Ventunenne, musicista, cantautore e pugliese: è questo il “biglietto da visita” di Giuliano Vozella. Quattro buoni motivi per “ curiosare” un po’ e fargli qualche domanda sul suo percorso artistico e sul suo primo lavoro da solista, Notes Trought The Years (che abbiamo recensito qui: https://www.ithinkmagazine.it/recensione-vozella-notes-through-the-years). Ecco il frutto della nostra interessante chiacchierata.
Notes Trought The Years è il tuo primo lavoro da solista. Raccontaci un po’ come è maturata l’idea per quest’album.
L’idea dell’album è nata negli anni, proprio come racconta il titolo. La voglia di scrivere e comporre qualcosa per presentarla unicamente con la mia chitarra e la mia voce è stata una scelta quasi istintiva, perché era arrivato, per me, il momento di esplorare e di sperimentare questa nuova strada da solista. Così mi sono reso conto che i testi e le musiche di questo album erano già tutti pronti perché, nella mia vita, ho sempre dedicato uno spazio del mio tempo a lavorare in “unplugged”, quindi è bastato lavorare in studio ed ecco Notes Through The Years.
Pezzi strumentali e pezzi che prevedono anche la voce: quali sono secondo te i pro e i contro dell’utilizzo degli uni o degli altri?
Come musicista penso che scrivere musica (strumentale o in forma canzone) sia sempre una sensazione unica per la soddisfazione che ti regalano le note, sentendone il risultato finale. Purtroppo, però, credo che ci vorrebbe una maggiore cultura da parte del pubblico che dovrebbe essere più avvezzo ad ascoltare e a seguire i concerti. Quindi, in fin dei conti, penso che i pro e i contro siano sempre dovuti al tipo di pubblico con cui l’artista si confronta.
L’uso della lingua inglese in sei degli otto pezzi dell’album, è una scelta legata al tipo di canzoni (vicine al cantautorato americano), oppure una scelta legata al tuo gusto personale o altro?
Si dice che la lingua italiana “suoni peggio” di quella inglese, anche se penso che sia sempre questione di gusto personale. Credo che porsi dei limiti mettendo dei paletti al di fuori dei quali non si possa scrivere in italiano, sia una scelta discutibile, poiché la musica è bella proprio perché permette di sperimentare le infinite sfaccettature. Quindi, perché imporsi che il testo di una canzone debba essere per forza in inglese? La scelta della lingua dei miei brani è sempre stata basata sulla sperimentazione delle due lingue che conosco (italiano e inglese); probabilmente il mio prossimo disco potrebbe essere tutto in italiano o tutto in inglese o chissà, magari imparerò il tedesco e lo farò tutto in tedesco, non so… La cosa certa è che non smetterò di sperimentare.
In Puglia c’è un grande fermento musicale, sia per quanto riguarda l’organizzazione di eventi importanti sia proprio per la presenza di tantissimi giovani artisti pugliesi che pian piano stanno riuscendo a farsi apprezzare anche fuori dalla propria regione. Qual è la tua opinione a riguardo?
Sono felicissimo che la Puglia si stia facendo sentire e spero tanto che continui così per molto tempo. La possibilità di poter vedere e apprezzare la performance dei grandi artisti della nostra regione e nella nostra regione è un grande vantaggio, perché aiuta la formazione culturale-musicale del pubblico che, come ho già detto, lascia spesso a desiderare.
Ogni opera prima è un po’ una scommessa, soprattutto se si tratta di un progetto solista in tutti i sensi. Infatti, nel tuo disco ci sono solo la tua chitarra e la tua voce. Provenendo tu da esperienze in varie formazioni (duo, trio ecc…) quanto difficile e quanto allo stesso tempo stimolante è stato metterti in gioco in maniera totalmente “solitaria”? E in che modo?
È stata stimolante l’idea di poter decidere da solo cosa dover suonare e cosa no, quale accordo va meglio in quella determinata battuta e se la melodia deve scendere o salire, quante ripetizioni fare nel ritornello ecc. È sempre una sfida nel vedere se la scelta è quella giusta, tenendo sempre in considerazione il fatto che confrontarsi con una formazione più grande, e quindi con altre teste che lavorano sullo stesso brano, ti insegna moltissimo. Di sicuro in un progetto solista la responsabilità è completamente tua. Tutt’ora lavoro con altre formazioni che continuano a insegnarmi tanto e non ho intenzione di dedicarmi soltanto al mio progetto solista, in primis perché sono molto legato agli altri miei progetti (Free Walking Trio, BemollAnsemble ndr) e poi perché lasciare per dedicarsi soltanto ad un unico progetto sarebbe poco stimolante e limiterebbe la mia crescita musicale.
Cosa c’è nel lettore mp3 di Giuliano Vozella ascoltatore?
Nel mio lettore mp3 si può trovare di tutto: da Bon Iver a John Mayer, Damien Rice, Kings Of Convenience, Wes Montgomery, Jonathan Kreisberg, e ancora da Kurt Rosenwinkel a Wolfgang Muthspiel, Esperanza Spalding e Ari Hoenig, senza tralasciare i lavori di alcune sane band come Foo Fighters, Marta Sui Tubi e Kings Of Leon. Precisando, in realtà, che è sempre in aggiornamento, perché preferisco dedicarmi all’ascolto accurato di un disco e inserirne un altro nuovo senza lasciare al caso la scelta di ciò che devo ascoltare.
Il tuo disco è stato co-prodotto da I Feel African Ol, 90’s Big Bang e Zero Valvole. Qual è il tuo rapporto con queste tre realtà e come è nata la collaborazione con loro?
Un rapporto basato su una amicizia concreta, tre realtà molto innovative per il lavoro che svolgo e molto importanti per me in quanto mi hanno aiutato nella produzione di questo mio primo prodotto. Sono molto contento di essere affiancato da loro e consiglio a tutti i lettori di informarsi sulle loro attività perché non ne rimarrebbero delusi.
Con chi vorresti condividere il palco entro l’anno?
Dato che sognare non è vietato spero di condividere il palco, con il mio progetto solista, se non entro l’anno ma prima o poi, con Kings of Convenience o Tommy Emmanuel, se poi devo parlare in generale, la lista sarebbe troppo lunga perché è scontato dire che sarebbe un piacere e un onore condividere il palco con personaggi della scena già affermati.
Dove e come possiamo ascoltarti?
Il link ufficiale è: www.facebook.com/giulianovozellamusician. Da questo link tutti potranno trovare da ascoltare e da vedere.
Un salutone a tutti i lettori di I Think Magazine e grazie per questo spazio che mi avete dedicato.
CINZIA DASCOLI