Per riuscire a realizzare i propri sogni servono tre ingredienti fondamentali: talento, determinazione e un pizzico di fortuna. Occorre, inoltre, averli tutti e tre insieme, perché anche solo con due di questi ingredienti si rischia di non riuscire a spiccare il volo restando perennemente ancorati al suolo della disillusione. Oggi incontriamo un’artista, una ballerina professionista, a cui soprattutto i primi due non sono mai mancati e che grazie a quell’imprescindibile pizzico di fortuna sta volando altissima sulle ali del suo sogno, danzando tra le stelle della musica italiana. Lei è Giada Farano e se vi sembra di non aver mai sentito prima il suo nome non potete non riconoscere invece la sua magnifica testa fluttuante di riccioli frizzanti che avrete sicuramente visto accompagnare sui palchi e in TV alcuni illustri big, ultima in ordine cronologico Annalisa con cui sta collaborando in questo periodo (impossibile non riconoscerla nel videoclip di Euforia).
Giada è pugliese, originaria di Margherita di Savoia. Dieci anni fa, a diciotto anni, decide di voler dare una vera chance al suo talento di ballerina e si trasferisce nell’amata/odiata Milano dove frequenta prima un’accademia professionale per perfezionarsi e poi inizia a fare stage e casting senza sosta, grazie ai quali viene notata e chiamata per lavorare ai primi set. Comincia successivamente a calcare i primi palchi, partecipa a vari programmi televisivi in RAI e Mediaset (Sanremo, Ciao Darwin, Capodanno RAI… etc…) e ai videoclip di diversi artisti, da Arisa a Jovanotti, da Adriano Celentano fino alla già citata Annalisa con cui è in questo momento in tour.
Ansiosi di conoscerla meglio, ci siamo fatti raccontare un po’ da lei come sono stati questi frenetici anni che dal suo piccolo, soleggiato e tranquillo paese di periferia l’hanno portata sull’Olimpo dei “VIP”.
Ciao Giada, sono curiosissima di scoprire un po’ la tua storia, quella che ha trasformato la tua passione nel tuo vero e proprio lavoro. Mi chiedo prima di tutto se è sempre stato il tuo sogno, sin da bambina, quello di diventare una ballerina professionista. Oppure da piccola, alla famosa domanda “Cosa vuoi fare da grande?”, davi una risposta diversa?
Ciao e grazie a te per questa intervista. Be’, ti rivelo che sin da piccola io ho sempre respirato aria di danza in famiglia. I miei genitori ballavano sempre e anche mia sorella ha fatto danza per tanti anni, quindi ho seguito un po’ le abitudini che avevano tutti a casa.
Già dai primi anni, però, avevo capito che non avrei più lasciato il ballo.
C’è stato un momento in particolare in cui hai capito che questa innata passione per la danza poteva diventare davvero la tua professione?
Diciamo che l’ho capito perché la danza mi ha sempre salvata da ogni trauma, da ogni pensiero buio. Essendo poi molto disciplinata, sapevo di avere il carattere giusto per poter inseguire davvero questo sogno.
Il nostro paese d’origine, Margherita di Savoia, è un paese che pullula di talenti in diversi campi dell’arte anche se talvolta, come spesso accade in generale nelle periferie del mondo, mancano le occasioni o talvolta gli stimoli giusti per permettere ai giovani artisti di crederci fino in fondo. Nel tuo caso qual è stata la miccia che, invece, ti ha fatto resistere e insistere nonostante le difficoltà che all’inizio sicuramente ci saranno state?
Il posto in cui sono nata per me non è mai stato un limite, anche se ovviamente sapevo benissimo sin dall’inizio che per diventare una ballerina professionista a un certo punto, una volta compiuti diciotto anni, avrei dovuto lasciare tutto: le mie abitudini, la mia casa, la mia famiglia. Tutto. Ed è quello che poi ho fatto per trasferirmi a Milano perché la voglia di realizzare il mio sogno era più forte di tutte queste difficoltà.
La miccia posso dire che quindi è stata sempre la mia determinazione.
Parliamo dunque di queste difficoltà. Vuoi raccontarci qualche aneddoto sui momenti più duri che hai dovuto affrontare?
