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Passione TV (il cinema nel piccolo schermo) – 28 – Lost

LostLOCANDINALost: fede, scienza, religione, misteri e molto di più sull’isola sperduta più famosa della tv

Abbiamo aspettato tanto per parlarne, ma non potevamo esimerci dal farlo. In una rubrica incentrata sul mondo delle serie televisive, Lost non può assolutamente mancare.

Telefilm-evento che ha creato veri e propri fan-dipendenti, con un universo ispirato alla serie che non si è fermato ai soli episodi trasmessi, ma si è diffuso sul web in maniera mai vista prima, tra forum, videogiochi ed esperienze online varie dedicate all’isola, Lost ha lasciato un segno indelebile e indimenticabile nel mondo televisivo mondiale.

Considerando che ancora oggi, a distanza di sei anni dalla sua fine, molti autori di serie televisive continuano in qualche modo ad ispirarsi a quest’opera, quasi sempre senza grande successo e senza riuscire ad eguagliarla, possiamo capire la grandezza del fenomeno preso in esame. Anche se sono state create nel corso degli anni molte altre serie di qualità indubbiamente superiore, con una confezione e un contenuto più adulti e più di spessore, il valore affettivo che Lost ha saputo creare, soprattutto in chi l’ha seguito sin dalla prima messa in onda, nell’ormai lontano 2004, difficilmente riuscirà ad essere eguagliato nel tempo. Questo anche perché Lost ha fatto da vero e proprio ponte verso il mondo dei telefilm, creando in moltissimi spettatori la passione per la narrazione ad episodi e una straordinaria affezione ai molteplici e sfaccettati personaggi.

Per chi ancora, colpevolmente, non sapesse di cosa stiamo parlando, riassumiamo la trama in generale, seppur in breve, dal momento che difficilmente si può condensare in poche parole l’immenso contenuto della serie: un aereo in partenza Lost1dall’Australia verso gli Stati Uniti precipita su un’isola deserta, lasciando solo pochi sopravvissuti, poco più di quaranta, nella disperazione più totale, in attesa dei soccorsi. Ma i sopravvissuti non rimarranno molto a lungo quaranta e l’isola non è poi così deserta; i soccorsi non arriveranno mai, o quasi… e presto i dispersi (da cui il titolo dell’opera) si troveranno davanti ad una serie di stranezze, misteri e pericoli che man mano diventeranno sempre più numerosi e sempre più problematici.

Ogni episodio, narrato con un’attenzione quasi maniacale al senso di suspense e di attesa, termina lasciandoci col fiato sospeso e con mille interrogativi stampati sul volto e nella mente, cosa che ci costringe, in maniera quasi maniacale, a voler continuare nella visione degli episodi successivi, in un crescendo che ha dell’incredibile e del quasi mai visto in tv.

Ma la grande e vera forza della serie sta nella costruzione dei personaggi e nella profondità dei temi di fondo narrati tramite le loro storie pre, durante e post isola. Il fantastico è ovviamente dietro l’angolo, tanto che non tarderanno ad apparire orsi polari in un posto tropicale, sussurri tra i boschi, presenze oscure e maligne, viaggi nel tempo, nascondigli segreti, templi e statue egizie ed entità decisamente inumane. Al mistero, quindi, si unisce anche l’avventura in questa epica storia di vita e di morte, Lost2ma soprattutto di “resurrezione” e riscatto. Una storia che racconta delle dicotomie tra bene e male, tra scienza e fede, tra natura e civiltà, tra libero arbitrio e determinismo. E lo racconta in maniera appassionante, a volte un po’ eccessiva e retorica, ma sempre coinvolgente.

Tra i personaggi più emblematici di queste considerazioni di fondo ci sono sicuramente il “cacciatore” John Locke, uomo di fede, e il dottore Jack Shepherd, uomo di scienza. Un rapporto, il loro, difficile, scostante, problematico e agguerrito, che col tempo ha visto le due figure fondersi e confondersi, fino ad arrivare ad un finale in cui si rimane sbigottiti circa il cambio di prospettive che riguarda entrambi. Ma citare ogni personaggio sarebbe impresa alquanto ardua e non renderebbe il giusto omaggio e la giusta importanza che ognuno di essi, seppur qualcuno in misura minore, merita.

C’è da dire, però, che il finale, così come capita sempre con le grandi serie, ha diviso decisamente il pubblico a metà. C’è chi si è ritenuto insoddisfatto da una serie di misteri lasciati irrisolti e dalla deriva fin troppo metafisica e fantascientifica presa dal racconto e chi, invece, si è lasciato totalmente trasportare dall’emozione e dalla commozione che il finale ha portato con sé, Lost3raccontando di un vero e proprio percorso formativo di rinascita e di crescita che i vari personaggi hanno affrontando, seppur subendo perdite e soffrendo enormemente.

La domanda che alla fine, quindi, rimbomba nella testa dello spettatore è: che significato ha quest’isola, vera e propria protagonista assoluta di questo ingarbugliatissimo e coinvolgente racconto? Per capirlo bisogna guardare tutta la serie a fondo, forse anche più di una volta, riuscendo a dare la propria interpretazione al percorso intrapreso dai personaggi per arrivare alle stesse risposte.

Lost, infatti, è un vero e proprio viaggio in cui si diventa parte integrante della narrazione e in cui, nel bene e nel male, ci si ritrova a ridere o a piangere insieme ai personaggi stessi.

Miglior episodio 3×23 – Through The Looking Glass (Attraverso Lo Specchio)

LostAttraversoLoSpecchioLa citazione è presa da Alice Nel Paese Delle Meraviglie (guardando l’episodio si capirà il perché del titolo) e la scelta di questa puntata come uno delle più emblematiche risiede nel fatto che si conclude con una delle morti più “illustri” della serie (a proposito di morti, inoltre, tra le varie esperienze “extratelevisive” dedicate al telefilm, c’era anche una sorta di “fantacalcio” in cui si creavano delle formazioni di personaggi che acquistavano o perdevano punti man mano che compivano azioni buone o deprecabili o man mano che decedevano).

Il personaggio di cui parliamo, giunto al termine di questa terza stagione con una crescita personale decisamente intensa (da tossicodipendente egoista e infantile a ragazzo con la testa sulle spalle, innamorato della ragazza madre dell’isola e più volte risolutivo in situazioni difficoltose), è Charlie Pace, ex musicista con molti problemi alle spalle.

La fine dedicata a questo protagonista indiscusso, rimasto sempre nei ricordi degli spettatori, anche a distanza di anni dalla sua dipartita, è tra le cose più commoventi mai trasmesse in tv, perché porta con sé non solo la perdita di un personaggio caro e simpatico alla maggior parte del pubblico, ma anche la forza del sacrificio per salvare i propri compagni da un pericolo imminente, ignoto e per questo difficilmente affrontabile, se non a fronte, appunto, della rivelazione che lo stesso Charlie riesce a fare prima di lasciare per sempre la serie e i suoi affezionati spettatori…

ALESSANDRA CAVISI

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