Il pilastro della Terra di questo mese è Il Fondamento della Morale di Arthur Schopenhauer, un autore che durante il diciannovesimo secolo è stato vituperato e non apprezzato dagli intellettuali suoi contemporanei per le ragioni che, sostanzialmente, lo rendono famoso al giorno d’oggi e l’hanno reso fondamentale per gli sviluppi della filosofia del ventesimo secolo.
Shopenhauer, pensatore profondo e studioso poliedrico di più discipline, si avvicina nella sua vita alle filosofie orientali (il taoismo in primis) e con questa sua opera suggella la sua idea personalissima della morale. La questione etica è una questione trasversale e ancora oggi comporta sforzi teorici non indifferenti alla maggior parte degli intellettuali, che, comunque, non hanno trovato alcuna riposta definitiva (anche perché forse non esiste una risposta che possa considerarsi veramente risolutiva del quesito).
La visione di Shopenhauer della morale è ben delineata: essa si confà di due parti, la giustizia e la carità. La giustizia è il rispettare gli altri e l’evitare di infliggere inutili afflizioni al mondo, essa è inoltre una forma di morale alta perché consiste nella volontà di essere in armonia con ogni forma di vita senza desiderare di invadere lo spazio altrui. La carità è invece interpretata, quasi in maniera cristiana, come l’aiuto pragmatico che si può offrire al prossimo. In essa la giustizia si concretizza come una forma di solidarietà e, prima di tutto, di interazione umana.
Questo sistema di concepimento della morale dovrebbe oggi essere più compreso.
Viviamo spesso un’esistenza che non ci soddisfa e forse è la nostra dimensione relazionale che ci fa sentire costantemente incompleti. La dimensione sociale che dovrebbe caratterizzarci, la consapevolezza di essere parte di un tutto oggi viene meno il più delle volte, per far spazio alla prevaricazione. Nel nostro mondo, in cui l’individualismo più iperbolico ha instaurato il suo dispotico regno, sorge spontaneo un quesito: è forse il caso di ritrovare una definizione morale di noi stessi?
VITO PUGLIESE