Alla stregua di Carlo Verdone (di cui ci siamo occupati nello scorso capitolo di questa rubrica: https://www.ithinkmagazine.it/non-solo-star-carlo-verdone/), anche Antonio Albanese, nato come cabarettista televisivo, è riuscito a portare la sua comicità su grande schermo, raccontando al tempo stesso di un “certa” Italia e di un “certo” tipo di italiano. E così, come Verdone con il suo Bianco, Rosso E Verdone aveva reso iconici alcuni dei suoi personaggi, lo stesso ha fatto Albanese con La Fame E La Sete, il film di cui ci occupiamo questo mese con la rubrica Non Solo Star. In questo film, infatti, il comico-attore-regista mette in risalto tre personaggi emblematici che stanno a rappresentare degli stereotipi particolari, soprattutto Alex ed Ivo, due dei tre protagonisti (rispettivamente il meridionale sfaticato e l’imprenditore settentrionale avaro).
La trama, se vogliamo inconsistente e irrilevante (dal momento che il film in realtà si basa su una serie di gag e veri e propri sketch con Albanese sempre al centro del racconto), in breve è questa: tre fratelli che non si vedono da anni (Alex, Ivo e Pacifico), si riuniscono per il funerale del padre in Sicilia. Tutti e tre i fratelli sono interpretati dallo stesso Albanese che dona loro tic e manie specifiche, restituendo non solo uno spaccato sociale molto netto, ma soprattutto una comicità irresistibile, soprattutto per chi ne apprezza lo stile interpretativo molto “fisico”.
Alex, quindi, essendo lo sfaccendato di turno, è l’unico che vive ancora con la madre, definendosi libero professionista, ma in realtà non facendo nulla di concreto (fondamentalmente ignorante, pensa di essere un ottimo fotografo di arte moderna). Ivo, invece, è emigrato al nord molti anni prima e qui è diventato direttore di un’azienda. Lui è il classico cafone che tradisce la moglie con la segretaria e che vede con disprezzo gli stranieri. Durante il suo viaggio per arrivare in Sicilia, a bordo del suo furgone carica un’autostoppista, la quale sarà sempre più infastidita dal suo razzismo e dalla sua tracotanza. Nel mezzo, si pone Pacifico, di nome e di fatto. Un uomo del tutto “trasparente”, docente di latino al nord, succube della moglie e della famiglia di lei. Talmente mite e accondiscendente da essere ignorato perfino dai suoi, che si erano addirittura dimenticati di avvisarlo del funerale, evento del quale viene a sapere da una “particolarissima” fonte anonima.
Inutile sottolineare che la riuscita del film risiede solo ed esclusivamente nel one man show imbastito da Albanese, essendo decisamente esile e fragile dal punto di vista prettamente cinematografico. Ma questo non vuol dire che non risulti una godibilissima commedia con una serie di battute indiscutibilmente irresistibili e con dei momenti di divertimento imperdibili.
Alex Drastico, protagonista di La Fame E La Sete, è stato, insieme ad Epifanio, uno dei primi personaggi di successo di Antonio Albanese. Cominciando con la radio e con alcune ospitate televisive, il talento di Albanese ha avuto modo di svilupparsi fino ad arrivare al vero e proprio successo con Mai Dire Gol, dove abbiamo conosciuto gli irresistibili Frengo e Stop e Pier Piero. Anni dopo, con altra televisione e col cinema di mezzo, è arrivato anche Mai Dire Lunedì, dove sono nati i personaggi di Pier Peter, Mino Martinelli, Alain Tonné e, il più famoso di tutti, Cetto La Qualunque, il politico calabrese corrotto che poi ha portato a Che Tempo Che Fa e anche al cinema con Qualunquemente e Tutto Tutto Niente Niente, entrambi diretti da Giulio Manfredonia.
Il primo film da regista di Albanese invece è stato Uomo D’Acqua Dolce, a cui è seguito questo La Fame E La Sete, per poi arrivare a Il Nostro Matrimonio È In Crisi. Ma Albanese ha recitato molto per altri registi, tra i quali Silvio Soldini, Carlo Mazzacurati, i fratelli Taviani, Pupi Avati, Giovanni Veronesi, Francesca Archibugi, Gianni Amelio, Woody Allen e recentemente Carlo Verdone, dimostrando spesso anche ottime doti di attore drammatico.
Nel corso della sua carriera cinematografica ha recitato accanto ad attori come Fabrizio Bentivoglio, Silvio Orlando, Sergio Rubini, Margherita Buy, Giuseppe Battiston, Kim Rossi Stuart e molti altri.
La sua fisicità, al cinema così in televisione, lo ha reso inconfondibile e inimitabile e lo stile ironico sempre sottile e al tempo stesso trascinante ne sottolinea la caratura professionale.
ALESSANDRA CAVISI