Il Pilastro della Terra di questo mese è inusuale e più che alla letteratura in senso stretto attiene al teatro, che è, come si sa, figlio naturale della prima e sua rappresentazione scenica. A chiudere questo anno intenso, c’è un poeta italiano del diciottesimo secolo, che con la sua storia romantica e la sua perseveranza è riuscito ad entrare nell’Olimpo degli indimenticabili. Si parla di Pietro Metastasio, poeta, librettista e drammaturgo, che divenne uomo di spicco della tragedia, esportandola anche fuori dai confini italiani.
Metastasio comincia la sua carriera quasi per caso: da bambino, recitando versi a caso in una piazza, attrasse a sé l’attenzione della folla. In questa folla vi erano due personaggi di spicco, che subito lo notarono e decisero di coltivare i talenti del giovane ragazzo. I due “talent scout ante litteram” erano Gravina, poeta e fondatore dell’Accademia dell’Arcadia, e Lorenzini, critico letterario teatrale e musicale. Specialmente il secondo si adoperò per far entrare il ragazzo in società e permettergli così di crearsi una platea di classe, che apprezzasse le sue doti e lo aiutasse ad emergere.
Metastasio trascorse la sua infanzia e la sua giovinezza dedicandosi a studi di latino e di diritto e, infatti, lo segnò in modo particolare, un’esperienza svolta presso lo studio di un noto avvocato napoletano, che gli impartì i fondamentali precetti della disciplina.
Metastasio, benché si dedicasse ad altro nella fase iniziale della sua vita, scriveva in quantità impressionante e, proprio dai suoi scritti noi oggi attingiamo il nostro Pilastro mensile: Didone Abbandonata.
Primo melodramma steso dal letterato, la Didone Abbandonata è un’opera che si evidenzia per la forte connotazione drammatica e non soltanto per l’episodio trattato, ma anche per scelte proprie dell’autore, quali, ad esempio, la solenne promessa di vendetta del re dei Mori, quando Didone gli confessa di non amarlo e di amare, invece, Enea oppure lo stesso finale dell’opera, che non è un lieto fine (strano per le opere dell’ autore).
Metastasio porterà anche a Vienna la cultura del melodramma e questo gli varrà il nome di padre del melodramma italiano.
Fu nonostante le origini umili il fulcro dei salotti colti, nei quali non si parlava d’altro che non dei suoi melodrammi. Con ciò rimane un simbolo letterario della speranza, il miglior autore, quindi, per augurare a tutti uno splendido nuovo anno.
VITO PUGLIESE