Californication: sesso, droga, alcool, rock’n’roll, letteratura e cinema nell’assolata California
Mandato in onda dalla rete Showtime per sette stagioni composte da dodici episodi ciascuna, Californication è una serie dissacrante, a tratti sporca e volgare, ma molto intensa e ricca di momenti indimenticabili, basata superficialmente sulla vita sbandata di uno scrittore in crisi di ispirazione, ma profondamente incentrata sui suoi tormenti interiori e sui suoi più grandi affetti, ai quali si aggrappa tenacemente, nonosante le derive sessuali e non solo.
Lui è Hank Moody, l’affascinante, sensuale, irriverente e irresistibile scrittore impersonato dall’impeccabile David Duchovny, lontano anni luci dal Fox Mulder di X-Files. Un uomo che si ritrova a Los Angeles, suo malgrado, per seguire la lavorazione del film tratto dal suo primo romanzo di grande successo, intitolato God Hate Us All. E già dal titolo della sua opera si capiscono molte delle caratteristiche che lo contraddistinguono, tra le quali un potente nichilismo e una blasfemia non indifferente (basti ricordare la scena con la quale si apre la serie, in cui nei suoi sogni una suora lo porta all’estasi non di certo con metodi religiosi).
E questo è solo l’inizio di una serie di avventure che vedono coinvolti elementi come l’alcol, il fumo e ogni tipo di droga, ma soprattutto un numero indefinito di bellissime donne alle quali Hank non sa resistere e le quali non resistono a lui. Il sesso, infatti, è l’elemento preponderante del telefilm, spesso causa di molti dei problemi dello scrittore che, però, ne è totalmente assuefatto e del quale, quindi, sembra non poter fare a meno, nonostante lo smisurato amore nei confronti di Karen, l’ex compagna idealizzata e idolatrata con la quale ha messo al mondo Becca, l’adorata figlia adolescente, matura e fin troppo sboccata. A bordo della sua Porsche col fanale rotto, Hank sembra dare la colpa della sua “perdizione” alla promiscua Los Angeles, luogo nel quale sguazza alla ricerca di ispirazioni per la sua penna, accompagnato dall’amico di sempre, Charlie, col quale si troverà sempre più spesso nel bel mezzo di situazioni che vanno dall’imbarazzante all’indicibile (tra le quali non mancheranno orge, scandali pubblici e molto altro).
La forza di questa serie, quindi, al di là del carattere irresistibile di molti dei comprimari (tra i quali il già citato Charlie e sua moglie Marcy), risiede proprio nel percorso di Hank che si ritrova a fare i conti con la propria incapacità di restare fedele ai suoi affetti senza cadere in tentazioni varie e che viene a contatto con molte personalità diverse, fino ad arrivare ad una sorta di catarsi finali. Tra queste personalità, ovviamente, trovandosi a Los Angeles, non mancheranno musicisti famosi, attori, registi un po’ sui generis, produttori cinematografici, altri scrittori, agenti e così via.
Segno distintivo del telefilm, che dopo la quarta stagione comincia a subire dei cali, derivati soprattutto dalla ripetitività del racconto e del percorso di Hank fatto di sbagli e pentimenti il più delle volte sempre più uguali a se stessi, è la colonna sonora, stupendamente basata sul mondo rock e metal, perfettamente riadattato ai luoghi e alle vicende vissute da Hank e dalle persone a lui vicine.
Tra i vari personaggi che faranno capolinea nella sua vita, al di là delle innumerevoli donne con cui intratterrà relazioni sessuali più o meno dense di significato (tra le quali alcune interpretate da guest star come Carla Gugino, Eva Amurri e Heather Graham), anche personaggi famosi, alcuni dei quali nel ruolo di se stessi, come Marilyn Manson.
Per i più “puritani”, comunque, non c’è da spaventarsi, perché nonostante le tendenze bukowskiane del protagonista, il suo sconfinato amore per Karen ha dei contorni romantici non indifferenti e, al di là di alcuni momenti forse un po’ troppo sdolcinati, risulta essere il perno principale del suo percorso di formazione e, soprattutto, di perdizione.
Miglior episodio – 2×10 In Utero
Riallacciandoci proprio al complicato ma romanticissimo amore di Hank e Karen, uno degli episodi più belli ed emozionanti di Californication (di contro a tantissimi altri molto divertenti e altrettanto belli), In Utero, attraverso una serie di flashback ci riporta alla loro storia e alle loro vite prima di arrivare a Los Angeles.
Dei flashback che assumono un significato particolare perché sono datati 5 aprile 1994, giorno in cui è morto Kurt Cobain (da qui il titolo dell’episodio che è anche il titolo del terzo e ultimo album dei Nirvana), ma anche giorno in cui Hank e Karen scoprono di essere in attesa di Becca.
Ricordi che, complice anche la preoccupazione per un’escrescenza sospetta sul pene di Hank, per la quale si teme il peggio ma che poi risulta essere un’infezione (ovviamente trasmessa sessualmente), riporta i due ad un riavvicinamento che ha i sapori della nostalgia, per la New York che hanno abbandonato e per il loro amore che non è più lo stesso…
ALESSANDRA CAVISI