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Ode alla fantasia: la nuovissima generazione alle prese con racconti e interviste immaginarie

bsideedeloreanNon insegnate ai bambini la vostra morale” cantava Gaber. Dalla loro purezza e dalla loro fantasia, anzi, c’è tanto da imparare e questo articolo nasce proprio per darne una prova tangibile. Non ero, infatti, particolarmente convinta di presentare due dei miei libri, ovvero il volume “Primavera” di “B-Side – L’altro lato delle canzoni” (Arcana Edizioni) e “DeLorean Café – Interviste impossibili per mondi possibili” (Les Flâneurs Edizioni), di fronte a una platea di neoadolescenti tra gli 11 e i 13 anni. Il primo libro, addirittura, contiene racconti ispirati alla musica degli anni 60 e 70, epoca in cui probabilmente non erano nati neanche i genitori di questi ragazzini. Il secondo, invece, contiene interviste immaginarie a personaggi noti della storia, del cinema e della letteratura passati a miglior vita, per cui spesso viaggiano su piani filosofici che temevo incomprensibili per dei bambini. Eppure il professor Maurizio Giacomantonio, insegnante di italiano nell’Istituto comprensivo “Giovanni XXIII” di San Ferdinando di Puglia, era così convinto che i suoi alunni sarebbero stati ben contenti di esser messi alla prova, che, nell’uggiosa mattinata del 16 novembre scorso, mi ha coinvolta nella realizzazione di un piccolo laboratorio di lettura animata per la I E e la III E, con testi tratti proprio dai suddetti due volumi. La cosa meravigliosa è stata che i ragazzi non solo hanno mostrato subito notevole interesse, partecipando e facendo domande suggestive, ma hanno poi prodotto elaborati originali davvero speciali, ciascuno a modo suo.

Gli alunni di I E, avendo seguito la lettura animata di “B-Side” – e quindi di un racconto ispirato a un brano musicale – hanno scelto liberamente la loro canzone preferita scrivendo poi un breve testo con ciò che la fantasia dettava loro su quelle parole e quelle note. I ragazzi di III E, invece, hanno seguito la lettura animata di “DeLorean Café” – in particolare la mia intervista immaginaria a Giacomo Leopardi – e hanno a loro volta intervistato il loro personaggio preferito. Il risultato è stato davvero sorprendente, con storie emozionanti, piene di immaginazione e perfino di riflessioni sull’arte, sul femminismo, sulla religione e sull’amicizia.

È un peccato che, per questioni di spazio, non siamo in grado di pubblicarli tutti, ma abbiamo voluto selezionarne comunque alcuni tra i più personali, anche per ribadire che, se non insegniamo ai bambini la nostra morale, possiamo lasciarci sbalordire dalla loro.

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UNA CANZONE, UN RACCONTO (testi degli alunni di I E)

I DUE SCIENZIATI di Ruggiero Altamura (racconto liberamente ispirato a Monster di LUM!X e Gabry Ponte)

I due scienziati gemelli nacquero nel 2456 e i loro genitori erano poeti, si diplomarono a 18 anni al liceo scientifico e a 23 si laurearono in Ingegneria. A 27 anni crearono il loro laboratorio e divennero famosissimi per le loro imprese: scoprirono la vita su Giove, riportarono in vita i mammut, fecero riprodurre un mulo, eliminarono il riscaldamento globale.

I due scienziati dopo aver raggiunto la fama conobbero una ragazza che aveva trovato il modo per conoscere il futuro attraverso una palla di vetro. La rincorsero perché volevano rubarle il suo potere, ma lei potendo vedere il futuro fuggì…

Andò nel 1937 e si riparò in un vicolo dove, però, arrivarono gli scienziati.

La ragazza aveva nel frattempo trovato una seconda sfera di vetro che le diede un altro potere, quello della super-genialità. Quando gli scienziati la incontrarono, furono costretti a indossare una tuta anti-radiazioni dato che lei era diventata radioattiva.

