Il disco è uscito da una settimana e già ne hanno dette di ogni: “E ma i Pulp”, “E ma Battiato”, “E Sandokan”, “E Morricone”… E veramente? Nel 2017 e al settimo album vogliamo sentirci brillanti a nominare i Pulp e Battiato per dire che i Baustelle non sono originali? Dai, ragazzi, siamo seri, e magari teniamoci le accuse di plagio per quelli che vanno proclamando “oh no, noi non vogliamo somigliare a nessuno, noi siamo noi” e non per i Baustelle che, piaccia o no, fanno da sempre i Baustelle. Quelli che cantano “I wanna be Amanda Lear”, da sempre e più o meno sempre. Anche quando si vestono da mistici con l’orchestra, quando crescono e cambiano; perché è questo che succede nella vita, si cresce si cambia si fanno cose e musiche diverse, loro sono quelli che guardano i film anni settanta e leggono La Bibbia e Baudelaire e Foster Wallace e ascoltano Tenco e Gainsburg e guardano Maria de Filippi per farsi guardare dentro dall’abisso e vivono presi in mezzo fra un’adolescenza troppo matura e una maturità troppo adolescenziale e passeggiano nei cimiteri e leggono l’attualità con i filtri del disincanto e della storia, e rideranno soffiandovi il fumo in faccia se gli andrete a dire “E ma i Pulp”, perché è questo quello che fanno: prendono i Pulp e Rondò veneziano e Battiato e Alice che canta Battiato e Guccini e il Vangelo e le sigle anni ottanta e l’alto e il basso e Aldo Moro e buttano tutto dentro a canzoni che non possono mica intitolarsi Farfalla o Falena, no, si chiamano Lepidoptera; e buttano tutto dentro a certe canzoni che vorresti odiarle per quanto sembrano fatte per finire citate sull’instagram di una Betty tossica sotto un disegno di Baronciani – “La vita è tragica/la vita è stupida/però è bellissima essendo inutile/pensa il contrario e poi ti ammazzi subito/pensare che la vita è una sciocchezza aiuta a vivere” – ma poi porca puttana il disco finisce e lo rimetti daccapo che già lo sai a memoria e sogni di vederli a Sanremo a cantare La musica sinfonica e dire a tua madre “Hai visto che fighi? Certo che li conoscevo già, poi ti faccio sentire Il sussidiario e La malavita e Amen, ti piaceranno se ti piace questa”.
“Io non ho più voglia di ascoltare questa musica leggera”, declamano ne Il vangelo di Giovanni, però evidentemente hanno voglia di suonarla, e noi ringraziamo, perché dite quello che volete ma la musica oscenamente pop, in Italia, come la fanno loro nessuno mai. O quasi.
Il video di Amanda Lear: https://www.youtube.com/watch?v=wBUpxPakteU
LETIZIA BOGNANNI