Michele è un tredicenne che vive a Trieste con sua madre Giovanna, una poliziotta. I due vivono da soli da quando il marito della donna, anch’egli poliziotto, è morto.
Michele non è certo un adolescente popolare. A scuola, fatta eccezione di un gruppo di bulletti che non perde occasione per infastidirlo, sembra essere invisibile a tutti, anche a Stella, la nuova arrivata, che lo conquista subito con la sua dolcezza e bellezza. Ciò che il ragazzo ancora non sa è che la sua vita sta per avere una svolta. Una mattina apparentemente come le altre, infatti, guardandosi allo specchio, scopre di avere un superpotere: può diventare invisibile. Questa è soltanto la prima delle tante scoperte che sconvolgeranno per sempre la sua vita.
Con Il Ragazzo Invisibile, il premio Oscar Gabriele Salvatores si cimenta in qualcosa di diverso, un genere particolarmente trascurato dai registi italiani, quello dei supereroi.
Per il suo nuovo film il regista si ispira più che mai alle produzioni hollywoodiane del genere. Il Ragazzo Invisibile è quindi un film rivolto essenzialmente ad un pubblico di giovanissimi, tratto da un fumetto (e da un romanzo) in cui il ruolo da protagonista è affidato ad un attore sconosciuto mentre attori più noti gli fanno da spalla e, soprattutto, è un prodotto estremamente commerciale, in cui costumi, simboli e marchi sono stati registrati per farne merchandising.
Come ha annunciato lo stesso Salvatores, poi, gli autori sono già impegnati nella stesura di un sequel che si realizzerebbe qualora Il Ragazzo Invisibile dovesse ottenere grande successo non solo in patria ma anche all’estero.
A parte l’idea non proprio originale, questo film è ben fatto poiché riesce a sorprendere e rendersi interessante, anche grazie a personaggi ben scritti e funzionali alla storia tanto quanto i vari poteri. Gli effetti speciali sono volutamente essenziali e curati nei minimi dettagli e la sceneggiatura scritta da Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, seppur ricca di riferimenti a film come Spider-Man di Raimi, il Sesto Senso e Ritorno Al Futuro, mantiene una propria identità e non diventa una copia dei kolossal che l’hanno preceduta.
Il Ragazzo Invisibile è, per concludere, una scommessa per il panorama cinematografico nostrano, ma per decretarne il successo bisognerà aspettare e vedere se il pubblico apprezzerà la decisione de regista di fondere insieme le tradizioni cinematografiche del nuovo e del vecchio continente.
SABRINA LANZILLOTTI