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Non Solo Star: John Krasinski

locandinaaquietplaceNel 2020 arrivano ad abitare la Terra dei terribili mostri alieni che hanno un udito ipersviluppato a causa della loro cecità. La famiglia Abbott deve imparare a sopravvivere comunicando col linguaggio dei segni e cercando di sfuggire alle creature terrificanti. Ma con un bambino in arrivo, una figlia sorda e le difficoltà di un mondo nel caos, riuscirci non sarà affatto facile.

Partendo da un’idea di base originale e dall’indubbia portata metaforica, John Krasinksi, alla sua terza regia, con A Quiet Place decide di affiancarsi alla moglie Emily Blunt per raccontare in maniera ancora più credibile e veritiera il percorso intrapreso da una famiglia per sopravvivere a se stessa, ma soprattutto ai mostri che insidiano il loro avamposto.

Li conosciamo ad 89 giorni dal primo attacco di questi alieni, gli Abbott. E li conosciamo nel mentre in religioso silenzio, a piedi nudi, si aggirano per una farmacia alla ricerca di rifornimenti. Una terribile svista, però, li porta ad emettere un seppur flebile suono e questo causa la prima grande tragedia che vediamo consumarsi davanti ai loro occhi.

Li ritroviamo, poi, al giorno 472 dall’invasione e capiamo subito che per tutto questo tempo non hanno fatto altro che studiare espedienti e metodi di sopravvivenza, preparandosi in ogni modo possibile ad un prossimo evento che non può passare inosservato alle creature: l’arrivo di un nuovo bambino in famiglia.

Forse sono riusciti a sopravvivere perché un membro della famiglia è sordomuto e quindi conoscevano già il linguaggio dei segni, fatto sta che gli Abbott continuano strenuamente a difendere la loro abitazione e a studiare metodi di sopravvivenza, dovendo comunque fare i conti con le difficoltà delle relazioni genitori/figli e con l’imperativo categorico di non fare il minimo rumore, pena la morte immediata.

Tutto questo viene raccontato con toni dimessi e poco fracassoni, nonostante siamo dalle parti del survival movie e del post-apocalittico, ma la cosa sorprendente è che, nonostante questo, e nonostante la quasi totale assenza di dialoghi, Krasinski riesce a tenerci incollati alla sedia e gioca magistralmente con la tensione e la suspense, regalandoci un film di genere che affascina per le atmosfere e per i sottotesti, ma intrattiene al tempo stesso con ritmo e grande attenzione al coinvolgimento dello spettatore.

aquietplace1In una società in cui siamo sommersi da suoni, rumori e parole, riuscire ad immaginare un mondo in cui il silenzio è l’unica via di sopravvivenza è davvero difficile e l’espediente della gravidanza della protagonista femminile va ad acutizzare in maniera preponderante quel senso di pericolo che aleggia nell’aria ad ogni minimo passo compiuto da tutti i personaggi, perché un parto, ma soprattutto un neonato in arrivo, sono tra le cose meno silenziose che possano mai venirci in mente.

Ed è in previsione di questo che Lee, il padre di famiglia impersonato dallo stesso Krasinski, ha votato la sua esistenza alla difesa della sua famiglia e alla prevenzione di qualsiasi passo falso che possa far avvicinare le creature alla loro abitazione. Ma, ovviamente, l’imprevedibile è sempre dietro l’angolo e, nonostante ci appaia chiaro che la difesa a volte può essere il miglior attacco, il loro posto “tranquillo” non rimarrà tale a lungo.

Trailer del film:

RITRATTO DELL’ATTORE

johnkrasinskiÈ stato a lungo protagonista delle serie tv The Office, mentre adesso è tornato sui piccoli schermi con l’action Jack Ryan. Al cinema si è autodiretto nei suoi film da regista, tra i quali, oltre a quello di cui ci stiamo occupando, Brief Interviews With Hideous Men del 2008 e The Hollars del 2016.

E’ stato diretto, inoltre, da registi importanti come Sam Mendes, George Clooney, Gus Van Sant, Cameron Crowe, Michael Bay e Kathryn Bigelow e ha recitato accanto ad attori di un certo calibro come Matt Damon, Frances McDormand, Bradley Cooper, Emma Stone e sua moglie Emily Blunt.

Con A Quiet Place ha sicuramente confermato il suo talento di regista e sceneggiatore, regalandoci un horror dimesso, ma molto potente sia dal punto di vista visivo che comunicativo, ma nel corso della sua carriera ha arricchito il mondo della settimana arte anche in qualità di doppiatore e di produttore.

ALESSANDRA CAVISI

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