Il duo cercò di combatterla, ma lei schivò tutti i loro colpi e li mandò nel presente, ovvero nel 2500.

Quando si risvegliarono la ragazza aveva già preso la terza e ultima sfera di vetro che le donò un terzo potere: la super-forza. Grazie a questo potere la ragazza li raggiunse e li uccise spietatamente.

Divenne così un demone che morì trecento anni dopo per via delle sue stesse radiazioni.

Qui il video della canzone:

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IL TRIONFO DELLA FELICITÀ di Serena Leone (racconto liberamente ispirato a Ridere dei Pinguini Tattici Nucleari)

In un fantastico mondo del futuro, pieno di persone felici e divertenti, viveva una bambina di nome Megan di undici anni con capelli rossi e occhi verdi, che amava semplicemente passare il suo tempo con i suoi amici e rendeva ogni persona accanto a lei felice. La parte peggiore però di questo mondo era che, a causa dell’inquinamento globale e lo scioglimento dei ghiacciai, molti animali erano in via di estinzione e per Megan gli animali significavano molto per la sua felicità.

Così, cercò di mettere fine a tutto quello che stava accadendo. Passarono giorni interi a raccogliere rifiuti e curare tutto quello che era intorno a lei, ma nulla da fare, Megan non riuscì a sistemare le cose e così decise di arrendersi. Un giorno però, tutti gli animali che erano ancora in vita decisero di aiutare la piccola Megan ormai sempre più triste, a salvare il mondo. Con l’aiuto degli animali si salvarono molte zone, prima rovinate e devastate, soprattutto dalla plastica. Mancava soltanto la città di Madrid, la più inquinata di tutte, che con la tanta felicità e la tanta voglia di continuare a vivere per salvare il mondo fu salvata in un solo giorno. La piccola Megan e i suoi amici sconfissero l’inquinamento globale e lo scioglimento dei ghiacciai, grazie alla loro intensa felicità che gli permise di continuare a correre sui prati verdi.

Qui il video della canzone:

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SU DI UNA BICICLETTA di Michele Distaso (racconto liberamente ispirato a M8nstar di Thasup)

C’era una volta un ragazzo di nome Mattia che proveniva da una città formata da diavoli👹 ed angeli😇.

Lui non era come tutti, infatti sua madre era un angelo, invece il padre era un diavolo. Dato che la civiltà non li accettava furono condannati a morte.

Mattia fu costretto a trasferirsi dai propri nonni materni in fuga dall’esercito del generale Livio detto anche Monster, dato che era un vero e proprio mostro.

Vent’anni dopo la morte dei genitori, Mattia si trovava nella sua stanza ad ascoltare musica, quando ad un certo punto… dei soldati fecero irruzione per catturarlo 😱!!!

Mattia ebbe la prontezza di fuggire subito dalla finestra, salì sulla sua bici che iniziò a fluttuare e scappo più veloce che poteva.

Ad un certo punto vide venire a tutta velocità un soldato verso di lui, pensava di essere spacciato, ma il soldato all’improvviso divenne di ghiaccio, allora pensò immediatamente che fossero stati proprio i genitori ormai morti che, però, in qualche modo, vegliavano ancora su di lui da lassù.

Improvvisamente Mattia perse l’equilibrio e cadde dalla bici, finendo per schiantarsi a terra… Fu allora che vide sua madre e suo padre che lo prendevano per mano. Lo portarono con loro nella sua ormai nuova casa dove avrebbe vissuto per sempre serenamente.

Qui il video della canzone:

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IL DRAGO INGANNATORE di Arianna Lupo (racconto liberamente ispirato a Gurenge di LiSA, dall’OST di Demon Slayer)

Nel giorno del capodanno cinese la città è avvolta in una coperta di coriandoli e di draghi colorati, mentre io me ne sto in camera mia a guardare il telefono sotto la mia coperta rosa, indossando una felpa iper-imbottita.

