La morte dimenticata di Ida Sassi (Leone Editore) è il primo dei romanzi dedicati alle indagini del vicequestore milanese Guido Valenti. In questa indagine di “apertura” della serie, Valenti è alle prese con la sparizione di una rinomata cardiologa, Letizia Colonna, che ha dell’incredibile in quanto nessuno dei suoi familiari o dei suoi amici e conoscenti sembra essersi accorto della sua assenza. A Valenti viene così assegnata una squadra piuttosto singolare, composta di elementi fuori dal comune, che però, nel bene e nel male, lo accompagnerà sia alla risoluzione del caso in questione sia nelle avventure a seguire. Ciascun personaggio viene fin da subito reso con grande spessore caratteriale e psicologico, nonché con estrema vividezza e realismo, in un continuo alternarsi di pregi e difetti e di emozioni contrastanti.
L’autrice è attenta a dosare ciascun elemento con perizia, sia attraverso le sequenze dialogiche sia attraverso quelle più riflessive, per non rallentare il ritmo della storia e non interrompere mai quel senso di attesa e curiosità che permea il romanzo fin dalle prime pagine. Ida Sassi dedica la stessa cura anche alla miriade di piccoli dettagli che conducono alla risoluzione del caso: ogni elemento è studiato con estrema precisione, così che niente risulti mai “di troppo” nella complessa tela ordita dall’autrice. Anche i particolari medici, relativi alla professione di Letizia Colonna, e quelli più prettamente tecnici e investigativi sono resi con grande ricchezza e scrupolosità, così da rendere la storia ancora più verosimile e plausibile. La morte dimenticata si rivela, dunque, essere un ottimo giallo/thriller a sfondo psicologico perfetto per tutti gli appassionati del genere ma anche per tutti quei lettori sempre alla ricerca di nuove avventure contraddistinte da ambientazioni e personaggi interessanti e particolari.
Per parlarne meglio abbiamo incontrato l’autrice Ida Sassi.
Salve Ida e grazie per essere qui con noi oggi. Potrebbe raccontarci qualcosa di lei?
Non c’è molto da raccontare. Vivo a Milano, ho due figlie, due nipoti, amo la musica, gli animali.
Amo molto i libri. Ho scoperto la felicità della lettura da bambina. Leggere mi faceva conoscere mondi sconosciuti, mi permetteva di viaggiare nel tempo e nello spazio. Scoprivo anche, con grande stupore, che i personaggi, pur vivendo vite lontane e diverse, provavano le mie stesse emozioni. Inoltre, attraverso la narrazione, riuscivano a esprimerle, cosa che spesso nella vita reale era difficile, se non impossibile, e non soltanto per me.
Anche scrivere, per me, è una passione, un grande amore, anche se si tratta di una passione più complicata della lettura. La scrittura è un impegno che richiede studio, dedizione, umiltà, un lungo apprendistato seguito da un costante lavoro quotidiano. È un lavoro che mi accompagna sempre, anche nei momenti in cui mi occupo d’altro.
La morte dimenticata, pubblicato nel 2021, è il primo romanzo dedicato al vicequestore Guido Valenti. Potrebbe presentarlo ai nostri lettori?
La morte dimenticata è una storia di amicizia, di perdita e solitudine. È un thriller che alterna colpi di scena e momenti di intensa emozione. Il vicequestore Guido Valenti lotta contro il tempo e contro l’indifferenza. In un giallo moderno non esiste un finale consolatorio, il male è stato commesso, non si può nutrire l’illusione di tornare indietro e ripristinare l’ordine precedente al delitto. Eppure il protagonista sa che c’è qualcosa di importante che può fare per le vittime, può ascoltare la loro voce, non dimenticarle, in modo che non sprofondino nell’oblio.
Per combattere la sua battaglia, Guido Valenti dovrà imparare a non agire da solo, dovrà accettare di aver bisogno di aiuto. Farà delle scoperte sorprendenti, sul potere dell’amicizia, delle relazioni, sulla potenza dell’amore al di là della morte.
Come e perché nasce Guido Valenti e quali sono le principali caratteristiche che lo contraddistinguono?
Guido Valenti si è imposto alla mia mente in un modo lento e inesorabile. Dietro la sua nascita c’è un groviglio di elementi razionali e inconsapevoli. Alcuni tratti della sua personalità, per esempio, non sono costruiti a tavolino, così come alcuni luoghi della sua vita. Invece, ho deciso che il protagonista fosse un uomo per una forma di pudore. Nei miei libri, la storia è raccontata dal punto di vista del personaggio, il lettore sa quello che sa il personaggio, e vede il mondo con il suo sguardo. Ho temuto che lo sguardo di una protagonista femminile avrebbe rivelato troppo di me.
Guido Valenti è un uomo giovane, separato, con una figlia di nove anni. Mi piace definirlo un uomo normale che fa cose eccezionali, perché non dimentica, non abbandona le vittime, non tollera l’indifferenza e prova empatia per chi soffre. È un uomo aperto al dubbio, solitario, collerico e impaziente, ma capace di evoluzione e cambiamento. Il suo rapporto con il commissario Isabella Contarini, che si occupa di informatica, lo costringe a cambiare più di quanto lui stesso non vorrebbe.
In che modo si pone questo primo romanzo rispetto ai successivi?
All’inizio non avevo le idee chiarissime. Poi, via via che completavo la scrittura e la revisione della Morte dimenticata, mi sono accorta di avere in mente una nuova storia che volevo raccontare. Ho concepito così l’idea di una serie narrativa, tenuta insieme dai personaggi, dalle loro storie personali, e soprattutto da un modo particolare e originale di condurre le indagini.
Progetti futuri?
Un mese fa è uscito Io ti troverò, il terzo volume della serie. Sono accadute tante cose ai personaggi, la squadra del vicequestore Guido Valenti si è arricchita di nuovi elementi. Sto completando e rivedendo il quarto volume e ho già iniziato il quinto. Non posso abbandonare questi personaggi, le loro vite, le loro indagini, le loro avventure. Quindi, il mio progetto è continuare a scrivere.
CATERINA FRANCIOSI