Dark: tra i migliori prodotti Netflix, la serie tv tedesca sui viaggi nel tempo
Germania, 2019: due ragazzini scompaiono misteriosamente e la cittadina di Winden viene notevolmente scossa da questo avvenimento. Le indagini sembrano essere arrivate a un punto morto, ma ben presto si scopre che forse c’è una “maledizione” che colpisce il paese ogni 33 anni…
Insieme a Bojack Horseman (di cui abbiamo parlato qui: https://www.ithinkmagazine.it/passione-tv-bojack-horseman/), questa serie tv di produzione tedesca molto probabilmente è il miglior prodotto originale Netflix per quanto attiene alle serie tv. Per gli appassionati del tema dei viaggi nel tempo sarà impossibile non farsi affascinare e catturare nelle maglie di questo racconto molto complesso e stratificato, ma altrettanto preciso e chirurgico. E pure i non conoscitori del tema, comunque, saranno in grado di apprezzare la straordinarietà delle atmosfere, le perfette performance degli attori protagonisti (con una somiglianza quasi miracolosa tra quelli che interpretano lo stesso personaggio sia da giovane che da meno giovane) e la bellezza delle note della colonna sonora, perfettamente in grado di scandire i tempi del racconto e di rendere onore al carattere ipnotico e coinvolgente della narrazione.
Sinistri presagi, oscuri passati, misteri e segreti sono alla base di questa storia che vede coinvolti gli abitanti di un paesino di provincia, Winden, dove si celano enigmi imperscrutabili e dove molti abitanti nascondo qualcosa. Il riferimento principale, ovviamente, è Twin Peaks, così come è successo per molte serie che gli sono susseguite, ma Dark riesce a crearsi un’identità tutta sua grazie ad un’ottima caratterizzazione di ciascun personaggio e ad un’altrettanto ottima sceneggiatura che si destreggia miracolosamente tra presente, passato e, stando a quanto visto anche nella seconda stagione, forse anche futuro (e non solo).
Anche se bisogna prestare attenzione a tutti i passaggi narrativi e, soprattutto, a tutti i legami familiari e interpersonali tra le varie famiglie protagoniste, legami che vanno a sovrapporsi così come gli spazi temporali, Dark non risulta mai farraginoso o difficile da seguire, proprio perché la pluralità di questi spazi temporali e di rimandi tra presente e passato, riesce a incuriosire in maniera morbosa lo spettatore, portandolo a divorare ogni episodio nell’affannosa ricerca di risposte e rivelazioni, come forse non succedeva dai tempi di Lost, altra serie che, pur non avendo lo spessore formale di molti altri prodotti che sono venuti dopo, ha creato sicuramente un precedente narrativo.
Ci sono molti luoghi importanti all’interno della serie, a partire dalla caverna in cui pare avvenire il passaggio tra le varie epoche, senza tralasciare la centrale nucleare che in qualche modo si ricollega anche al disastro di Chernobyl (quanto mai di attualità ancora oggi, come dimostra anche la messa in onda della miniserie di HBO). E se è vero che anche in questo caso, così come in Stranger Things e IT, ma non solo, si riscontra un’ormai imperante interesse per gli anni’80 come atmosfere e come tipologia di racconto, è anche vero che Dark assembla il tutto in maniera molto più matura e con grande attenzione alle venature fantascientifiche e thriller che lo attraversano.
La seconda stagione, così come la prima del resto, è terminata con un cliffhanger grosso come una casa, cosa che ovviamente lascia lo spettatore in balia dell’attesa dei nuovi episodi e si spera che, così come è successo la prima volta in cui al ritorno della serie non si è stati assolutamente delusi, con la terza e, apparentemente ultima, stagione si ritrovino le stesse atmosfere magiche ed estremamente coinvolgenti.
Menzione particolare merita la sigla iniziale che crea il giusto senso di sovrapposizione e separazione al tempo stesso delle varie linee temporali. Immagini accompagnate dalla straordinaria canzone Goodbye di Apparat.
Sigla della serie tv:
Miglior episodio
1×05 – Verità
Sin dall’inizio di Dark, alcuni protagonisti, dopo il suicidio di un personaggio che rivelerà molti segreti anche da morto, entrano in contatto con una lettera, scritta proprio dal suicida e indirizzata a suo figlio.
Lettera che si consiglia fortemente di leggere dopo una certa data e ad una certa ora. Lettera che passerà tra varie mani prima di poter essere aperta definitivamente.
Ed è quello che succede all’interno di questo episodio, in cui la lettura del contenuto di questo scritto fondamentale, porterà a galla una verità rivelatrice che lascerà totalmente di stucco sia lo spettatore, sia i protagonisti della serie stessa.
A partire da questo momento, molte cose cominceranno a mescolarsi tra passato e presente e molte persone cominceranno a sembrarci quello che molto probabilmente non hanno dimostrato di essere fino a questo momento.
ALESSANDRA CAVISI