Appena premo il tasto play del mio iPad, il link Spotify dell’ultima fatica dei genovesi Pedro Navaja, ¡Grita la Noche!, parte e s’infonde immediatamente un senso di grande solarità nella stanza. Tutti i presenti se ne rendono conto. Dodici i brani, auto-prodotti come etichetta Pedro Navaja SoundMachine e mixati da Alessandro Nozza presso il One Drop Studio.
L’opener Rumba de Luna prende subito bene e la voglia di instaurare un improbabile balletto domenicale viene subito scartata solo a causa delle mie “indubbie” doti danzerecce. Molto carino anche il riff iniziale della seguente La Palomita.
Dopo pochi minuti di ascolto mi sento di affermare che i Pedro Navaja sanno creare gustose atmosfere dotate di ottimo climax sudamericano. Il primo singolo, El Macaco, è sintomatico di tutto ciò. Il proseguire del disco dà forza ad un concetto molto semplice: è la fusione di più stili che arricchisce il già ampiamente semantico sound della band. Senza perdere l’originario mood di base, con Bangra si comincia a rockeggiare e anche lo sviluppo più funky di Wake Up non dispiace affatto.
Si parlava di mix stilistico, niente di più vero: dalla cumbia allo ska, dal raggamuffin al flamenco, dal reggae passando per venature di leggera matrice punk, Manu Chao ci guarda a distanza così come tutta una serie di influenze palesate in più episodi: Sergent Garcia, Roy Paci & Aretuska, Orishas, Hector Lavoé, Calle 13 tra i tantissimi che mi vengono in mente. Molto eterogenee le tematiche adottate dalla formazione: Genova, i suoi ritratti, il suo mare e i suoi abitanti da un lato, voglia di evadere e viaggiare con la mente e con il corpo, morire, la caducità della vita, godere il presente a più non posso dall’altro.
Una produzione davvero gradevole; preferisco i Pedro Navaja quando sperimentano maggiormente come in brani che non ti aspetti in un disco del genere (parlo di songs del calibro di Popolo o di Dinero, quest’ultima dal sorprendente quanto piacevole mood indie rock alla Kaiser Chiefs, o nella finale Violeta); ad ogni modo la band appare saggiamente ancorata, anche nelle citate fasi più “experimental”, a dei canoni di elegante commerciabilità tipica di alcune ramificazioni del genere.
Pedro Navaja: multietnici, multi-stilistici, multi-sonori… insomma multi-love.
Per ascoltarli: http://open.spotify.com/album/3WKmXaQGLY1oGYAsUhUT0P
La pagina fb della band: https://www.facebook.com/pedronavaja.genova
ALESSANDRO BRUTTINI