Ad un primo ascolto, Voyages Extraordinaires Vol.I e Vol.II ha forse l’unico difetto di avere un titolo un po’ troppo altisonante. Alessandro Orlando Graziano cerca di offrire al panorama pop dello stivale un’alternativa valida alle voci sbraitanti e sguaiate figlie dei talent televisivi. L’album si apre con un pezzo squisitamente retrò che, grazie ad un uso sapiente di oboe e d’archi (elementi frequentemente riproposti), riporta a sonorità tipiche delle sperimentazioni a cavallo tra ‘800 e ‘900, In a Monastery Garden di Albert Ketelby è un riferimento quasi obbligatorio.
Assaporando questi ritmi quasi serpeggianti à la Moondog sembra di passeggiare tra le piante tropicali del Crystal Palace di Londra o tra i padiglioni della prima Esposizione Universale a Parigi, perfetto connubio fra antico e slancio verso il futuro. Proprio questo mix sembra essere la missione di Graziano che infatti, nonostante un’apparente ostilità verso le modernità del presente, non disdegna sonorità elettroniche mischiandole però ad un sapiente utilizzo della struttura classica della canzone cantautoriale italiana, rompendola e ricomponendola a suo piacimento, abortendo il ritornello in favore piuttosto della parola parlata nuda e cruda. È proprio questa sua atipicità strutturale a rendere interessante questo lavoro. Oltre ad elementi orchestrali e chitarra, sono presenti organo hammond, sitar e synth lasciandoci presagire le influenze più disparate di quest’artista.
Nonostante la palese contaminazione da parte delle mode recenti, almeno da un punto di vista lirico Graziano è in grado di discostarcisi dando al testo una coerenza di fondo se rapportato a queste basi onestamente vintage. È proprio questo “sapor di Battiato” dei testi a dar forza al suo lavoro, risultando efficacemente evocativo, traguardo a malapena sfiorato da gran parte delle sedicenti band del recente panorama rock alternativo. Non contento, sono presenti anche pezzi più pop con synth e tastiere che a momenti possono ricordare alcune tracce di Speak & Spell e similia. Graziano però non è esente da difetti: le armonizzazioni vocali sono gradevoli nonostante non siano sempre ben eseguite; i testi ricchi di orpelli lessicali spesso inutili e male integrati a passaggi più “popolari”, risultando in certi casi addirittura comici, specie se declamati da un falsetto poco riuscito che può ricordare il peggior Gulino.
Nonostante tutto questo, Voyages Extraordinaires risulta nel complesso un album valido e ben realizzato che può vantare il non trascurabile sforzo di portare un prodotto di qualità che meriterebbe senza il minimo dubbio di far parte del circuito mainstream ma distinguendosi dalla massa di bestiacce che si limitano a fare elenchi in autotunes delle marche di mutande che indossano.
Questo è il sito ufficiale dell’artista: www.alessandroorlandograziano.com
Questo il video di La Fotogenia (feat. Sandra Milo): https://www.youtube.com/watch?v=hjIprp9b8tU
MARCO PALIERI