Seconda regia dell’attore-cineasta Sergio Castellitto, Non Ti Muovere segna l’inizio del connubio lavorativo tra lui e la moglie Margaret Mazzantini, scrittrice di romanzi di successo, tra i quali quello da cui è tratto questo film e altri a cui sempre Castellitto si è ispirato. I due avevano collaborato anche nell’esordio dietro la macchina da presa dell’autore, con il film Libero Burro, solo che in quel caso la Mazzantini non aveva forgiato l’opera letteraria iniziale, a differenza di quanto è accaduto in seguito nelle altre pellicole di Castellitto, partecipando invece come interprete e come sceneggiatrice.
A partire da Non Ti Muovere, quindi, le pagine della scrittrice hanno cominciato a prendere vita sul grande schermo, in questo film che, così come l’opera di riferimento e in generale tutti i romanzi della Mazzantini, risulta di un grande impatto emotivo, sondando in maniera profonda ed intensa le relazioni umane e i sentimenti in generale. Certo, spesso si sente puzza di “patetismo” e il più delle volte si percepisce la mancanza di un equilibrio narrativo atto a dare misura alle storie narrate: racconti di vite umane il più delle volte spezzate da drammi, rancori, disillusioni o amori impossibili. Fatto sta che, ogni volta, sia con le opere letterarie che cinematografiche, i due riescono sempre a coinvolgere il lettore e lo spettatore, trasmettendo anche una grande empatia per i personaggi sempre ben delineati e una passionalità alla quale raramente si riesce a rimanere indifferenti. Pur dotandosi, insomma, di tutto il cinismo e lo spirito critico possibile, non è facile non farsi coinvolgere dalle loro opere.
In questo caso siamo di fronte ad una storia d’amore viscerale, violenta, sporca, dirompente e ineluttabile, rievocata con dolore, senso di colpa e nostalgia dal protagonista, interpretato dallo stesso Castellitto, che si ritrova a ripercorrere quei momenti passati proprio il giorno in cui, da chirurgo, vede arrivare in ospedale la figlia in pericolo di vita a causa di un incidente in motorino. Le controparti femminili sono la parte più interessante dell’opera, perché hanno il volto e l’impressionante capacità espressiva di Claudia Gerini, nei panni della moglie borghese e “scontata” e Penélope Cruz (talmente sorprendente in questa sua interpretazione “sporca” e passionale, da essere stata paragonata ad Anna Magnani), nei panni dell’amante vitale e sanguigna.
La rievocazione di questa storia, che risale alla mente del protagonista tramite la visione, dalla finestra dell’ospedale, di una donna seduta di spalle su una sedia sotto la pioggia all’incrocio tra due strade, ci permette di entrare nel vivo dei sentimenti contrastanti provati dall’uomo che, una volta deciso a rompere il suo matrimonio per questa donna che aspettava un bambino da lui, non riuscì a farlo effettivamente dopo l’annuncio di una gravidanza anche da parte di sua moglie. E la scelta di rimanere con la consorte rappresenta proprio il punto di svolta per i tragici eventi che seguirono e che il chirurgo con dolore ricorda, quasi come se li stesse confessando alla figlia ricoverata in ospedale.
Non Ti Muovere, quindi, è sì una storia d’amore, ma è anche una storia di dolore e degradazione, raccontata con troppa enfasi in alcuni momenti, ma sicuramente pulsante e trascinante, così come l’Italia (questo il nome della donna ricordata intensamente dal protagonista) splendidamente incarnata dalla Cruz.
RITRATTO DELL’ATTORE
Ha esordito a teatro, prima come interprete poi anche come regista, ma ha trovato il successo, seguendo lo stesso percorso, con il cinema, a cominciare dai primi anni ’80, periodo durante il quale è stato diretto da mostri sacri come Francesco Rosi ed Ettore Scola.
Ha lavorato anche con Luc Besson sul finire dello stesso decennio, mentre a partire dagli anni ’90 seguono altri successi con Carlo Verdone, Marco Ferreri, Mario Monicelli, Francesca Archibugi e Giuseppe Tornatore.
Negli anni ‘2000 ha collaborato con Marco Bellocchio, Paolo Virzì e Gianni Amelio, facendosi sempre al centro di un certo cinema d’autore.
Durante la sua carriera di attore ha recitato accanto ad attori come le già citate Penélope Cruz e Claudia Gerini, ma anche Michele Placido, Philippe Noiret, Vittorio Mezzogiorno, Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli, Jean Reno, Gian Maria Volontè, Nino Manfredi, Diego Abatantuono, Gérard Depardieu e moltissimi altri.
Ha lavorato inoltre in una produzione americana come Le Cronache Di Narnia – Il Principe Caspian e negli ultimi anni ha prestato il suo volto per il remake italiano della bellissima serie In Treatment.
Come regista ha debuttato nel 1999 col già citato Libero Burro, per poi proseguire nel 2004 con Non Ti Muovere, nel 2010 con La Bellezza Del Somaro, e nel 2012 e 2015 con Venuto Al Mondo e Nessuno Si Salva Da Solo, entrambi tratti dai romanzi di sua moglie.
Durante la sua brillante carriera ha raccolto numerosi riconoscimenti tra i quali tre David di Donatello, rispettivamente per Tre Colonne In Cronaca, Il Grande Cocomero e Una Famiglia Perfetta.
ALESSANDRA CAVISI