Ho avuto mille momenti difficili. Tantissimi. Non saprei da dove cominciare. Tra l’altro appena mi sono trasferita a Milano odiavo la città. Poi dovevo risparmiare tantissimo perché i miei genitori facevano tanti sacrifici e quindi in qualche modo dovevo “arrangiarmi” e soprattutto ballare il più possibile. Ho avuto settimane ma addirittura mesi di veri crolli…
Non tutto è così bello come sembra. Fare la ballerina di lavoro è una fortuna perché ho trasformato la mia passione in professione, ma per arrivarci bisogna essere consapevoli che la strada è tutta in salita.
E tu, partendo dalla tua Puglia dieci anni fa, probabilmente già sapevi che il percorso da affrontare sarebbe stato lungo. Di solito la forza per affrontarlo la danno i sogni, o meglio ancora gli obiettivi concreti, quelli che sappiamo essere realizzabili. Qual è stato il primo obiettivo che hai portato con te nella “valigia dei sogni”?
Sì, sono d’accordo, sono proprio i sogni a spingerti per dare il massimo. Il mio più grande obiettivo all’inizio era quello di lavorare in televisione. E ci sono riuscita.
Delle tante esperienze con gli artisti famosissimi con cui hai collaborato negli anni, ce n’è stata una che per qualche ragione consideri “più indimenticabile” delle altre?
Ho avuto la fortuna e l’onore di lavorare con diversi big della musica italiana e sono onorata di aver ballato per e con loro. Mi porto dietro ogni singolo ricordo di queste esperienze, perché sono state differenti l’una dall’altra e grazie ad esse ho conosciuto persone davvero meravigliose. Posso dire però che quando ho ballato con Celentano mi sono emozionata particolarmente perché pensavo a mia nonna. L’ho persa nel periodo in cui studiavo in accademia e non ha potuto assistere ai miei successi che sono venuti dopo… quindi per me quello è un ricordo molto intenso e particolare.
Abbiamo già detto che sei in tour con Annalisa e prima di lei hai girato in tour con Sfera Ebbasta. Qual è il tuo rapporto con gli artisti con cui collabori?
L’energia che si respira in tour è fantastica e travolgente. Nel mio caso, il rapporto che si è creato con gli artisti è sempre stato di stima e fiducia reciproca. Sono molto contenta di aver fatto l’esperienza con Sfera e adesso con Annalisa. Lei è davvero meravigliosa. Come donna e come artista.
Certo la vita in tour è come un giro sulle montagne russe che dura per settimane! Quali sono gli aspetti che ti piacciono di più del vivere perennemente in viaggio?
Come in ogni lavoro ci sono i pro e i contro. Sicuramente una vita in viaggio ti permette di conoscere tanti posti, gente, set diversi, fare esperienze sempre nuove che ti riempiono il cuore e ti rendono fiera di tutti i sacrifici fatti. E questi sono gli aspetti affascinanti.
Una cosa che invece proprio odio è che, cambiando spesso luoghi e situazioni, magari ti leghi ad alcune persone e poi le perdi di vista. Questo dispiace… è sempre un oscillare tra emozioni strane. Inoltre, per questo spesso ti ritrovi sola.
Nei momenti di solitudine di solito la musica è un’ottima panacea. Quali sono gli artisti o le canzoni che ascolti di più in questo periodo?
Sì, concordo. Generalmente la musica italiana che ascolto è quella degli artisti con i quali lavoro, di base però mi piace spaziare. Ascolto musica r’n’b, afro, reggaeton… un po’ di tutto. Mi piace cambiare in base all’umore e al momento.
Prima di salutarti, vuoi rivelarci quali sono i tuoi progetti futuri dopo il tour con Annalisa?
Sicuramente voglio fare delle esperienze all’estero. Poi vorrei fare qualche altro programma e infine crearmi una strada che possa farmi stare tranquilla e con più stabilità.
So che quello che sto facendo ora non sarà così per sempre ma spero di riuscire a rimanere nel mondo dello spettacolo, in un modo o nell’altro.
E noi te lo auguriamo con tutto il cuore.
DORIANA TOZZI