Mentre sono in compagnia del silenzio assoluto, mi imbatto in una pubblicità di un’applicazione chiamata “Drago a casa tua”.

Io, curiosa, scarico l’app e noto che occupa solo un megabite. La apro e improvvisamente il silenzio mi abbandona e la stanza inizia a tremare.

Compare un drago di fuoco che inizia a parlarmi, dice di voler diventare mio amico, ma ha qualcosa di misterioso.

Per sicurezza mi faccio un po’ indietro perché mi sembra sospetto. A un certo punto inizia a sputare fuoco dalla sua bocca per bruciarmi e prendere la mia anima, ma io, molto agilmente, recupero la mia spada e lo uccido.

In quel momento mi sono sentita in confusione, non so come sia riuscita a sopravvivere. La stanza ora è tutta bruciata, ma non importa: sono salva!

Qui il video della canzone:

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IL NUOVO SPIDERMAN di Davide Riondino (racconto liberamente ispirato a Hanno ucciso l’uomo ragno degli 883)

Era una giornata normale per me o, per meglio dire, il me del passato, Jack, un commissario pigro, in un paesino, dove si acchiappavano solo ladri di cipolle e carote, gli stessi che una volta beccati, poi cercavano di giustificarsi inventandosi le storie più strampalate. Quel giorno, però, non fu così.

Appena arrivato al commissariato, Paolo, il poliziotto nuovo, il precisino, mi portò un telegramma che diceva “Lei è convocato al C.G.C.G. (Consiglio dei Grandi Commissari Geni) per risolvere il caso della scomparsa di Spider-Man. La aspettiamo con urgenza.”

Dopo un telegramma del genere non potevo che prendere un biglietto aereo e volare alla base segreta in Alaska. Appena arrivato alla base, ricevetti una brutta notizia. Lì era arrivata una lettera con su scritto: “Ho assassinato Spider-Man.” Rimasi a bocca aperta; non sapevo che dire. Il mito di milioni di persone era morto. Dovevo fare qualcosa! Non potevo lasciare che bambini e ragazzi si rovinassero la vita con questa notizia!

Togliendo la maschera a Spider-Man, scoprimmo che era un ragazzo, Peter Parker, che era stato morso da un ragno radioattivo. A seguito di questo morso, ha ottenuto i super poteri che tutti conoscono. Per risolvere la questione, proposi al comitato di estrarre casualmente uno tra i più giovani commissari, farlo mordere da un nuovo ragno radioattivo, così da farlo diventare il nuovo Spider-Man. Il fortunato fui io… Non sapevo se esserne contento o impaurito.

All’inizio stava prevalendo la paura, ma pensando a tutti i bambini che sarebbero stati tristi, se io non avessi accettato il compito, accettai. Mi fecero mordere da un ragno radioattivo, mi crearono dei braccialetti “spara-ragnatele” e infine mi diedero una tuta impermeabile e resistente al fuoco. Fu così che divenni il nuovo Spider-Man.

Qui il video della canzone:

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L’INTERVISTA IMPOSSIBILE (testi degli alunni di III E)

Sebastiano Riccotelli intervista LEONARDO DA VINCI

leonardodavinciHo preso un aereo per andare a fare un’intervista al più grande artista della Storia: Leonardo da Vinci, per questo mi sento molto in ansia. Leonardo si è da poco trasferito in un’America Latina di fantasia, di preciso in un Brasile di fantasia, ed è lì che lo raggiungo. Arrivo in aeroporto alle cinque di pomeriggio e lì fuori c’è lui che mi sta aspettando con la sua macchina, ma non con una semplice auto, mi sta aspettando con la macchina volante! Ci avviamo per andare a casa sua.

Leonardo abita in Via Monnalisa. La sua casa è molto grande, piena di quadri. Leonardo mi dice di sedermi sul divano, io mi siedo e vedo lui che arriva con una caraffa d’acqua e due bicchieri. Mi dice: “Se hai sete, puoi bere!”

