GOTB delineano sonorità ritmiche, oscure, spettrali, tessendo una tela di emozioni cupe, a metà tra la critica sociale e il dolore esistenziale. Ogni traccia, si inserisce all’interno di un progetto globale, senza però perdere la propria unicità. Potrebbe apparire quasi riduttivo riconoscere nel loro tessuto musicale riferimenti a capisaldi del trip hop come i Massive Attack, perché i GOTB sono molto di più e in Whatever, disco breve lo dimostrano ampliamente. Ecclettici come non mai, in questo lavoro dimostrano, infatti, una conoscenza della “materia musicale” profonda, quasi viscerale.
Se Bivio fa dei bassi distorti il proprio marchio distintivo, in Delirio la band trasporta l’ascoltatore in un universo di suoni tribali e immersivi. Facendo un piccolo passo indietro nell’album c’è poi Serpe al suolo, brano dai potenti afflati caraibici, che trasporta in un terreno onirico, quasi magico, occulto, inspiegato. Ogni cosa ha già il suo nome è un brano dub-rock che riflette ancora su ciò che non è possibile bloccare all’ interno di una definizione predeterminata, perché se anche “ogni cosa ha già il suo nome”, i sentimenti, le emozioni, sono qualcosa di inesplicato, che non è possibile incasellare. I ritmi serrati che contraddistinguono i GOTB ritornano prepotentemente in Acqua alla gola e Misera, (che dispone anche di un video a cura di Killerclip). Due tracce brevi ed incisive, che riflettono sulla sconfitta e la frustrazione, sino alla completa ammissione che è possibile e sacrosanto “fare schifo”, non essere in linea con questa modernità che ci vuole sempre perfetti, indistruttibili, al meglio.
I GOTB si rivolgono a chi non si vuole omologare, a chi non si sente nel posto giusto, ma che, tutto sommato non si arrende e accetta la propria umanità e la propria imperfezione. Whatever, disco breve è in sé un perfetto manifesto, se non addirittura un’ode urbana al diritto di vivere come meglio si crede, assaporando ogni giorno la propria libertà, senza cercare inutili giustificazioni, bensì accettando la propria unicità, i propri ritmi e i momenti in cui non è possibile fare altro che “schifo”, ma va bene, è giusto così.
I God Of The Basement, con quest’album ben bilanciato e ricco di contaminazioni che mescola stili eterogenei senza perdere l’anima profondamente surreale, dimostrano che di strada ne hanno percorsa tantissima. E noi ci auguriamo che tanta altra ne percorreranno regalandoci piccole grandi perle come Whatever, disco breve.
Qui il disco:
Il sito ufficiale della band: https://godofthebasement.com/
GRETA COCCONCELLI