Teodora Mastrototaro afferma di aver cominciato a scrivere poesie prima ancora di conoscere la Poesia. Sostiene di aver conosciuto la Poesia dentro se stessa prima di conoscerla sui libri. Malgrado ciò, teme di non essere degna di pronunciare un termine così sublime come “Poesia” e, quindi, essere identificata come poetessa. Nella sua prima silloge di poesie, intitolata Afona Del Tuo Nome, titolo preso in prestito da una poesia ivi contenuta, ricorrono diversi temi tra cui l’abbandono, la notte, l’amore disperato e l’eros. Ne parliamo qui con l’autrice:
Ciao Teodora. Hai pubblicato nel 2009 con La Vallisa la silloge di poesie Afona del tuo nome. Com’è nata questa silloge? Hai avuto difficoltà a reperire un editore?
La silloge è nata dalla scelta di poesie tra un vasto numero di composizioni. Considera che io ho sempre scritto e di conseguenza sempre conservato le mie opere. Componendo poesie fin da bambina è cresciuto e maturato insieme alla mia persona anche il mio modo di scrivere fino a quando la conoscenza del prof. Daniele Giancane mi ha aperto le porte della pubblicazione. Fu lui, infatti, dopo aver letto quello che scrivevo, a volere che io pubblicassi, perché ha reputato valide le mie poesie. E così è nato Afona del tuo nome. Daniele mi ha dato, metaforicamente parlando, quella pacca sulla spalla da cui poi col tempo è continuato tutto. La casa editrice La Vallisa di Bari è una piccola casa editrice, consigliatami dal professore.
Qual è stato l’interessamento del pubblico alla tua prima “fatica letteraria”?
Il pubblico è colui che decreta il più che buono proseguimento della mia poesia. Sono felice che piaccia e questo mi onora. Ringrazio infinitamente tutti coloro che mi seguono sul cartaceo, sui portali web, durante i reading e sapere di entrare nelle loro anime è per me e per la mia poesia un grande orgoglio.
La gente si riconosce nei miei scritti (così molte volte mi dicono) e io sono felice di diventare una loro piccola parte fatta di parole.
Per un poeta sicuramente vale la pena scrivere. Ma vale la pena pubblicare, rendere note le proprie emozioni, le proprie creazioni quando, a detta degli editori, manca un pubblico di lettori per la poesia?
Tutto parte da un’esigenza interiore, secondo me, e da quanto sei disposto a “investire” di te. Io, ovviamente, parlo sempre dal mio personale punto di vista. Se valga la pena o meno non lo so ma so che per me è fondamentale comunicare attraverso la poesia… è vitale.
È fondamentale, inoltre, scrivere, perché è quello che faccio e voglio continuare a fare, sempre. Rendere note le proprie emozioni, come tu mi chiedi, sì. Ma non come semplice sfogo personale, bensì come esigenza di comunicare e arrivare agli altri in modo che questi possano ritrovarsi e se questo accade, be’, è una gran bella soddisfazione.
La poesia è definita la “figlia povera della letteratura”, ma siamo noi che la scriviamo che dobbiamo arricchirla tanto quanto noi veniamo arricchiti da lei, e non parlo ovviamente di soldi ma di emozioni. Bisogna essere caparbi perché la poesia è il genere meno letto ma, credimi, si potrebbe parlare tanto e tanto di questo argomento…
Da cosa trai ispirazione? E, in definitiva, cos’è la Poesia per te?
Tutto è ispirazione. Dopo che scrivi per tanti anni, la poesia spontaneamente sgorga dalla tua anima, dalle tue mani, dalla tua testa; da quello che vivi, che vedi, che pensi. Dai tuoi cinque sensi.
A tal proposito mi piace ricordare un concetto con cui mi definisco: “Io ho tre paia di occhi… nel cervello, negli occhi, nell’anima”. Cosa significa? Significa che la poesia può nascere da qualcosa che penso, che vedo, che matura l’anima da sola…
Hai altri progetti di poesia? Nuove pubblicazioni in vista?
Sì, e spero di poter rendervi partecipi, se vi andrà. Sicuramente il secondo libro, poi narrativa e qualcosa di teatro.
Puoi lasciarci con la magia di alcuni tuoi versi?
Certamente, e ne approfitto anche per rispondere ancora meglio alla tua domanda di prima: “Cos’è per me la poesia”. Lo faccio in versi, con una composizione dedicata proprio alla poesia:
grazie a tutti!
POESIA
Parlata
profanata
bestemmiata
amata
dissacrata
bistrattata
compatita
compianta
adorata
sputata
ingoiata
…labbra
serrate
dal non
ascolto.
MICHELE DELPIANO