Il Pilastro Della Terra di cui vogliamo parlavi questo mese è De L’Esprit (Sullo Spirito), opera materialista e sensista di uno degli intellettuali più chiacchierati della Francia del diciottesimo secolo: Claude-Adrien Helvétius.
L’opera di questo intellettuale, che visse la fase finale dell’ancient régime, da cortigiano (alla corte di Luigi XV) a dissidente, fu rigettata dagli ambienti accademici più conservatori dell’epoca e la sua stesura non solo fu proibita dal re, bensì costrinse l’autore a rifugiarsi nei territori germanici per un po’ di tempo, almeno fino a quando non cessarono le polemiche.
Tutto questo scalpore, però, riuscì ad attirare lo sguardo di altri filosofi europei più illuminati dei francesi dell’epoca, che studiarono l’opera e si approcciarono ad essa con occhio critico e scevro da pregiudizi.
Cosa c’era in quest’opera di tanto dirompente? L’essenza della logica dei philosophes, cioè di quegli intellettuali che, in quel periodo, stavano riscaldando il terreno e stavano preparando ideologicamente l’evento che ha mutato, forse più di tutti, la storia dell’Occidente: la Rivoluzione Francese.
Questo gruppo folto di intellettuali parte da considerazioni del mondo che si distaccano da quelle vecchie e preconfezionate certezze, escogitate per giustificare lo strapotere di un’aristocrazia corrotta e di un clero peccaminoso e disonesto. Tali considerazioni sono di carattere sociale; l’educazione, ad esempio, è un tema chiave: essa è la liberazione dall’ignoranza, che è propria dell’uomo e lo rende malvagio; l’educazione è il prodotto del caso, però, cioè è il prodotto di un particolare momento storico e di uno specifico bagaglio di usi e di costumi, che si possiede hic et nunc.
Altro tema affrontato è il rapporto tra l’uomo e la divinità: le teorie in merito sostengono che Dio non sia altro che un prodotto umano, creato perché gli uomini non riescono a spiegarsi molti fenomeni naturali autonomamente; questa è la ragione per cui l’ignorante è più fedele e sottomesso nei confronti di Dio, di quanto non lo sia l’uomo colto ed educato.
Queste idee rivoluzionarie e innovative non hanno trovato posto nel cuore di una società che era al tracollo e stava per sgretolarsi miseramente. Chiediamoci se riescono a trovare posto nella società di oggi, che pensiamo sia così solida e moderna e, invece, forse, ha più crepe di quanto pensiamo.
VITO PUGLIESE