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Non Solo Star: Mark Duplass

BagheadLOCANDINAInsieme al fratello Jay, Mark Duplass, recentemente sempre più al centro di commedie indie ma non solo, ha dato un grande apporto ad un genere non molto conosciuto e decisamente particolare: il mumblecore, sfornando una serie di pellicole appartenenti al filone. Tra di esse c’è l’originale Baghead, presentato al Festival Internazionale Del Film Di Roma nel 2008 e mai uscito nelle nostre sale.

Le caratteristiche principali di questo vero e proprio movimento cinematografico indipendente sono la presenza di budget molto ridotti, la focalizzazione dell’attenzione sui personaggi (principalmente appartenenti alla generazione dei trentenni) e la presenza di attori per la maggior parte non professionisti lasciati spesso liberi di improvvisare. Una sorta di richiamo al “vecchio” cinema indipendente americano di cui John Cassavetes è stato magistrale esponente (ne abbiamo parlato anche in un capitolo della nostra rubrica: ).

Tutte queste caratteristiche sono presenti anche in Baghead, film che in un certo qual senso prende i topoi fondamentali di un certo cinema horror e li riscrive con tono ironico e a tratti sarcastico, regalando allo spettatore dei momenti di sana e indispensabile spensieratezza, ma anche di tensione e a tratti inquietudine.

Il plot, in sostanza, è questo: quattro attori decidono di passare un po’ di tempo in una baita isolata per scrivere una sceneggiatura per il cinema. Ma, oltre ad avere un po’ di problemi interpersonali, saranno “distratti” da un  uomo che ha la testa coperta da una busta di carta, che darà loro del filo da torcere.

Paradossalmente, il semplice fatto di avere questa busta sulla testa, creerà panico e terrore nei quattro ragazzi (tra i quali Duplass stesso e un’allora sconosciuta Greta Gerwig), che non riusciranno a portare a termine il compito che si erano prefissati. Una metafora, deliziosamente rappresentata, dell’incapacità di una generazione di vedere i propri sogni realizzati e dell’impossibilità di elevare la propria voce fuori dal coro con prodotti che esulano dai gusti commerciali imperanti (visto che gli aspiranti sceneggiatori vogliono creare un’opera indipendente, come quella di cui sono ovviamente protagonisti).

Altra caratteristica principale di quest’opera è la presenza quasi incessante di dialoghi e scambi di battute che i quattro portano avanti in maniera a dir poco brillante, seguiti spesso dalla camera a mano e circondati da un’ambientazione e una scenografia decisamente minimali, per lasciare spazio proprio alle parole e alle relazioni intercorrenti tra i quattro.

Non si tralascia, ovviamente, una sorta di parodia metacinematografica di un certo tipo di cinema, mascherata abilmente da commedia leggera e divertente, in grado di intrattenere perfettamente lo spettatore per tutta la sua durata. Ed ecco che la comparsa dell’uomo “imbustato”, richiama alla memoria tutta una serie di slasher a cui gli appassionati non possono non essere affezionati, con il “killer” emblema di una certa lotta alla borghesia imperante e il gruppo rinchiuso e “asserragliato” di vittime che devono fare in modo di salvarsi dall’attacco inaspettato.

Insomma, Baghead risulta essere una piacevolissima sorpresa e un buon modo per cominciare a conoscere il cinema dei fratelli Duplass, nel caso in cui ciò non sia già avvenuto, partendo da questo piccolo gioiellino che grazie ad una semplice busta di carta riesce a rimanere impresso a lungo.

RITRATTO DELL’ATTORE MarkDuplass

Tra i fondatori del mumblecore, insieme al fratello Jay, Mark Duplass oltre a recitare in alcune delle sue pellicole, ha prestato il volto ad alcuni colleghi “indipendenti” come Lynn Shelton, Noah Baumbach e Colin Trevorrow, rispettivamente in Humpday – Un Mercoledì Da Sballo, Lo Stravagante Mondo Di Greenberg e Safety Not Guaranteed.

Negli ultimi anni, inoltre, ha recitato anche in pellicole molto diverse dal genere a cui ha dato vita, come Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow e il recente The Lazarus Effect di David Gelb.

Come regista ha girato anche Cyrus nel 2010 (interpretato da John C. Reilly, Marisa Tomei, Jonah Hill e Catherine Keener) e A Casa Con Jeff nel 2011 (con Jason Segel, Ed Helms, Susan Sarandon e Judy Greer).

Da quest’anno, infine, sulla rete via cavo americana HBO, va in onda la serie Togetherness, di cui, sempre insieme al fratello Jay, è creatore, regista e produttore, oltre che interprete accanto ad Amanda Peet e Melanie Lynskey.

ALESSANDRA CAVISI

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