Tiro fuori il mio taccuino dallo zaino e inizio a fare la prima domanda: “Che tempo ha impiegato per completare i suoi studi?”

Leonardo risponde: “Per me gli studi non sono mai finiti, perché cerco di apprendere sempre nuove tecniche per essere sempre informato…”

Allora lo incalzo: “Lei sa a chi rimase il famoso quadro la Gioconda, raffigurante, Monna Lisa?”

Tiro un sospiro. Leonardo esclama: “Ah! Quel quadro non me lo scorderò mai! Un giorno venne a chiedermi di sposarlo, ma comunque, per quel che ne so io, è rimasto alla corte di Francesco I di Francia”. Prima di congedarsi Leonardo mi concede un’ultima domanda: “Le piacerebbe vivere nel 2022?”

Leonardo ride, ma poi dice: “Sì, sarebbe bello vivere nella tua epoca perché potrei diventare uno street artist, cioè un’artista di strada, ma anche perché probabilmente potrei rilassarmi, grazie a tutte quelle diavolerie tecnologiche che avete!”

Ora, però, mi sembra che sia arrivato il momento dei saluti, anche perché dovrei trovare un posto per dormire stanotte. Lui, vedendomi perplesso, intuisce qualcosa e mi dice: “Resta qui a dormire stanotte!”

Io resto sorpreso, ma accetto. D’altra parte nel Brasile di fantasia, un tetto per una notte di sogni è sempre meglio averlo.

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Giusy Ferrara intervista MARIE CURIE mariecurie

Ed ecco Marie Curie, è davanti a me, il mio idolo, non ci credevo, ma era così.

– Buon pomeriggio! – Mi disse.

E io subito le rimandai il saluto:

– Buon pomeriggio! –

Non riuscivo a smettere di guardarla, ero come ipnotizzata. Ad un certo punto, lei interruppe il silenzio e disse:

– Hai avuto difficoltà a trovare la mia casa? Hai dovuto usare quel… Ehm… Com’è che lo chiamate voi giovani Ehm… 2.0? Ah, sì… Quel… Navigatore satellitare?! –

Lo disse in un modo che riattivò il mio cervello, facendomi tornare lì dov’ero, alla sua presenza e non nella mia testa.

Le risposi, così, che era stato semplice trovare la sua casa e che la vera difficoltà era trovare il “Pianeta del passato”. Per chi non sappia cosa sia, il “Pianeta del passato” è un pianeta dove vivono tutti i defunti diventati ormai immortali. Lei fece cenno col capo mentre rideva come per confermare tutto ciò che avevo detto, poi decisi di riprendere la parola, così da iniziare l’intervista:

– Marie, se non sono indiscreta, vorrei che mi raccontasse come si è sentita quando ha saputo di essere stata la prima donna a vincere un premio Nobel! –

Lei mi guarda con occhi pieni di gioia:

– In realtà non saprei spiegarlo, o meglio, neanche immaginavo di vincerlo, perché tutto quello che facevo, lo facevo perché mi piaceva, per me non era un lavoro o una cosa che avrebbe potuto farmi perdere del tempo. –

Ed io subito le faccio un’altra domanda:

– C’è mai stata una persona che ha avuto paura per lei, visto il lavoro che faceva? –

– In realtà no, diciamo che tutti mi hanno supportata in quello che ho fatto e nelle decisioni che ho preso, poi ovviamente ammetto che sapevo di rischiare. Perché comunque all’epoca non si sapeva cosa fosse una radiazione e quali conseguenze poteva dare, ma ho voluto correre questo rischio. –

Mi sentivo sempre più onorata di essere davanti a lei e così decisi di fare una cosa che non era programmata ovvero porgerle una domanda che non avevo preparato, ma mentre stavo pensando a come dirla, mi uscì spontaneamente dalla bocca:

– Cosa direbbe una donna importante come lei alle nuove generazioni? –

Avevo pensato ad alta voce, ma ormai era tardi, credevo che non mi avrebbe risposto e invece disse:

– Bella domanda! Io gli direi di credere nei propri sogni, di fare ciò che gli piace, se credono sia la scelta giusta, ma soprattutto di non credere alle persone che dicono che le donne non sono in grado di fare qualcosa, è solo gente invidiosa! –

Mentre la ascoltavo, guardai l’orologio e mi accorsi che stavo per perdere la navicella spaziale per il rientro sulla Terra. Lei gentilmente, mi aiutò a rimettere tutto a posto, così una volta fuori casa, feci un sospiro di sollievo. C’ero riuscita! Avevo incontrato Marie Curie e le avevo fatto un’intervista impossibile!

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Chiara Visaggio intervista MARTIN LUTERO

martinluteroOggi è una giornata turbolenta, sono parecchio agitata perché il “Maya’s Magazine” mi ha dato il compito di intervistare Martin Lutero. Per l’intervista dovrei andare a Roma, ma non quella che conosciamo noi, quella di un universo parallelo, dove sono raggruppati i personaggi più importanti della Storia, ovviamente ho sistemato tutto proprio per questa occasione.

Ci troviamo in una stanza con le pareti blu notte, siamo seduti una di fronte all’altro e quindi inizio a chiedere: “Posso iniziare con le domande, Signor Lutero?”

Con un sorriso mi risponde: “Certo, se non ha nient’altro di più importante da fare…”

Non sapendo cosa rispondere inizio direttamente a leggere le domande che ho preparato: “Non tutti hanno il coraggio di esprimere la propria opinione, lei ha addirittura esposto delle critiche contro la Chiesa, dove ha trovato l’audacia?”

Mi guardò per qualche secondo, poi mi rispose: “L’audacia non mi ha aiutato molto, per me è stata importante la fede, la stessa fede che mi serviva a trovare qualcun altro che la pensava come me, qualcuno che vedeva l’esagerata corruzione della Chiesa!”

Non mi aspettavo questa risposta, sicuramente mi ha dato un’idea per la prossima domanda: “Esagerata? Scusi, ma lei, prima di iniziare la sua protesta, non era cattolico? Come mai ha notato questa situazione solo in quel momento? Prima le cose erano diverse?”

Quel sorriso si presentò di nuovo e mi rispose dicendo: “Da giovane ero troppo influenzato dalle opinioni altrui per poter capire quale fosse la mia idea a riguardo, crescendo e ascoltando diverse persone, ho avuto l’occasione di plasmare una mia idea, scoprendo che tante altre persone erano d’accordo con me.”

Questa conversazione sta cominciando a diventare interessante, però è arrivato il momento di fare l’ultima domanda: “Signor Lutero, pensa che tutto quello che ha fatto possa essere servito a qualcosa?”

Mi guardò come se avessi fatto una domanda ovvia, forse lo era davvero?

“Penso che dipenda tutto dalle persone del tempo in cui vivi tu: se sono riuscito a trasmettere la mia linea di pensiero allora sì, sono estremamente convinto che possa essere servito. Non a me, intendo, ma a tutti quelli che si sono ritrovati in qualcosa che rappresentava ciò che pensavo.”

Lo saluto, pensando a questa sua affermazione e mi domando: dunque lasciamo la nostra impronta nella Storia, solo se qualcuno la segue?

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Nunzio Balducci intervista GIACOMO LEOPARDI giacomoleopardi

Mi trovavo a Recanati in un tiepido pomeriggio autunnale per visitare casa Leopardi, quando, per caso trovai per terra un vecchio libro impolverato, lo aprii e venne fuori una sagoma… Subito mi resi conto di chi avevo di fronte: Giacomo Leopardi! Preso un po’ dalla paura e un po’ dalla felicità, mi venne in mente di porgli delle domande, le curiosità più grandi che avevo su di lui.

“Buongiorno signor Leopardi, mi meraviglia vederla… Ehm… Ma per caso lei è… uno spirito?”

“Sì, comune mortale, cosa vuoi da me?”

“Niente signore, volevo soltanto fargli delle banalissime domande…”

“Ok, dimmi pure!”

“Allora, innanzitutto volevo chiederle: come si sentiva quando non poteva uscire a giocare con i suoi amici?”

“Beh, di certo non ero felice, per questo ho trovato nello studio un modo nuovo per passare il tempo, so che a molti non piace, ma alla fin fine era l’unica cosa che potevo fare, era un modo per passare le giornate.”

“Ok grazie signor Leopardi, poi le vorrei chiedere un’altra cosa: era arrabbiato con i suoi genitori, visto che non la facevano uscire spesso?”

“All’inizio sì, non ti nascondo che anche parecchio, ma alla fin fine ho trovato una maniera davvero bella per trascorrere le giornate…”

“Ok grazie, ora le faccio un’ultima domanda: lei è consapevole del successo che ha riscosso e che ancora oggi le sue opere vengono studiate da tutti, nelle scuole e ci sono persino strade, statue e costruzioni dedicate a lei?”

“Beh, modestamente le rispondo che non mi sorprende affatto questo, anzi, penso che dopo gli anni passati a studiare sia una ricompensa minima! Poi c’è anche da dire che avevo un certo talento per lo scrivere che le persone colte sanno apprezzare parecchio oggi molto più che ai miei tempi!”

Grazie signor Leopardi, ora posso tornare a casa soddisfatto.

Di colpo mi ritrovai sulla poltrona di casa mia e mi misi a ripensare all’accaduto, infatti ancora non capivo se l’incontro con il poeta fosse stato reale o soltanto un sogno. Fosse stata la realtà, gli avrei potuto fare mille altre domande, ma mi consolo pensando che, leggendo i suoi componimenti, forse potrò trovare tante altre risposte alle mie curiosità su di lui e sulle sue parole.

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Raffaella Distasi intervista DANTE ALIGHIERI

dantealighieriEravamo in una stanza molto luminosa, con una finestra grandissima che si affacciava su una strada abbandonata, dove dei ragazzi giocavano a calcio; io ero seduta su un divano comodissimo con accanto una bottiglia di Coca Cola Zero.

Ad un certo punto sentimmo un rumore che proveniva dalla porta. Era lui, Dante Alighieri, uno dei poeti più famosi del mondo intero; ero talmente emozionata che per dieci minuti rimasi a bocca aperta mentre Dante cercò di farmi riprendere. Dopo essermi ripresa iniziai a spiegargli cosa doveva fare:

– Benvenuto Dante, questa è l’agenzia “Spettri viventi” dove interroghiamo i personaggi più famosi della Storia.

– Mi fa molto piacere essere considerato un personaggio molto famoso, grazie per avermi invitato.

– Bene, iniziamo allora, prima domanda: i personaggi che ha incontrato nella Divina Commedia, li ha incontrati quando era già morto?

– Beh, sì e no… Io ero vivo, ma in quell’occasione ero tra i morti… Comunque anche a distanza di secoli, in quell’opera ero certamente molto vivo, come lo ero nella realtà mentre scrivevo…

– OK, ora parliamo di cose serie… A lei piaceva Beatrice oppure l’ha citata solo per avvicinarsi a Dio?

– Allora, chiariamoci, Beatrice l’ho solo citata pensando di avvinarmi a Dio con lei. Non ho altro da dire a riguardo!

– Peccato, ci tenevo ad una bella storia d’amore stilnovista… Ora le faccio un’ultima domanda: qual è stato il componimento che le è piaciuto di più tra quelli che ha scritto?

– Sinceramente non saprei, ne ho scritti molti di componimenti, però se dovessi proprio scegliere allora sceglierei la Divina Commedia, anche perché ci ho messo un botto a inventarmi cento canti in terzine!

– Ok, grazie mille per aver risposto a tutte le domande, ora devo lasciarla, ci sentiamo la prossima volta, magari per prendere una Coca Cola… che però non sia Zero.

* * *

DORIANA TOZZI

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